Su vari organi di stampa leggiamo una serie di dichiarazioni che appaiono sconcertanti

Ci riferiamo in particolare a Chiauzza, dirigente dell’Einstein: etichettare come “squadrismo fascista” un picchetto da parte degli studenti appare francamente surreale.

Nel 2022 Chiauzza dichiarava riguardo alle mobilitazioni studentesche: “Una pura e semplice perdita di tempo, particolarmente assurda dato che gli studenti lamentano, a ragione, di aver perso una quantità tutt’altro che irrilevante di tempo-scuola a causa della pandemia” e ancora: “Lo strumento dell’assemblea mi sembra un meccanismo perverso in cui prevalgono quelli che urlano di più”. C’è da chiedersi se non stia mettendo concretamente in imbarazzo non solo Sinistra Ecologista, ma tutta la sinistra degna di questo nome.

Non si capisce neanche quanto possa essere utile la retorica degli “esterni”, degli “infiltrati”, delle “regie”, come se i ragazzi fossero tutti dei minus habens che vanno dietro al primo pifferaio magico che passa per strada. Si evincerebbe che per elementi come Chiauzza sia molto più importante la sua politica, quella espressa da lui e da quelli come lui, di quella giovanile e studentesca.

Comunque i ragazzi hanno occupato e picchettato, è normale che siano sottoposti a critiche soprattutto da certi ambienti: gli stessi che determinano le ragioni della protesta e che non trattano gli studenti come interlocutori ma come semplici recettori passivi di normatività: le parole sdegnate e di stigma sull’occupazione sono piuttosto chiare. Normatività nella quale tuttavia i ragazzi non si riconoscono e alla quale si ribellano.

Hanno quindi pubblicato un comunicato nel quel rispondono punto per punto alle varie accuse:

A seguito di alcune critiche politiche, formali e non, che ci sono state poste durante questi primi due giorni di occupazione, ci si pone irrimandabile la necessità di fare chiarezza su alcuni punti che ci sono stati contestati.

La scelta dell’interruzione delle lezioni e di tutti i servizi della scuola durante la giornata di martedì è scaturita da un lungo confronto tra occupanti.
La sintesi di questo vede, non solo nelle attività critiche di questo sistema che proponiamo, un’effettiva alternativa alla scuola gentiliana, ma anche nell’interruzione delle stesse ore in cui è riprodotta la capacità-merce che dovremo vendere una volta uscitə da qui, una forma di alternativa espressa come rifiuto, il quale, manifestato nei confronti delle attività scolastiche, sottolinea una prospettiva di un effettivo avvicinamento a un cambiamento positivo che inizi a diventare sempre più concreto, grazie alla nostra lotta.

Martedì mattina, dopo aver bloccato l’ingresso dei docenti e del personale ATA, una pattuglia di funzionari della DIGOS si è presentata davanti ai cancelli della nostra scuola. Non si sono fatte attendere minacce e intimidazioni nei confronti di alcuni studenti, seguite, al momento dell’apertura dei cancelli per permettere il libero transito volontario, verso l’Interno e verso l’esterno, attraverso questi, dal tentativo di irrompere dentro il cortile. Rivendichiamo con convinzione l’allontanamento che abbiamo effettuato nei confronti delle forze dell’ordine, i quali non si sono fatti scrupoli nel provare ad arrestare uno studente minorenne, prendendolo per il collo nonostante fosse più che evidente, dalle urla, il dolore che gli stava provocando questo gesto.
Spingendo via la DIGOS abbiamo fatto dei nostri corpi un mezzo di resistenza e di solidarietà reciproca che si è posta come necessità non contrattabile davanti ai nostri occhi, anche se ha comportato l’uso della forza.

Vogliamo respingere con forza le accuse che affermano che l’occupazione sia stata architettata da esterni “professionisti delle occupazioni”, in quanto crediamo che nel momento in cui decidiamo, autonomamente, negli spazi organizzativi che creiamo nella nostra scuola, di intraprendere un’azione, questa non possa essere vista slegata dal contesto politico, cittadino e nazionale, dentro il quale è inserita. Il supporto materiale che ci è stato fornito dall’esterno, arriva da una nostra richiesta, dunque siamo fierə di questa definizione che ci è stata accreditata, ma riteniamo opportuno estenderla a tuttə lə studentə occupanti del liceo Einstein!

Occupanti dell’Einstein