Le proteste contro i golpisti stanno sommergendo i capi militari, bloccando di fatto il paese. Presìdi e manifestazioni anche di notte, sfidando il coprifuoco che di fatto non è stato mai rispettato. L’aeroporto internazionale di Khartoum è stato bloccato al traffico per lo sciopero dei piloti e del personale dell’aviazione civile. Banche, scuole e molte attività pubbliche sono chiuse. Anche i commercianti hanno serrato i loro esercizi in segno di partecipazione alla protesta. 12 ambasciate sudanesi nel mondo hanno dichiarato di respingere il colpo di Stato e di non riconoscere il nuovo potere militare. Una disobbedienza civile pacifica che ha affrontato i carri armati e i mitra a mani nude. Sono salite a 10 le vittime delle pallottole dei soldati.

Il generale Burhan è stato costretto a indire una conferenza stampa nella quale ha ripetuto un’incredibile versione: “Il premier non è sotto arresto, perché è ospite a casa mia e sta svolgendo la sua normale vita quotidiana. L’ho fatto per la sua incolumità. La nostra decisione non è un colpo di Stato, ma un’azione di rettifica”. E poi un fiume di promesse, tra le quali: nominare un governo civile di tecnici capaci, una Costituente e un organo legislativo, inoltre saranno organizzate anche le elezioni democratiche. Le sue parole non hanno convinto, anzi le strade e le piazze sono state invase da altra gente che chiedeva espressamente la caduta del regime militare e la liberazione di tutti i politici e i funzionari civili arrestati, con in testa il premier Hamdouk. Nel cuore della notte, il premier e la moglie sono stati accompagnati a casa loro e messi agli arresti domiciliari.

Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno respinto il golpe militare ed hanno congelato gli aiuti finanziari al Sudan fino al ristabilimento della situazione precedente.

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

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