Domenica 19 settembre è stata convocato l’incontro del sindacalismo conflittuale nella città delle due torri (ore 10.30, sala “Dumbo” in via Casarini 19), in vista dello sciopero generale del prossimo 11 ottobre. L’obiettivo è quello di riunire tutte le forze sociali conflittuali per tentare di fronteggiare le politiche economiche del governo improntate sulla centralità neoliberista, invertendone il segno  verso un nuovo welfare a sostegno della maggioranza della società, le cui condizioni di vita sono state aggravate dalla crisi epidemiologica.

La campagna contro il reddito di cittadinanza, a nostro avviso, mostra qual è lo spirito libidinoso dell’arraffare capitalistico. Dicono lor signori del sistema dell’impresa che vogliono pianificare l’economia post pandemica: “date a noi le risorse destinate alla misura assistenziale che eroga reddito a babbo morto”.

Insomma se i soldi vanno  all’impresa sarebbero ben spesi, mentre se a beneficiarne sono – senza mediazione alcuna – le sempre più estese fasce sociali deboli, dato il progressivo slittamento al limite della soglia di povertà (non solo a causa della pandemia), la spesa  sarebbe non solo “improduttiva”, ma addirittura “dannosa” per il mercato di lavoro: vedi le tantissime persone,  giovani e meno giovani, che in questi anni sono riuscite a sottrarsi al ricatto del lavoro miserabilmente sottopagato, mettendo in crisi molte aziende che speculavano sul dumping salariale.

Ecco perché sarebbe bene che nella agenda dello sciopero generale entrasse a pieno titolo la proposta riformatrice di eliminare tutte le condizionalità poste in capo alla misura del reddito di cittadinanza e, soprattutto, con l’introduzione di un reddito di base universale, in uno col possibile varo legislativo del salario minimo.

 

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Comunicato unitario sindacalismo di base

ADL Cobas – CIB Unicobas – Clap – Confederazione Cobas – Cobas sanità università e ricerca – Cobas scuola Sardegna – CUB – Fuorimercato – OR.SA. – SGB- Sial Cobas – SI Cobas – SLAI Cobas sc- USB – USI Cit

 

Lo sblocco dei licenziamenti varato dal governo Draghi su indicazione dell’UE, con la complicità di Cgil-Cisl-Uil e a dispetto del permanere dell’emergenza pandemica, è parte di un attacco a tutto campo contro le condizioni salariali e di vita di milioni di lavoratrici e lavoratori: da un lato l’ aumento dei ritmi, della precarietà, dei ricatti e dei salari da fame; dall’altro l’inasprimento della repressione contro gli scioperi e contro le lotte sindacali e sociali.

Contro questa macelleria sociale è giunta l’ora di unire le forze: per questo motivo la totalità del sindacalismo di base ha indetto unitariamente uno sciopero generale per il prossimo 11 ottobre.

Facciamo appello a tutte le realtà e i movimenti sociali, ai disoccupati, alle precarie e ai precari, agli studenti, ai movimenti per la difesa dell’ambiente e della salute, per il diritto all’abitare, affinché l’11 ottobre diventi una giornata di lotta generalizzata contro i piani di governo e padroni, e sia il punto di partenza per una nuova stagione di conflitto dentro e fuori i luoghi di lavoro.