“Siamo una sola specie,
ci ha partorito la stessa terra,
anche se un passo indietro siam sempre noi a doverlo far.
Vogliamo sentirci libere a letto, a casa o per la via,
con la testa alta, la gonna corta ti piaccia o no.
Siamo la marea, la storia cambierà,
lotto tutto l’anno, non ci puoi fermar”

Ed è marea al calar della sera, che si riversa in Piazza Duca D’Aosta. Determinata, orgogliosa, scorre lungo le arterie di Milano, colmandole da marciapiede a marciapiede, arrivando fino al suo cuore, Piazza Duomo.

“Siamo tornatə dopo due anni a riprenderci le strade della nostra città e lo abbiamo fatto in tantissimə, oltre 10mila, ancora e sempre una marea” (Non Una Di Meno).

Un camion bianco apre la strada, musica, rivendicazioni, gli interventi si susseguono. No alla guerra in Ucraina e vicinanza ai civili vittime della stessa. Lo smantellamento della sanità pubblica, le malattie femminili non riconosciute come la vulvodinia. La richiesta di giustizia da parte di una rappresentanza delle donne del Tigray, contro gli stupri e le violenze sessuali subite durante la guerra in corso. Centinaia sono state sottoposte a trattamenti brutali allo scopo di degradarle e privarle della loro umanità, come ha denunciato un rapporto di Amnesty International l’11 agosto del 2021.

“L’8M è l’occasione per gridare insieme che non è possibile porre fine alla violenza se il razzismo continua. Lo sciopero femminista e transfemminista è per noi che non sopportiamo il razzismo e la violenza dei confini. Tante lotte e tante voci, tanto amore e tanta rabbia hanno lasciato il segno fuxia contro la guerra, il colonialismo, il patriarcato e la violenza strutturale che ci vuole mortə: come dicono lxs zapatistas, la nostra lotta è per la vita” (NUDM).

Foto di Andrea Mancuso