Ci sono persone che non hanno un computer, un tablet o un cellulare: chi perché non può o ha difficoltà a usare queste piattaforme, chi semplicemente non ama leggere sugli schermi. Personalmente, quando è lungo, io stampo… su carta! Sentiamo gli stampatori esprimere la loro preoccupazione per il ridotto accesso a qualsiasi tipo di carta. Ma ora le Cooperative dell’informazione del Québec ci informano che il dicembre 2023 sancirà la fine del cartaceo… una questione di sopravvivenza per questi media.

Chissà quando verrà il turno dei libri. Non mi preoccupano solo i nostri media, ma anche quei libri che amiamo, rileggiamo, di cui ci circondiamo in casa, compagni o compagne che ci fanno provare emozioni e accrescono la nostra conoscenza, e ci aprono al mondo. Possiamo evitare la fine della carta?

Voglio parlarvi di un libro che ho letto l’anno scorso (cartaceo), di grande attualità, La fureur de vivre di Hubert Reeves. L’ho ripreso, è pieno di orecchie, segni e sottolineature. Reeves descrive le “sequenze di ottimizzazione che hanno svolto un ruolo importante nell’evoluzione della vita sul nostro pianeta” e che hanno contribuito al fatto che noi umani potessimo vivere, perché c’era abbastanza ossigeno per nascere, al vertice della piramide, perché gli umani hanno bisogno di molto ossigeno per il loro cervello, una percentuale di ossigeno molto più alta che per altre specie animali. Nella prima era della vita terrena ci fu il tempo delle felci.

Poi venne la seconda era, quella delle conifere, questa forma vegetale che si diffuse “rapidamente in tutte le parti emerse del pianeta, per più di cento milioni di anni”. Poi fu il tempo dei fiori, ecc., ecc. Stava arrivando il momento in cui gli esseri umani avrebbero avuto abbastanza ossigeno… Poi è arrivato un tale Bolsonaro in Brasile che considera una sciocchezza dire che le foreste amazzoniche sono i polmoni del pianeta! Poi il turno di informatici, creatori di social network, UBER, venditori digitali che ci dicono che il progresso è nel digitale, nel cloud, nella tecnologia.

Eppure la carta è facilmente riciclabile e dura a lungo. È solo una questione di riforestazione. Dobbiamo riciclare e riforestare, perché non farlo in Québec? Pensate che sia ciò che vogliono i proprietari terrieri brasiliani? Riforesteranno dopo essersi sbarazzati degli alberi, dove alcuni considerano una stronzata credere che le foreste siano utili?

Sono anche preoccupata nel vedere che le biblioteche di organizzazioni pubbliche e private stanno digitalizzando i loro documenti, eliminando tutto il cartaceo. Sono preoccupata per la perdita di conoscenza, di testimonianze, di documenti di identità, di tutto ciò che è umano che può essere attaccato e distrutto.

Dobbiamo lottare per salvare la carta e le nostre foreste, salvare entrambi i mondi per restare “umani”. Dobbiamo ascoltare coloro che combattono per gli umani, come Hubert Reeves (da non confondere con UBER). Reeves ci dice che noi umani abbiamo bisogno di molto ossigeno. Con la diminuzione dell’ossigeno i calamari continueranno a vivere, noi no! La mia preoccupazione va anche ai bambini che leggeranno solo su schermi di computer, tablet e cellulari, per la loro formazione. Ci sarebbe molto da dire su questo argomento.

Salviamo la carta! Si vuole fermare il deterioramento del clima, adottare misure contro le industrie inquinanti, combattere i gas serra, è una cavolata credere che abbiamo bisogno di alberi, di avere ossigeno, di produrre carta, che possiamo riciclare e poi riforestare? Perché questa lotta non riguarda solo la carta, ma riguarda anche la nostra razza umana! Abbiamo perso “La furia di vivere”? Gli “sponsor” hanno una responsabilità?

France Croteau

Traduzione dal francese di Enrica Marchi. Revisione di Thomas Schmid.

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