Sono le 21 del giorno (1 Dicembre 2021) in cui il Corpo Speciale Ninja JumpTheFence (= Ninja SaltaRecinzioni) ha acciuffato il temibile NoTav/NoBorder Emilio Scalzo, e fuori dal Polivalente di Bussoleno, in attesa di un’assemblea che stasera sarà ancor più affollata del previsto, sua moglie Marinella rievoca la scena.

“E’ suonato brevemente il campanello, abbiamo subito capito che erano loro, eravamo preparati… Non mi hanno dato neanche il tempo di aprire il portoncino che affaccia sul giardino, che mi trovo di fronte questa scena incredibile, con loro che si calano da ogni punto della recinzione, agenti bardati di nero, mascherati, urlanti, issandosi persino dal cancellone che tanto agevole non è per via delle lance di ferro appuntite, una cosa da non credersi, tutti che si incitavano a vicenda: ‘eccolo… non fartelo scappare, non fartelo scappare…’, mentre da fuori i compagni di Emilio gridavano non meno di loro, i cani abbaiavano per lo spavento… Eravamo preparati al fatto che dovessero arrivare, ma che dovessimo subire una simile invasione, in pieno giorno… questa proprio non me l’aspettavo’. 

È successo dunque ieri, 1 Dicembre 2021, poco dopo le 13, con un’operazione degna di chissà quale temibile fuori-legge pronto alla fuga. Tutte le vie d’accesso circostanti la tranquillissima via di Casa Scalzo a Bussoleno, simultaneamente bloccate da decine di veicoli. La povera Nicoletta Dosio, che viene bloccata da un vero e proprio plotone di energumeni in assetto da sommossa mentre cercava di arrivare a piedi. Un centinaio di agenti in borghese a dar man forte alle decine di Ninja Squad specializzati nello scavalcamento delle recinzioni – da non credersi che una cosa così possa essere successa in Italia, ma questa è la Val di Susa, giardino sul retro di tutti i signoraggi e gli affarismi che hanno reso grande Torino e in effetti ‘fatto l’Italia’ – ma questa sarebbe una storia troppo lunga, limitiamoci a ieri. 

Il Benedetto Caso ha voluto che solo poco prima, in visita a Emilio Scalzo, fosse arrivato pure ZeroCalcare che si trovava già a Torino per via del Film Festival, e vecchio amico della causa NoTav – che non perde occasione di sostenere non solo con i suoi poster e disegni, ma anche con iniziative di fundraising per la Cassa di Resistenza, che è quasi sempre vuota, data l’infinità di cause per reati che sono sempre gli stessi, perché è da trent’anni che dura questa lotta.

«Ho raggiunto il presidio davanti a casa di Emilio, che è ai domiciliari dopo aver espresso solidarietà ai migranti al confine. Per questa azione che lui ha portato avanti, Emilio ora rischia di pagare in prima persona e attende di essere portato in Francia per essere processato» ricostruisce Zerocalcare in un video diffuso dal movimento NoTav un paio d’ore prima della traduzione in carcere di Scalzo, e subito diventato virale. 

E sono passate da poco le 15 quando arriva la notizia più ‘curiosa’ di tutte: Emilio NON è stato portato in carcere per essere estradato in Francia (come tutti avevamo immaginato), in forza di quel Mandato di Arresto Europeo emesso dall’autorità francese e tecnicamente inappellabile (come ratificato anche in Corte di Cassazione lo scorso 26 novembre), che sarebbe un fatto già abbastanza eccezionale. Ma è stata la Procura Generale del Piemonte a richiedere e ottenere un ulteriore aggravamento degli arresti domiciliari in attesa di consegna alle autorità transalpine, con la motivazione che ‘’la costante presenza di un presidio di simpatizzanti davanti all’abitazione di Scalzo potrebbe comportare rischi di commissione di reati’’. 

In altre parole: quel bellissimo Teatro degli Affetti che solo pochi giorni fa avevamo provato a raccontare ai lettori di Pressenza (https://www.pressenza.com/it/2021/11/prima-di-vederlo-partire-la-val-susa-si-stringe-intorno-a-emilio-scalzo), con le veglie intorno al fuoco e alle castagne del presidio, e il via vai dei compagni da dentro e fuori valle, e insomma la prova provata della grande e corale popolarità che circonda quest’uomo che a 66 anni conserva ancora l’andatura del ragazzo e che proprio tutti e tutte apprezzano da sempre per la sua generosità, umanità, integrità… TUTTO questo che dovrebbe come minimo suggerire una ben altra versione della storia che incrimina Emilio Scalzo… costituirebbero ‘rischio di commissione di reati’. 

«Sono esterrefatto» è stato l’immediato commento di Danilo Ghia, Avv.to difensore di Emilio Scalzo. «Il mio assistito è stato arrestato non a causa del suo comportamento, ma per iniziativa della Corte d’appello di Torino in ragione ‘’della presenza costante, dinanzi all’abitazione dello Scalzo, di un presidio di attivisti del movimento NoTav che potrebbe ostacolare l’esecuzione della consegna” il che è senza precedenti!».

In altre parole, una misura cautelare come gli arresti domiciliari, che già incide pesantemente sulla libertà personale di un detenuto in attesa di giudizio, è stata ulteriormente aggravata in ragione del ‘’comportamento ipotetico’’ (è la Corte stessa ad usare il condizionale) di ‘’soggetti terzi’’ (per esempio anch’io, che l’altra sera ho fatto apposta un salto a Bussoleno per il piacere di trascorrere un’oretta nell’amabile ciacolare del Presidio), senza che il destinatario dell’aggravio abbia tenuto alcuna condotta censurabile durante gli oltre due mesi di domiciliari. Pazzesco o no? Neppure l’India di Narendra Modi, con il draconiano UAPA (acronimo che sta per Legge per la Prevenzione di Azioni Illegali) era arrivata a una simile violazione dei diritti umani, oltre che del mancato rispetto di uno dei principi cardine su cui si fonda il nostro ordinamento – che imporrebbe l’utilizzo del carcere, tanto più in fase cautelare, solo se e quando risulti essere necessario e inevitabile. 

Ore, 18: il Teatro degli Affetti (o se volete “La Premiata Compagnia Scalzo&Friends”) si è già ricompattata sotto le mura del Carcere delle Vallette, capolinea del Bus N 3, alla brumosa periferia di Torino. E sono arrivati a decine, non solo dalla Val di Susa, ma anche da ogni quartiere di Torino, dove Emilio e la NoTavStory hanno parecchi supporters. Altoparlanti, microfono, un set collaudatissimo dopo centinaia di presidi come questo nel corso degli anni. Parte il primo messaggio: potente, scandito, parola dopo parola come colpi che devono andare a segno, e non è difficile immaginare la faccia di Emilio che sorride anche dietro le sbarre, insieme a quelli di cui era diventato subito fratellone durante la breve detenzione di settembre. 

Poi, più flebile, ma davvero commovente, il messaggio di Nicoletta Dosio, che le condizioni della detenzione le ha patite da ultra-settantenne e solo per alcuni mesi, in una condizione che lei stessa definisce ‘privilegiata’ – ma che quelle storie, quella disumanità, quel progetto di vero e proprio annientamento collettivo che è il carcere, se li porta dentro sempre, come una sofferenza che nessuna libertà può compensare se non proprio TUTTI ne possono godere.

È un messaggio il suo che parla di detenzione come di emigrazione, in forza di uno stesso sistema che eleva a legge la disumanità, e che sta diventando ogni giorno più crudele. Un messaggio che ripeterà in serata anche all’Assemblea di Bussoleno. 

Prossimi appuntamenti per la Val di Susa: un’infinità come potete vedere dalla pagina NoTavInfo in continuo aggiornamento (https://www.notav.info/post/8-dicembre-no-tav-il-programma-completo/). Calendario fittissimo per chi volesse programmare una full immersion in questa NoTavStory che da tempo (in effetti da sempre) non riguarda solo il famoso contestatissimo treno, perché nel controluce di questa Torino-Lione continuamente riproposta nonostante le tante argomentatissime Ragioni del NO – nell’accanimento di questo ‘sviluppo’ che un’intera valle dovrebbe accettare a scatola chiusa, nonostante l’evidenza della devastazione, dell’incidenza epidemiologica, dell’impatto ambientale già più volte documentato, dell’insostenibilità insomma proprio totale – non è difficile vedere la storia di tanti altri territori della nostra martoriata Italia, sotto l’assedio delle stesse lobby e logiche, ulteriormente legittimate da un quanto mai improbabile Ministero della Finzione Ecologica e in forza di chissà quale (NON discutibile) PNRR.

Tra tutte la data da non mancare sarà naturalmente quella dell’8 dicembre ‘’che per il Movimento NoTav quest’anno non sarà solo una celebrazione, ma un momento di ripartenza’’ ha ricordato ieri sera in Assemblea l’attivista Maurizio Piccione. Celebrazione di quella straordinaria sollevazione di TUTTA la valle contro le Forze dell’Ordine costrette ad abbandonare il sito già pronto ad accogliere il cantiere in quel di Venaus: correva l’anno 2005 e fu proprio quel momento di così corale e straordinaria partecipazione a convincere lo stesso Emilio Scalzo a schierarsi con il Movimento – come lui stesso racconta alla scrittrice Chiara Sasso in quella sua autobiografia bellissima che si intitola A Testa Alta e che alla luce dei recenti fatti, di quanto accaduto anche ieri, di ciò che le foto e le riprese video hanno così eloquentemente catturato con il telefonino (la straordinaria dignità di quella uscita da casa sua, il sorriso rivolto agli amici senza alcuna spavalderia, sorriso di puro affetto – sebbene scortato dagli sbirri), sarebbe da rileggere proprio come un testamento, o come l’evidenza dell’abisso che può esistere tra esseri cosiddetti umani. 

“E cosa vogliamo, dargliela pure vinta, a questi che ci vorrebbero tutti in ginocchio?… ” sono le parole che mi ha rivolto ieri pomeriggio Marinella con sguardo fiero quando l’ho raggiunta per un saluto, e l’ho trovata che tranquilla rassettava quanto restava del presidio della notte prima.

Chi ha la sicurezza della propria integrità morale, le ingiustizie le combatte regalando un sorriso” le fa eco un post (uno dei tantissimi) su Facebook.

“Inondiamolo d’affetto… Lettere, Cartoline, Telegrammi” è un altro post molto molto condiviso in queste ore, che specifica pure l’indirizzo: Emilio Scalzo c/o Carcere Lorusso Cotugno, Via Aglietta 35, 10149 Torino. E perché no facciamolo, tutte e tutti! E sarà pur vero che la posta gliela potrebbero bloccare… Ma come potranno bloccare questo vortice di messaggi, di rinnovata forza, determinazione, unione, che dal piccolo gazebo che era stato improvvisata davanti a Casa Scalzo, non potrà che crescere, e diventare sempre più virale, e contagioso, e sinceramente sentito, nelle prossime ore?