Se sia stato reale oppure girato in studio da Kubrik, ancora non é certo: ma da quell’allunaggio del 20 luglio 1969 sono passati 53 anni, e ancora nessuno ha cancellato le orme di Armstrong e Cernan, primo e ultimo uomo a camminare sul suolo lunare. Questo, per lo meno, fino alla missione Artemis 3, prevista per il 2024, che riporterà gli astronauti sul nostro satellite.

Il primo allunaggio

Tra il 20 e il 21 luglio 1969, gli astronauti statunitensi Armstrong e Aldrin sbarcarono sulla Luna, mentre il terzo componente dell’equipaggio, Collins, rimase in orbita per controllare il modulo di comando. La missione Apollo 11, insieme alla bandiera a stelle e strisce, lasciò sul suolo lunare anche una targa in acciaio inossidabile con incisa questa iscrizione: “Qui, uomini dal pianeta Terra posero piede sulla Luna per la prima volta, luglio 1969 d. C. Siamo venuti in pace, a nome di tutta l’umanità”. Oltre al primato, gli astronauti riportarono sulla Terra circa 382 chili di rocce e campioni, per sottoporli a studio. E’ curioso come una piccola parte di polvere lunare, detta regolite, sia finita nelle mani dei collezionisti, così come anche dei piccoli frammenti di rocce.

Prima di Apollo 11, nel 1959 l’URSS aveva lanciato la sonda Luna 1, seguite da Luna 2 e Luna 3, tutte senza equipaggio; quest’ultima, riuscì a scattare la prima immagine della faccia nascosta del satellite.

La missione Artemis

Oggi 29 agosto 2022, alle 14 e 33 ora italiana, dal Kennedy Space Center in Florida, partirà il razzo Space Launch System, che porterà nello spazio la capsula Orion. Il lancio fa parte della missione Artemis, ed è stato progettato come volo di prova, per la creazione di un’orbita intorno alla Luna. Il viaggio durerà circa 40 giorni, con rientro previsto per il 10 ottobre. Al posto degli astronauti, a bordo di Orion si trovano due manichini, Helga e Zohar: si tratta di due donne artificiali costruite con materiali che simulano realisticamente tessuti e organi umani, e dotati di sensori per rilevare i livelli delle radiazioni e il loro impatto sul nostro organismo.

Artemis, programma di volo spaziale della NASA, creato insieme a ESA, JAXA e Canadian Space Agency, prevede tre missioni ed ha un obiettivo molto ambizioso: far sbarcare i primi esseri umani sulla Luna dopo più di cinquant’anni; costruire una base permanente e autosufficiente sul satellite; creare un’economia lunare e edificarci una sorta di “stazione” per proseguire poi il viaggio verso Marte.

L’allunaggio degli astronauti è previsto nel 2024 con la missione Artemis 3. Dalle anticipazioni, sembra che si tratterà di un equipaggio nel quale saranno presenti almeno una donna e una persona di colore: mica vogliamo farci criticare dagli extraterrestri, no?

Ma perché ci interessa così tanto andare sulla Luna?

La conquista della Luna non è cosa nuova, anzi; Russia, Cina, Corea, India, Stati Uniti, Europa: tutti hanno un programma lunare. Si tratta in realtà di una sfida politica, più che tecnologica, che durante la Guerra Fredda era ancora più agguerrita, perché doveva dimostrare chi avesse il maggior sviluppo tecnologico, e quindi la supremazia, tra USA e URSS.

Oggi, l’interesse per la Luna è dettato anche da altre motivazioni: sul satellite esistono giacimenti di oro, palladio, nickel, titanio, elio-3, trizio (rarissimo sulla Terra), ghiaccio. Insomma, anche se nessuno lo dice perché la parola fa un certo effetto, si tratta di una corsa alla colonizzazione, e per questo, conoscendo gli umani, inizieranno anche lì le diatribe relative ai diritti di sfruttamento, al codice di leggi da applicare, insomma niente di nuovo.

La speranza è che la Luna, ispiratrice di poeti e scrittori, sacra a Diana, signora delle maree e della fertilità femminile, non perda il suo fascino diventando una Terra in miniatura, contesa tra i soliti litiganti che, francamente, ci hanno stufato.

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