Con le ragioni del No al TAV si conclude il Festival dei Cinema dei Diritti Umani di Napoli

Con il collegamento di domani, venerdì 19 novembre mattina, dall’Aula Studenti di Palazzo Nuovo a Torino, si conclude il ciclo di appuntamenti che il Festival del Cinema dei Diritti di Napoli ha dedicato quest’anno alla trentennale resistenza al progetto Torino-Lione. Titolo/tema di questa XIII Edizione che si è inaugurata il 10 novembre e parallelamente agli incontri internazionali ha previsto un ricco programma di film on line era Persecuted, per accendere la luce sul crescente numero di situazioni repressive, veri e propri affronti alla democrazia che “in ossequio a un modello di sviluppo che distrugge le risorse naturali invece di preservarle per le future generazioni”, si trovano persino legittimate da “una legalità senza giustizia” sia a livello internazionale che all’interno dei nostri confini.

Il programma qui:

E quale miglior esempio di metodica persecuzione di un intero territorio valle nel nostro nord ovest, che da 30 anni si trova sotto assedio e subisce una crescente militarizzazione, solo perché si oppone a un progetto di alta velocità che è stato ripetutamente definito climaticida e denunciato in ogni possibile sede per la totale insostenibilità ambientale, per la vera e propria minaccia (ammessa dallo stesso testo del progetto) per la salute – e che però deve proseguire whatever it takes, in omaggio a tali e tanti interessi economici su entrambi i versanti della Grande Opera, da giustificare qualsiasi offesa della volontà popolare, in barba alla nozione stessa di democrazia.

Non sono bastate le partecipatissime proteste, come ha di nuovo testimoniato l’attivista Nicoletta Dosio invitata a Napoli per inaugurare il Festival. Non sono bastate le più elementari considerazioni di buon senso, come ha raccontato Ezio Bertok (Presidente Controsservatorio Val Susa) nel corso dell’incontro con la Dimensione popolare della resistenza NoTAV (link : https://www.cinenapolidiritti.online/index.php/it/eventi/dedicato-alla-val-susa) la mattina dell’11 novembre – e davvero toccanti quei video-ritratti da lui stesso realizzati con alcuni protagonisti storici del Movimento, tappe di un lavoro in progress su questa collettiva esperienza di resistenza, nel cui controluce è possibile ricostruire la storia di un’intera valle.

E letteralmente impari il confronto sul fronte appunto della giustizia, come ha autorevolmente documentato sempre lunedì scorso l’incontro pomeridiano con l’ex magistrato Livio Pepino in tema di Diritto di resistenza a commento del film Archiviato, LINK impressionante carrellata dei tanti casi di abuso nell’uso della forza da parte delle FFOO durante le varie manifestazioni: abusi rimasti come impuniti, nonostante la quantità di circostanziate testimonianze, nonostante i danni che ne sono conseguiti per i malcapitati, perché per l’appunto dichiarati ‘non perseguibili’, per ‘assenza di prove’ o perché ‘il fatto non sussisteva’, per cui da archiviare.

A fronte però di una severità penale per gli attivisti che non ha mai fatto sconti, come dimostra il caso di Dana Lauriola ormai al secondo anno di detenzione (per fortuna ai domiciliari) per il crimine di aver amplificato con un megafono il suo dissenso.

Ed eccoci dunque venerdì 19/11 mattina, a partire dalle ore 10, all’appuntamento con i vari Comitati Giovani NoTav e Fridays For Future Valsusa, per il capitolo conclusivo e senz’altro più urgente e attuale, fra i tre che il Festival del Cinema dei Diritti di Napoli ha deciso di dedicare al popolo della Val Susa: quello in focus sulle tante motivazioni del NO alla Grande Opera, percepita come minaccia sul fronte dell’ambiente, della salute, della sostenibilità, e dunque come vero e proprio climaticidio – e non a caso il primo nucleo di argomentata opposizione al progetto Torino-Lione risale al lontano 1989 con il Comitato Habitat che si creò alle porte di Torno, e che ebbe il merito di anticipare moltissime riflessioni che sono ormai patrimonio di tutti, come di nuovo ribadito in occasione delle Cop26 da poco conclusa a Glasgow.

“Nonostante ci troviamo immersi nella più grande crisi che l’umanità abbia mai conosciuto, è evidente che non c’è la minima intenzione di smantellare il sistema  economico e sociale che è la principale causa di questa situazione”.

Spiega Ivan Basadonna in rappresentanza di un gruppo di FFF della Val Susa che sono appena tornati dalla Cop26 e che ha contribuito all’organizzazione di questa mattinata, insieme ad altri attivisti dei Comitati Giovani NoTAV (Viola, Francesca, Nicolò, Ada, Luca, solo per citarne alcuni).

“Il sistema economico-produttivo e il mondo della finanza continuano ad essere i grandi protagonisti delle agende politiche e delle scelte dei singoli stati, che, nonostante gli impegni presi, continuano a mettere il profitto prima del benessere dei cittadini e dell’ambiente. Ed è lo stesso sistema che non smette di estrarre petrolio in Medio Oriente, o che disbosca le foreste dell’Amazzonia, a perseguire questo assurdo buco per 57 km nelle viscere di una montagna in Val di Susa, come ben sappiamo da trent’anni.”

In che modo il Movimento NoTav si è arricchito di queste nuove energie, dopo la fine del primo lockdown e sull’onda delle manifestazioni ambientaliste che avevano riempito le piazze sull’esempio di Greta Thumberg, saranni gli stessi giovani dei vari Comitati a raccontarlo, a partire da quell’intensa esperienza di presidio collettivo che ebbe luogo nell’estate del 2020 in località Mulini, in alta Val Susa, e via via aggregò una quantità di adesioni da Torino e da tutt’Italia, in coincidenza con l’improvvisa ripresa dei lavori nel cantiere di Chiomonte. (varie foto in cartella)

E con l’ausilio di vari filmati originali, pazientemente estratti dai social e montati, ci sarà parecchio altro da ripercorrere, per chi lo scorso anno lo ha trascorso più che altro chiuso in casa, per via del secondo lockdown. A cominciare dai primi di dicembre 2020, con l’inaugurazione del Presidio di San Didero negli spazi ormai da tempo abbandonati dell’ex autoporto, e rapidissimamente riqualificati con un fitto calendario di eventi, laboratori aperti, momenti di partecipata convivialità e maturazione per tutto il Movimento NoTav, attivisti della prima ora insieme ai figli e nipoti.

Il racconto proseguirò poi con il racconto degli ultimi espropri in località Chiomonte, durati un intero mese tra marzo e aprile scorsi per via di titoli proprietari che più collettivi non si potrebbe immaginare: oltre 1000 per un minuscolo fazzoletto di terreno, nell’ambito dell’iniziativa Barricate di Carta, e anche questa è resistenza. E poi con la rievocazione del vero e proprio affronto inferto alla valle verso la metà di aprile, con la requisizione manu militari di un’estesa area boschiva – che secondo i proponenti del TAV dovrà essere adibita (ennesima contraddizione) ad autoporto! E molto molto altro.

In dialogo con gli organizzatori dell’incontro, per gli approfondimenti circa i diversi aspetti di insostenibilità del progetto, ci saranno Alberto Poggio e Marina Clerico, validissimi membri della Commissione Tecnica dell’Unione Montana della Val Susa, oltre a Mario Cavargna, instancabile ricercatore oltre che Presidente dell’Associazione ProNatura Piemonte. Ma è stato previsto anche un incontro (registrato in video perché si trova ai domiciliari) con l’attivista Emilio Scalzo ((varie foto in cartella), che dal 15 settembre è stato colpito da un MAE (Mandato di Arresto Europeo) che speriamo non debba concludersi davvero con l’estradizione che è stata richiesta dalle autorità francesi: la data del responso da parte della Corte di Cassazione sarà il 26 novembre.

Concluderà la mattinata e l’intero Omaggio alla Val Susa del FilmFestival di Torino, di nuovo Nicoletta Dosio in collegamento da Bussoleno. E da non mancare nel tardo pomeriggio del giorno dopo, a partire dalle 17, il collegamento con la cerimonia conclusiva del Festival (c/o Maschio Angioino di Napoli, Biblioteca di Storia Patria), non solo per la lettura dei premi ai vari film e docs in concorso nelle varie sezioni del Festival, ma perché gli ospiti d’onore saranno proprio Dana Lauriola (dai domiciliari in cui si trova) e Mimmo Lucano (con il carico penale che ben sappiamo).

E dunque: da dentro e da fuori la Val di Susa, sintonizziamoci in tanti!

 

collegamenti in streaming dalla pagina Facebook del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli

pubblicato anche su serenoregis