Egregio Sindaco Stefano Lorusso

Dalla fondazione dello stato di Israele segnato dalle violenze della Nakba, due popoli anticamente fratelli lottano per la terra di Palestina: uno per continuare a viverci come avvenuto nei millenni di storia, l’altro per prenderne possesso dopo quasi due millenni di esilio.

Dal 7 ottobre il conflitto decennale per la terra di Palestina brucia vite umane: bambini, donne e uomini sono uccisi intenzionalmente e senza pietà, prima per una criminale e sciagurata azione di alcune organizzazioni palestinesi e poi per la smisurata vendetta che il Governo e l’Esercito israeliano hanno lanciato verso civili indifesi e innocenti che ancora oggi prosegue senza che si possa immaginarne la fine e fare un attendibile e concreto conteggio delle migliaia di morti .

Gli ebrei americani nelle loro manifestazioni hanno gridato che il colore del nostro sangue è lo stesso e l’orribile azione del 7 ottobre non giustifica la terribile punizione che il governo e l’esercito di Israele stanno infliggendo alla popolazione gazawi; a ciò si aggiungono arresti, violenze ed altri uccisioni di palestinesi che vivono nei territori occupati della Cisgiordania.

Un Sindaco di una città italiana non può certo da solo riuscire a fermare il massacro, ma può unirsi alle voci dei singoli e aggiungere forza al grido: in più lei, come Sindaco della Città di Torino ha una leva per esprimere l’ingiustizia e la condanna della guerra di Israele: IREN, di cui il Comune di Torino tramite la FCT Holding è azionista al 13,8 % del capitale, ha sottoscritto lo scorso gennaio un protocollo d’intesa con Mekorot, compagnia di gestione delle acque di proprietà dello Stato Israeliano che nella sua vendetta distrugge acquedotti e priva le popolazioni palestinesi di risorse idriche indispensabili per la sopravvivenza.

Come Sindaco di Torino e della Città Metropolitana può inviare un messaggio chiaro e nonviolento allo stato israeliano: agisca per sciogliere il protocollo sottoscritto da IREN, chiami i Sindaci delle città e la Compagnia di San Paolo che sono azionisti di Iren e insieme annullate unilateralmente il protocollo. Un’azione in aggiunta alle mille azioni nonviolente che le persone e le organizzazioni stanno portando avanti quotidianamente nel mondo per fermare questo massacro terrorista.

Un granello di sabbia può bloccare grandi ingranaggi: Le chiedo come cittadino di mettere il suo granello di sabbia nell’ingranaggio delle violenze del Governo di Israele e del suo esercito.

Silvano Rigotti