Pubblichiamo parte della nota dell’ Onlus Borderline Sicilia dove si illustra il progetto condiviso col “Circolo Arci Porco Rosso”  

 

Il progetto “Dal Mare al Carcere” dell’Arci Porco Rosso – in collaborazione con borderline-europe e Borderline Sicilia – si focalizza sulla costruzione di metodi e reti di solidarietà nei confronti delle persone migranti accusate di essere ‘scafisti’. Il progetto è nato in seguito alla pubblicazione dell’omonimo report nell’ottobre 2021. In questo post vi aggiorniamo sull’andamento del nostro lavoro, condividendo notizie sulla criminalizzazione dei migranti e pratiche di solidarietà e militanza. Potete leggere il primo report trimestrale qui.

Il periodo intercorso tra marzo e giugno 2022 è stato segnato dagli sviluppi inaspettati di una crisi che ha scosso il mondo intero: lo scoppio della guerra fra Ucraina e Russia. Questo evento ha stravolto lo scenario geo-politico dell’Europa. Gli eventi di questi mesi inoltre hanno avuto enormi conseguenze sulle politiche europee messe in atto nei confronti di chi facilita l’attraversamento di alcune frontiere. Giustamente,  coloro che hanno facilitato l’ingresso in Italia delle persone che scappavano da questa guerra sono state sostenute e lodate.  Ma questo riconoscimento mette in luce anche l’ipocrisia con cui le stesse autorità puniscono le persone che facilitano la fuga di chi proviene dal continente africano e asiatico. I capitani ucraini continuano ad essere criminalizzati quando portano in salvo persone provenienti da altri paesi, per esempio Iran, Pakistan, Afghanistan. Ogni mese apprendiamo dalla cronaca che numerosi cittadini ucraini vengono sottoposti a fermo con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione ‘clandestina’, come racconta  Valeria Colombo in una delle ultime edizioni di Left.

Un mondo migliore, in cui le persone che facilitano l’attraversamento del confine non vengano incarcerate come scafisti o trafficanti, sarebbe possibile se solo ce ne fosse la volontà politica, e questa crisi lo dimostra. Dimostra inoltre che il concetto di “clandestinità” della migrazione è fumoso e arbitrario, e può essere cancellato in un attimo quando ciò sia ritenuto opportuno. Il sostegno e la solidarietà alle persone in fuga dall’Ucraina dovrebbe essere mostrato a tuttx, a prescindere dal luogo di provenienza e dal colore della pelle. L’alta marea solleva tutte le barche.

Mentre questa nuova crisi militare e politica è in atto, la crisi pandemica recede (almeno per ora), con diverse conseguenze per le persone accusate di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. Come nota positiva, registriamo una graduale riapertura delle carceri a volontarx e familiari, rendendo di nuovo possibili alcune forme di vicinanza dei detenuti alla società civile e solidale. Inoltre,  lo Stato italiano ha deciso di porre fine all’utilizzo illegittimo delle ‘navi quarantena’, una forma di detenzione amministrativa di cui abbiamo visto l’uso e l’abuso sin dall’inizio della crisi da Covid-19. Le conseguenze di questo cambiamento sulla criminalizzazione dei capitani non sono prevedibili: noi continueremo a monitorare le prassi adottate in occasione degli sbarchi per capire se  ci sarà semplicemente un ritorno alle modalità di svolgimento delle indagini  e degli arresti precedenti alla pandemia , o se si consolideranno alcuni degli elementi introdotti negli ultimi due anni .

 

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Per contatti dalmarealcarcere@arci.it