Dopo aver soccorso 117 persone, tra cui 25 donne e un bimbo piccolo, le autorità italiane ci hanno assegnato come porto di sbarco Livorno.

Abbiamo fatto presente che il porto è molto lontano, si tratta di 4 giorni di navigazione, una sofferenza inutile per le persone soccorse, già provate dal viaggio in mare.

Ricordiamo che le convenzioni internazionali prevedono lo sbarco in un porto vicino e vanno rispettate.

Durante la traversata verso Livorno, abbiamo incontrato tre differenti imbarcazioni precarie e in difficoltà. Abbiamo messo al sicuro tutte le persone a bordo e atteso l’arrivo della Guardia Costiera italiana. Sono moltissime le imbarcazioni in pericolo, per questo allontanare le navi umanitarie assegnando porti distanti aumenta il rischio che tragedie come quella avvenuta in Grecia possano ripetersi.