Vi piacerebbe avere in casa, per un po’, un capolavoro dell’Accademia Carrara? Magari un autentico Botticelli? Bè, in fondo non è poi così impossibile: basta che abbiate soldi a sufficienza e che diventiate membri della Fondazione e il gioco è fatto. Del resto è proprio quello che sta succedendo nella realtà.

PwC Italia, studio di servizi di consulenza e revisione con uffici in numerose città della penisola, è recentemente entrato nella governance della Fondazione Carrara in vista di Bergamo-Brescia Capitale italiana della Cultura 2023 e per l’occasione aveva annunciato il suo contributo alla sistemazione e apertura al pubblico degli spazi verdi di pertinenza della pinacoteca che, in onore del generoso benefattore, saranno appunto chiamati, a imperitura memoria, ‘Giardini di PwC’.

Nessuno fa niente per niente, si sa, e forse l’intitolazione ufficiale dei giardini del museo non sarà parsa contropartita sufficiente né adeguata alla munifica elargizione da parte del privato. E allora che fare? L’occasione è arrivata con la chiusura temporanea della Carrara per il cosiddetto “riallestimento”: più che altro, un drastico ridimensionamento degli spazi, già insufficienti, dell’esposizione permanente, con conseguente dimezzamento delle opere esposte, al fine di ricavare all’interno della stessa pinacoteca gli spazi da destinare alle “grandi” e piccole mostre temporanee (riapertura prevista in occasione di Bergamo-Brescia Capitale italiana della Cultura 2023).

Nessuno fa niente per niente e infatti, chiusa la Carrara, il Giuliano de’ Medici di Botticelli cambia temporaneamente casa e, guarda caso, finisce magicamente proprio a casa di PwC, a dare lustro alla nuova sede di Milano nel grattacielo progettato dall’archistar Libeskind e chiamato ‘Torre PwC’.

Naturalmente, l’operazione viene presentata come parte di un programma “culturale” (‘Insieme per la cultura’) che prevede di portare l’arte dell’Accademia Carrara in “posti inusuali” come gli 8 ascensori della Torre PwC, rivestiti con pellicole ritraenti capolavori della collezione museale, e la hall del grattacielo, dove i visitatori saranno accolti dalle “sculture dinamiche di marmo di Carrara e LED” (disegnate anch’esse da Libeskind) che ospitano in formato digitale 25 opere della collezione dell’Accademia Carrara.

Si tratta indubitabilmente di un’operazione pubblicitaria; sicuramente lo è a favore di PwC, resta tutto da dimostrare che lo sia anche a favore della Carrara.

‘Sguardi dalla Torre – Botticelli’ è il titolo dell’iniziativa che vorrebbe collocarsi nell’ambito delle attività di valorizzazione, “conoscenza e conservazione” del patrimonio artistico e culturale sostenute da PwC.

Peccato però che ogni spostamento, anche piccolo, di opere come questo Botticelli comporti inevitabilmente il fatto di esporle a rischi, ineliminabili, di danneggiamento se non addirittura di perdita. II rischio zero non esiste, motivo per cui esse andrebbero spostate, e quindi prestate, con grande oculatezza e solo per mostre di comprovato alto valore artistico-scientifico.

Non è questo il caso.

Viene sempre più da chiedersi per quali meriti Bergamo si sia aggiudicata l’ambito riconoscimento di Capitale della Cultura (e infatti i motivi sono altri) e, soprattutto, di quale concetto di “cultura” il Comune di Bergamo – proprietario della pinacoteca e primo responsabile della conservazione dei suoi capolavori – intenda rendersi esempio a livello nazionale.

In occasione della presentazione di questa discutibile operazione il Presidente della Fondazione Carrara nonché sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha orgogliosamente dichiarato che «il prestito di un capolavoro di Botticelli suggella e rinforza il sodalizio nato nei mesi scorsi tra Accademia Carrara e Pwc Italia, società che da quest’anno è entrata nella governance del museo e che ha consentito di strutturare ulteriormente l’alleanza tra soggetti pubblici e privati che è alla base del funzionamento della nostra Fondazione».

Se questi sono i risultati…

Noi continuiamo a chiederci: davvero una fondazione privata è nell’interesse pubblico?

Magari se lo starà chiedendo anche il conte Carrara.

 

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