Venerdì 22 luglio dalle ore 15 torniamo sotto le mura del cpr

È passato tempo dalle ultime presenze con solidarietà attiva fatta tramite la consegna di cibo e ricariche telefoniche.
La struttura nel frattempo ha cambiato gestore. Ma a noi poco importa: quelle mura non devono esistere e non saranno alcune pennellate di bianco o la temporanea chiusura della zona “ospedaletto” a far diventare il cpr accettabile.
Ad un anno dalla morte di Moussa (morto impiccato proprio dentro ospedaletto) il disdegno, la rabbia ed il sussulto non hanno di fatto cambiato nulla.
Abbiamo assistito ad ingressi continui di figure istituzionali, per poi addirittura sentir dire ” ho visto di peggio”. Già, siamo talmente abituati a vedere la gente morire affogata dopo un ribaltamento causato dalla cosiddetta guardia costiera libica. A vedere persone rispedite a piedi scalzi e senza giacca in pieno inverno nei boschi bosniaci. O ancora le aste di esseri umani nei lager libici. Che vedere un luogo degradato, in cui si è rinchiusi senza più alcun controllo sulla propria esistenza, per essere rispediti ovunque gli accordi lo prevedano..
Certo non è il peggio a cui assistere. Non lo è soprattutto se chi parla è consapevole che quelle gabbie modellate come zoo, non sono previste per noi. Nessuno di noi supererà mai quel cancello: è la logica su cui fonda la propria esistenza. Divide il mondo tra chi può e chi non può.
Le voci che ci hanno raccontato di come nessuna tutela, nessuna libertà sia possibile nel cpr sono ormai silenziate.
Volutamente, sono stati vietati i telefoni. Volutamente si è deciso di rinchiudere nelle celle stanza le persone, quando si presentano i presidi che vogliono ribadire che quelle strutture non devono esistere.
Volutamente. È una scelta delle classi politiche e dei gestori che su queste sofferenze guadagnano.
Saremo sotto queste mura insieme alla carovana “abriendo fronteras” arrivata in questi giorni in Italia, marciando contro ogni confine.
Saremo presenti sotto quelle mura per ribadire che il maledetto cpr deve chiudere, ovunque esista. Che non accettiamo di assistere come spettatori dolenti alla costruziome di mura e fortificazioni sanguinarie. La ultima catastrofe annumciata di Melillo sanguina ancora.
Il CPR è l ultimo tasselo di un pericoloso percorso ad ostacoli. E ben sappiamo che non solo trita speranze ma produce morte.
Va chiuso.
Non ci sono altre posizioni possibili.

Il Presidio si terrà attorno alle mura del cpr di Torino.

Prinz
Carovane Migranti
Abriendo Frontieras