Con la delibera da parte della giunta che conferma il pubblico interesse per il Progetto San Siro abbiamo avuto la conferma di come il nostro sindaco Beppe Sala non sia per nulla green, come molto abilmente ha fatto credere nella sua campagna elettorale.  A urne ancora fumanti, non perde occasione di mostrare come l’interesse sia tutt’altro. Tutto ciò nel silenzio assordante dell’assessora (proprio) al verde Elena Grandi.

E’ green portar via a una città che ha consumato già il 58% del suo territorio altri 5 ettari di verde piantumato?

E’ green pensare di abbattere uno stadio sano, che semmai si può ristrutturare e ammodernare?

E’ green acconsentire a una demolizione che durerà 7 giorni su 7, 24 ore su 24, per 7 anni con il passaggio di 500 tir al giorno?

E’ green costruire grattacieli e centri commerciali sulla stessa area verde?

E oltretutto:

È fair consegnare un’area pubblica di 240.000 mq in mano a investitori di cui non si conosce nemmeno il titolare effettivo?

E’ fair stare al ricatto di due squadre che non sanno tenere i bilanci in attivo e che speculano sulla città?

E’ fair costruire uno stadio a 30 metri dalle case?

E’ fair non aver mostrato i dossier a cittadini e a Consiglieri?

E’ fair non aver voluto considerare l’alternativa della ristrutturazione, dimostrata possibile, più economica e nel rispetto delle esigenze di giocatori e tifosi?

E’ fair non passare nemmeno dal voto del Consiglio Comunale?

I fondi di investimento proprietari delle due squadre hanno già detto che il loro mandato sta per finire e che se ne andranno.

Non prima di aver incassato i diritti edificatori naturalmente. Elliott venderà il Milan nei prossimi mesi (Scaroni lo ha già annunciato), facendoci un bel guadagno. Idem i cinesi dell’Inter, che non vedono l’ora di liberarsi di un peso.

E’ questo il pubblico interesse? Ci sembra un interesse privato. Anzi, privatissimo.

Il comitato di Coordinamento San Siro insieme alla Rete dei comitati cittadini agirà in tutti i modi possibili per fermare questo scempio ambientale e questa ingiustizia.