Valigia Blu ha pubblicato un’interessante e molto ben fatto articolo su una ricerca fatta dall’Università di Oxford

Lo studio, come correttamente sottolineato da Angelo Romano, non è ancora stato soggetto a revisione.

Risulterebbe dalla ricerca (in assenza di revisione il condizionale è d’obbligo) che la protezione contro il contagio – la protezione contro lo sviluppo dell’infezione Covid-19 è estremamente efficace – cala nel tempo, e che il vaccino mRNA di Pfizer-Biontech, offre, contro i contagi, una maggior garanzia complessiva del vaccino di Astra Zeneca.

Ci sono peraltro altri studi che certificherebbero che nella variante delta anche i vaccinati contagiati abbiano una significativa carica virale.

https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.07.31.21261387v3

https://www.cdc.gov/mmwr/volumes/70/wr/mm7031e2.htm?s_cid=mm7031e2_w

Occorre attendere comunque una revisione e validazione di questi studi, tutti molto recenti.

Occorre fare qualche considerazione di fondo: la comunità scientifica continua – con rigore e rispetto dei dettami della scienza – a fare ricerca e studi, che ovviamente sono sempre in divenire.

Si parla sempre più spesso della necessità di una “terza” dose (ci sono anche vaccini monodose) e della necessità di una copertura vaccinale estremamente estesa.

Sarah Walker, responsabile dello studio di Oxford, ha tuttavia dichiarato che sebbene la carica virale delle persone vaccinate contagiate dalla variante delta sia più elevata di chi è contagiato dalla variante alpha, lo studio non fornisce risultati sufficienti sull’effettiva contagiosità delle persone vaccinate e positive al Sars-CoV-2 (il virus che causa il Covid-19), sollecitando ulteriori studi in questo senso.

Va detto che fin da subito venne dichiarato che i vaccini coprivano contro lo sviluppo dell’infezione Covid-19, cosa che gli studi epidemiologici confermano.

Nell’articolo di Romano è anche riportata una considerazione di Muge Cevik, ricercatore di malattie infettive presso la St Andrews University in Scozia, il quale sottolinea la difficoltà nell’interpretazione di questi studi: secondo lui è difficile determinare il numero di volte in cui un soggetto vaccinato è entrato in contatto con soggetti positivi, il che potrebbe essere una variabile non secondaria.

Se questi studi fossero confermati si porrà il problema del green pass per le persone tamponate e non vaccinate: il tampone non dà garanzia assoluta.

L’articolo di Valigia Blu è davvero ottimo e ne consigliamo la lettura (cliccare sul link in blu del sottotitolo di questo articolo).