Sono le 19 di un sabato di tardo gennaio, il sole tramonta presto dietro al troneggiare dei simboli della Milano capitalista. Attorno a questi giganti in vetro, c’è uno spazio che il Comune nella sua magnanimità ha deciso di donare alla collettività dopo aver depredato il quartiere. Una riserva indiana in zona Isola, Via De Castillia 26, dove Eufemia ha deciso di festeggiare la sua prossima apertura. Che le torri stiano ad ascoltare e siano testimoni della nascita di un progetto alternativo, che ha nelle sue radici le persone e l’ambiente, che sia spazio di condivisione aperto per tutti e tutte.

Eufemia è un progetto che nasce da un gruppo con differenti storie personali, politiche e sociali, che si è trovato a condividere l’idea di uno spazio multifunzionale: bistrot con bar e cucina, distribuzione di prodotti alimentari dell’agricoltura contadina e a filiera corta, laboratorio di sperimentazioni sociali e luogo di incontro per il quartiere.

“Questa serata serve a raccontare e a contribuire alla nascita di questo progetto che si chiama Eufemia e che ha come sottotitolo Emporio di Comunità” racconta Piero Maestri.

“In un Emporio di Comunità si possono trovare prodotti dell’agricoltura a filiera corta e biologici, passando dall’attenzione all’ambiente e alla qualità alimentare – quindi come e cosa si produce – a quella sociale, in modo che tutto sia prodotto senza alcun tipo di sfruttamento.

Un esempio è la salsa di pomodoro SfruttaZero, fatta dai nostri compagni e compagne in Puglia, dove tutta la filiera è controllata in ogni passaggio. Da chi produce i pomodori, a chi li trasforma a chi li distribuisce, riconoscendo loro il giusto salario, che tenga conto della dignità della persona, la qualità e l’importanza del lavoro svolto. Questo comporta un prezzo di vendita più alto dei 0,90€ delle grandi catene alimentari, dove la salsa di pomodoro viene prodotta sfruttando la mano d’opera.

Questo è il primo passaggio; il secondo è quello della gastronomia. Nello spazio occupato di Remake, avevamo conosciuto e iniziato a lavorare con alcune signore delle case popolari di Bruzzano, in questo caso signore nordafricane; vorremmo che potessero continuare a darci una mano facendo da mangiare e che questo fosse anche una fonte di reddito, dato che ne hanno bisogno.

Il terzo punto nasce da un’idea della cooperativa Abitare, che ha diversi spazi sparsi per la città, soprattutto nella zona nord di Affori: aprire anche un bar. Nella zona esisteva un bar/osteria di cui erano proprietari un mio compagno di scuola e i suoi genitori. Poi è stato chiuso e ne è stato aperto un altro che non ha funzionato. Abbiamo così deciso di aderire a quest’idea. Lo spazio che apriremo sarà l’emporio dei prodotti a filiera corta, bar/ristorazione e gastronomia.

Il quarto passaggio è quello della progettualità sociale. Non vogliamo che sia solo uno spazio dove venire a bere un caffè o a mangiare una volta ogni tanto; vogliamo che le persone lo vivano e lo sentano come proprio, un luogo dove frequentarsi facendo cose insieme. Abbiamo delle idee in mente, ma ci piacerebbe mescolarle insieme alla comunità, condividerle con chi ha voglia di darci una mano e proporci cose da fare insieme. Credo di aver dato un’idea della cosa” conclude Piero, “Se tutto va bene dovremmo riuscire ad aprire tra fine marzo e aprile. Sono ancora in corso lavori di ristrutturazione dello spazio, il tempo di finire e di allestirlo per renderlo disponibile a chiunque voglia utilizzarlo. Questa festa è anche un modo per raccontarvi, per dirvi che questo spazio può vivere se raccogliamo fondi per poterlo aprire. Abbiamo già raccolto una certa somma tra i soci e gli amici, attraverso bandi a cui abbiamo partecipato, ma anche l’offerta libera che ognuno di voi stasera ha voluto dare per farci restare insieme farà parte di questo futuro.”

Una serata partecipata, con la voglia di stare insieme, tra buffet, aperitivo, musica e balli, intervallate da un’asta con oggetti imperdibili, insostituibili e inediti.

“Che se non è ancora aperto, presto lo sarà”. Per contribuire al finanziamento di Eufemia ecco il link al crowdfunding.

Foto di Andrea Mancuso