Quanto è difficile oggi interrogarsi sui nuovi temi che le nuove scienze e tecnologie pongono al centro del dibattito politico, etico e bioetico. In uno scenario in cui è sempre dirompente uno scientismo incriticabile, si fa avanti la distruzione di qualsiasi limite etico e politico che non si era mai osato superare per questioni legate all’integrità umana, all’inviolabilità della vita, alla dignità, al rispetto dei diritti umani e di tutte le altre categorie del diritto. In un frangente storico in cui il capitalismo avanzato (tecno-capitalismo) assume sempre più sembianze di un post-antropocentrismo senza alcun freno, le forze di mercato privatizzano la vita, la mercificano e la sacrificano sull’altare del biocapitalismo.

Dietro alla narrazione che per anni ha coperto gli interventi biotecnologici (su animali, piante, semi, cellule umane e non), le tecnologie riproduttive, le grandi piattaforme informatiche, i social media commerciali e le tecnologie del dominio (“capitalismo della sorveglianza” in Shoshana Zuboff) si è fatta strada l’ideologia transumanista. Un’ideologia che eredita tutte le vecchie forme di dominio e oppressione senza destrutturarle e tende a riprodurle con nuove forme. I transumanisti ereditano dunque il riduzionismo baconiano e cartesiano concependo mente e corpo come povere versioni organiche di una macchina potenzialmente perfetta. Cancellando qualsiasi olismo, si tende a inseguire il sogno dell’immortalità tecnologica, in cui la mente potrà essere travasata in un corpo “altro” non soggetto a logoramento. Come ha scritto il Collettivo Ippolita nella prefazione italiana di Materialismo radicale di Rosy Braidotti, si tratta di “nomi nuovi per vecchi dispotismi”. Nel transumanesimo, la tecnica cessa di essere un mezzo e diventa l’unico fine in cui i rapporti di produzioni non vengono messi in discussione. I transumanisti oggi, spesso ricchi miliardari a capo di grandissime corporation, sono gli ambasciatori dell’anarco-capitalismo e la loro mission appare ancora più inquietante nel loro intento di reintrodurre la ricerca dell’utopia nel pensiero neoliberale.

Questo si sta già concretizzando in parte oggi, con la corsa allo spazio non da parte di Stati ma da parte di privati come Elon Musk, Amazon, Virgin Airlines e Google: “la più grande opportunità commerciale dalla scoperta dell’America a oggi” l’ha descritta Musk. La frontiera dello spazio è la colonizzazione di altri pianeti per l’estrazione di risorse minerarie che stanno finendo sulla Terra come il litio e il bio-gas1. Come si fa a non capire che il problema è lo stesso e riguarda una messa in discussione più profonda dell’idea di dominio e di alterità?

Ma c’è di più, e riguarda proprio i progetti di Elon Musk. Nell’aprile 2021 l’azienda di Elon Musk ha pubblicato un video su Youtube, sfiorando le 6 milioni di visualizzazioni, di un macaco di nome Pager che giocava a ping pong attraverso una console di videogiochi senza utilizzare un joystic, semplicemente inviando segnali attraverso i sensori installati nel suo cervello.

Dopo gli esperimenti sugli animali, la sua start-up Neuralink sta preparando ad assumere specialisti per condurre esperimenti impensabili ed eticamente discutibili, che aprono le porte a scenari tutti nuovi nel campo della medicina, ma anche dei dibattiti politici e sull’etica e sulle possibili controindicazioni di questa evoluzione tecnologica. Secondo il sito web dell’azienda, l’obiettivo di Neuralink è quello di costruire qualcosa chiamato “interfaccia cervello-computer” che consente alle persone di trasmettere e ricevere informazioni tra il loro cervello e un computer in modalità wireless. Neuralink comincerà a sperimentare i chip nel cervello umano in test clinici seguiti da specialisti ed è pronta ad installare delle componenti elettroniche nel cervello umano in grado di guidare dall’esterno i movimenti del corpo. Neuralink “tenterà di dare a un paziente paralizzato il controllo cerebrale tramite il mouse di un computer, per scorrere, fare clic e probabilmente digitare. Uno dei suoi migliori ingegneri aveva precedentemente detto a Ieee Spectrum che l’azienda avrebbe cercato di battere l’attuale record mondiale di digitazione cerebrale”. Una distopia che diventa realtà. Lo stesso Musk scriveva nell’aprile del 2021: “Gli impianti verranno installati all’interno del cranio e caricati via wireless, quindi sembrerai e ti sentirai in maniera totalmente normale”. Oggi, la motivazione data dalla compagnia sarebbe quella di “Permettere alle persone che soffrono di paralisi di utilizzare uno smartphone con la loro mente più rapidamente di qualcuno che lo fa utilizzando i propri pollici” con il fine di “inviare segnali al cervello all’interno delle aree adibite al movimento, permettendo così, ad esempio, di far camminare di nuovi i paraplegici”.

Neuralink sta cercando di reclutare medici e personale sanitario con un annuncio pubblicato su Greenhouse come “direttore di esperimenti clinici”. “Lavorerai a stretto contatto con alcuni dei dottori e ingegneri più innovativi” ma anche “con i primi partecipanti ai test clinici di Neuralink!” (il punto esclamativo è incluso nella descrizione). Dalle qualifiche richieste si legge: “minimo di tre anni di esperienza nel campo della regolamentazione USA dei dispositivi medici” ma anche la conoscenza relativa ai dispositivi di neuro-modulazione. Stando alle parole del supermiliardario: “Gli algoritmi e l’hardware miglioreranno sempre più, l’intelligenza digitale supererà quella biologica di un margine sostanziale”. Motivo per cui, a suo avviso, si dovrà preparare il terreno per la creazione di una simbiosi tra il cervello umano e l’intelligenza artificiale. Uno scenario da letteratura di fantascienza inquietante.