La strage di Cutro del 26 Febbraio 2023, così come quelle precedenti e quella successiva del 12 Marzo in  acque internazionali formalmente rientranti nella SAR libica, non sono state incidenti imprevedibili ma  effetto e immediata conseguenza delle politiche di chiusura ed esternalizzazione delle frontiere  dell’Europa: quelle persone si dovevano e si potevano salvare.  

I governi sono però concentrati solo sull’impedire le partenze, obbligando chi fugge da guerre,  persecuzioni, cambiamenti climatici e povertà a rivolgersi ai trafficanti.  

È arrivato il momento di dire basta e di fermare le stragi.  

Chiediamo un’indagine seria che faccia chiarezza su quanto è successo davanti le coste calabresi, sulla  catena di comando e sulle responsabilità. Ma vogliamo anche una complessiva e radicale revisione delle  politiche migratorie e del regime confinario dell’Unione Europea.  

Chiediamo quindi, alle Istituzioni europee e a quelle degli Stati membri, in particolare al Governo e al  Parlamento italiani:  

 l’attivazione di un sistema europeo e/o nazionale, coordinato ed efficace, di ricerca e soccorso nel  Mediterraneo;  

 l’eliminazione delle asimmetrie nel diritto alla libertà di movimento delle persone, attraverso la  predisposizione di vie di accesso legali all’Europa;  

 l’istituzione di corridoi umanitari sicuri, strutturati, capillari e stabili;  

 l’attivazione dei visti umanitari previsti dal Regolamento Europeo dei Visti;  

 l’interruzione immediata delle violenze e violazioni/crimini di Stato che hanno luogo lungo i confini  d’Europa, dalla rotta balcanica, al Mar Egeo, al Mediterraneo Centrale, fino alle enclaves di Ceuta e  Melilla e alle rotte via mare verso la Spagna;  

 lo smantellamento degli accordi di collaborazione con Paesi terzi (ad esempio la Libia, la Tunisia, la  Turchia o il Marocco) finalizzati a favorire il rimpatrio forzato (respingimento).  

Una politica alternativa in materia di migrazione e asilo è possibile, ma richiede coraggio morale e una  politica genuinamente democratica basata sui diritti dei popoli, che deve essere accompagnata da una nuova  economia e da una visione cooperativistica che anteponga il benessere delle persone e del pianeta al profitto  di pochi.  

  

Invitiamo la cittadinanza SABATO 18 MARZO, ALLE ORE 17:00, PRESSO L’AREA PEDONALE DI VIA E.AMARI  DI FRONTE AL PORTO per un CORTEO che si snoderà da via Crispi, piazza XIII Vittime, via Cavour, con  conclusione a PIAZZA VERDI, con sit-in FINO ALLE 21:00.  

INVITIAMO A PORTARE UN PELUCHE. 

Forum Antirazzista Palermo, Agisci Palermo, Associazione Gambiana Palermo, CGIL Palermo, CISS,  Legambiente Sicilia, Mediterranea S.H. Palermo, Moltivolti, Officina del Popolo, Our Voice, Salesiani  S.Chiara, Stra Vox.  

Adesioni: Africa Djengu, AGESCI Zona Conca d’Oro, AlarmPhone, ARCI Palermo, ARCI Sicilia, Assemblea  NoGuerra Palermo, Associazione Antimafie Rita Atria, Ballarò Buskers, Booq, borderline-europe, Casa  Àncora, Centro Penc, CESIE, Democratica Palermo, Diaria, Emmaus Palermo, Exodos Attività Sociali,  Handala, IHRC – Islamic Human Rights Commission, La Comune, Laboratorio Andrea Ballarò, Legambiente  Palermo, Libera Palermo, Maldusa associazione onlus, Palermo Pride, Per Esempio onlus, Potere al Popolo,  Presidio donne per la pace – Fuori la Guerra dalla Storia, Prima gli ultimi. Nessuno è straniero Odv, Teatro  alla Guilla APS, UDI Palermo