Dopo un anno accettata la richiesta di cambio in deroga, ma ora ATC non trova alloggi idonei

Dal Governo Meloni nemmeno un euro per il diritto all’abitare: basta, organizziamoci!

Un’altra volta siamo costretti a riparlare della situazione di Tino e della sua famiglia, che vivono in sei in 43 mq pieni di muffa. La loro è la storia di tantissimi inquilini degli alloggi popolari: case che cadono a pezzi, muffa che dilaga e tutte le conseguenze della scarsa manutenzione strutturale che da molti anni investe il patrimonio residenziale pubblico di questa città, ma che purtroppo si allarga come problema a tutto lo scenario nazionale.

Dopo tante richieste di incontri andate a vuoto e varie domande di cambi alloggi rifiutate, verso la fine di ottobre a Tino finalmente è stato accettato il cambio in deroga per motivi di salute: una buona notizia se non fosse che da quel giorno ATC, mentre la condizione di salute di tutta la famiglia va aggravandosi, continua a non assegnare il nuovo alloggio idoneo alla dimensione del nucleo famigliare e al suo stato di salute.

Le case vuote ci sono e sono anche tante, vengono tenute vuote mentre le graduatorie sono sempre più lunghe e gli sfratti e gli sgomberi hanno ripreso la loro mattanza a pieno regime dopo la sospensione per motivi pandemici. La soluzione infatti non sono gli sgomberi, è allargare il patrimonio ERP e attuare politiche abitative che agiscano strutturalmente. Nonostante infatti il problema del diritto all’abitare era impellente già da ben prima della crisi pandemica, ad oggi dopo 30 anni di vuoto di politiche abitative si continua a non investire un solo euro per impedire che le persone abbiano un tetto sopra la testa garantito e dignitoso, lo vediamo anche nella nuova legge finanziaria del governo Meloni non è previsto alcun finanziamento per il diritto alla casa: fatto ancora più grave considerando che verranno eliminati anche quei minimi fondi utilizzati per tamponare un problema enorme come quello del dramma abitativo (basti pensare allo scarso fondo antimorositá di questi anni), allora non ci possiamo che aspettare un ulteriore impennata di persone con il rischio di non avere più una casa.

Crediamo che la storia di Tino sia tra i tanti esempi che possano raccontare le condizioni di chi fortunatamente ha un alloggio popolare (visto la difficoltà sempre maggiore ad accedervi nonostante sempre di più ne avrebbero diritto), ma che questa fortuna va a discapito del diritto alla salute. Tutto ciò deve finire, ATC si deve muovere e subito.