La solidarietà di Rifondazione Comunista alle lavoratrici e ai lavoratori di Ivrea

Il rientro in INPS del servizio di call center oggi operato da Comdata non segue alcuna regola di salvaguardia occupazionale né sociale. Rifondazione Comunista esprime piena solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori di Comdata Ivrea coinvolti nell’operazione che vedono seriamente a rischio il loro posto di lavoro.

La situazione è paradossale. Da una parte l’Istituto apre un bando di assunzioni senza fornire chiaramente alle lavoratrici e ai lavoratori i dettagli delle condizioni di lavoro (orario, scatti di anzianità, sede) dall’altra Comdata scrive alle operatrici e agli operatori coinvolti per avvisarli che se non verranno assunti in INPS entreranno in una procedura di licenziamento collettivo. Dall’ignoto del passaggio in Inps alla certezza del licenziamento in Comdata.

Sono fatti inaccettabili – dichiarano Cadigia Perini, segretaria Prc Ivrea e Fausto Cristofari, segretario provinciale Prc Torino – l’Inps, a maggior ragione come ente pubblico doveva garantire condizioni di lavoro in continuità, salvaguardare professionalità e anzianità di servizio. E Comdata non può metter le mani avanti dicendo che licenzierà chi non va in INPS.”  E continuano: “E’ molto grave che lavoratrici e lavoratori in questa transizione delicata debbano vivere un sentimento di solitudine e abbandono, aggravato dal lavorare ancora a casa (e non parliamo di smart working!), senza poter fare in presenza nemmeno le assemblee. Molti di loro sono a pochi anni dalla pensione e a dicembre potrebbero ritrovarsi senza lavoro, finendo in un incubo, vedendosela sfumare.

Il tema è nazionale e coinvolge più di 3000 lavoratori e lavoratrici. Le principali sedi Comdata coinvolte sono quelle dell’Aquila, di Marcianise che probabilmente diventeranno sedi di INPS Servizi, e in Piemonte quella di Ivrea dove difficilmente INPS creerà una sede. A Ivrea sono 100 i dipendenti sulla commessa INPS, ma Comdata ha inviato la lettera di “preavviso di licenziamento” a 170 persone, inserendo nell’elenco anche i dipendenti che hanno lavorato in passato su quella commessa (pare su richiesta INPS, ma il risultato non cambia).

È inaccettabile la disinvoltura di Comdata che considera quei dipendenti ormai suoi ex, che entrino in INPS o meno poco importa. Allo stesso modo è inaccettabile la modalità di internalizzazione di INPS senza clausola sociale e con il rifiuto di un incontro sindacale rispondendo alla richiesta elle organizzazioni sindacali con indicazioni per la gestione diretta e individuale dei lavoratori.

In questo contesto la risposta sindacale deve essere all’altezza della drammaticità della situazione: bisogna raccogliere e ampliare la volontà dei lavoratori e delle lavoratrici, organizzando immediatamente una mobilitazione ampia, in fabbrica come nel territorio e a livello nazionale, senza inutili e pericolosi attendismi. Il rischio di una ennesima emorragia di posti di lavoro e drammi sociali anche nel nostro territorio è alta e va contrastata a tutti i livelli.