Questa mattina la digos di Torino si è presentata nelle case di decine di attivisti e attiviste del movimento No Tav per notificare gli atti che riguardano il sequestro preliminare dei presidi di San Didero e dei Mulini, oltre che di alcuni terreni circostanti. Al momento a San Didero sono stati messi i sigilli su tutte le strutture presenti così come ai Mulini e, inoltre, è stata chiusa l’area di accesso a entrambi i presidi con reti arancioni da cantiere. Come se non bastasse i terreni circostanti stanno venendo disboscati. In mattinata i mezzi di lavoro hanno buttato giù il bosco antistante l’area dei Mulini, arrivando sino alla tettoia, devastando il rudere dove c’erano reperti quali la “pesta” per la canapa e i resti della forgia e abbattuto le piante della farfalla: un’opera di vera e propria devastazione del territorio che lascia intendere una volontà di allargamento del cantiere di Chiomonte. Il sequestro è ora giustificazione per devastare la montagna? Sembrerebbe che il tribunale di Torino e la questura siano stati assoldati da Telt per facilitare i lavori di allargamento del cantiere, questa volta operando per via giudiziaria.

Secondo il solito disegno della procura di Torino i presidi sarebbero considerati delle basi operative per l’attuazione di reati e comportamenti delittuosi ai danni dei cantieri di Telt. Già nel pieno dell’estate, a inizio agosto, ricordiamo che i presidi vennero perquisiti da cima a fondo, evidentemente nell’ottica di andare in questa direzione. Per fare questa operazione il pubblico ministero, un nuovo nome (ormai non sanno più dove cercare avallatori delle ricostruzioni atte a criminalizzare il movimento) il tale Davide Pretti, fa un elenco di episodi che dovrebbero confermare l’ipotesi di reato e dunque argomentare la necessità di disporre il sequestro dei presidi.

Gli eventi presi in considerazione riguardano le iniziative degli ultimi mesi, a partire da aprile scorso quando ci fu la giornata per ricordare lo sgombero di San Didero dell’anno precedente, passando per le iniziative organizzate nell’ambito dei “weekend dei Mulini” di quest’estate, che videro la partecipazione di tantissimi giovani attivi nella difesa dell’ambiente e, arrivando infine, ai giorni del campeggio di lotta e del Festival Alta Felicità di luglio. L’obiettivo che attanaglia le menti di questi figuri è la solita: fare la guerra a chi difende la terra e l’ambiente. Si tratta di un attacco nei confronti del movimento tutto, alla possibilità di ritrovarsi e condividere i momenti della lotta e della socialità collettiva, colpendo i luoghi simbolo del movimento No Tav. Serate danzanti e balli occitani, presentazioni di libri e proiezioni di film e docufilm su svariati temi, momenti di preghiera e riflessione, lavori collettivi, concerti, castagnate e vin brulè, apericene, pranzi e cene condivise, cacerolazo e battiture rumorose alle reti, assemblee informative e riunioni… questo e molto altro sono i presidi No Tav di San Didero e dei Mulini. In questi anni migliaia di persone, giovani e non, sono passate da questi Presidi nei molti appuntamenti organizzati rendendoli luoghi di aggregazione, socialità e lotta. Con questa operazione si vuole evitare che dei cittadini/e si incontrino anche solo per mangiare insieme un pasto caldo o c’è altro dietro? Pensano di intimorirci, ma così facendo alimentano soltanto la dignità di un movimento longevo e popolare che non si fermerà, già con il pensiero rivolto alle prossime giornate dell’8 dicembre!

Ovviamente non possiamo accettare che vengano chiusi i nostri luoghi di incontro, per cui doppio appuntamento per quest’oggi : alle 17.00 ritroviamoci a Venaus per andare ai Mulini che da questa mattina sono oggetto di devastazione e distruzione e, questa sera, ci vedremo alle 20.00 sul piazzale di San Didero per dare insieme una prima risposta collettiva, perché il movimento no tav non si può estirpare ma cresce e si diffonde ogni giorno di più!

Avanti #notav !

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