Sabato 5 marzo alle ore 15 davanti alla chiesa di S. Dalmazzo in via Garibaldi il gruppo Torino per Moria scenderà in piazza al grido di “Mai più violenza, mai più morti alle frontiere!”

L’ultima manifestazione indetta dal gruppo torinese Torino per moria fu quella davanti al consolato polacco per i fatti al confine con la Bielorussia. Una manifestazione, quella di sabato prossimo, in collaborazione con Linea d’Ombra di Trieste, l’associazione di volontariato di cui tra i fondatori ci sono Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi, perseguiti dallo Stato italiano, ma fortunatamente scagionati, a causa della loro instancabile attività umanitaria in favore delle persone migranti sulla rotta balcanica.

Siamo ancora di fronte ad una – ormai conclamata – ennesima crisi umanitaria, ad una notevole mole di profughi provenienti dall’Ucraina. Mai come oggi il problema delle migrazioni, sollecitate da problemi di vita di varia natura nelle terre d’origine, o nelle quali vivono di milioni di persone, è di drammatica attualità.

Crisi climatica, fame, conflitti, repressione violenta, sono i motivi che spingono le persone a scappare non solo dai luoghi di origine, ma anche dai luoghi dove attualmente stanno vivendo. E’ il caso di molte persone di origine africana e asiatica che a vario titolo vivevano in Ucraina. Persone che hanno incontrato e che incontrano tuttora difficolta ad entrare in Europa, ma anche a tornare nel proprio paese d’origine. Tutto questo nonostante l’intervento del personale diplomatico dei vari Stati extraeuropei.

Una solidarietà vera quella degli esponenti del gruppo torinese, non strumentale come quella sbandierata dalle destre che fanno costanti dichiarazioni di disponibilità verso i profughi ucraini, ma dalle cui parole arrivano molti distinguo su chi ha diritto e chi no ad essere accolto, assistito e protetto. Parole che si nascondono dietro presunte leggi Europee, che, al contrario, garantiscono il diritto inalienabile della richiesta di asilo da parte di chiunque.

Il sacrosanto diritto delle persone ucraine di fuggire dalla guerra non può non ricordarci le difficoltà di tutti coloro che affrontano viaggi rischiosi, colmi di disagio e sofferenza, pur di scampare a sofferenze più gravi, o alla morte, nella terra in cui sono nati o nella quale vivono.

Una forte rivendicazione quella di Torino per Moria, che pone uno dei problemi alla base di conflitti e sofferenze: “Diventa ancora più importante ribadire ora e sempre che frontiere e muri non sono la risposta“.