La situazione dei pazienti ricevuti al Centro chirurgico per vittime di guerra di EMERGENCY a Kabul continua a migliorare, anche se continuiamo a ricevere diversi feriti da proiettile.

“Nella giornata della tradizionale festa della Ashura ci sono state numerose manifestazioni a Kabul, e una di questa ha cercato di rimuovere la bandiera talebana che era stata innalzata in vari punti della città. La folla è stata dispersa sparando in aria, e infatti abbiamo ricevuto varie persone colpite dalla ricaduta dei proiettili. Dalle ferite che abbiamo esaminato, nessuno dei nostri pazienti è stato però preso di mira direttamente,” racconta Alberto Zanin, Coordinatore medico di EMERGENCY a Kabul.

Prosegue inoltre lo stato di confusione all’aeroporto, dove sembra che circa 10.000 persone stiano ancora cercando di salire su un volo.

“Nella giornata di ieri abbiamo ricevuto ancora circa 5 persone provenienti dall’aeroporto con ferite di arma da fuoco. Al momento, è l’unico luogo della città dove la situazione ci risulta ancora caotica. È difficile capire cosa stia accadendo, perché chi arriva da lì soffre di un severo stress post traumatico, e quindi non parla dell’accaduto,” prosegue Zanin.

Al momento i letti liberi in ospedale sono 20 su 100, e questo permette al Centro di prendere in considerazione l’ammissione di tutte le donne e i bambini che lo raggiungano, ma anche degli adulti maschi, con la sola esclusione di quelli con ferite a braccia e gambe, sempre che non presentino compromissioni vascolari.

Per quanto riguarda il resto del paese, mentre la situazione del Centro chirurgico per vittime di guerra di Lashkar-gah sembra avviata verso il ripristino nella normalità, a destare preoccupazione è la situazione della valle del Panshir, dove i talebani non sono ancora penetrati e la comunità locale si è autorganizzata per difendersi.

“Per ora nel nostro Centro medico-chirurgico di Anabah non stiamo ricevendo un numero particolarmente alto di feriti, ma ci stiamo preparando. Per questo a breve un gruppo di infermieri del nostro ospedale di Kabul con esperienza in ferite di guerra si recherà nella valle per offrire una formazione supplementare a quei colleghi che sono abituati a lavorare in un posto normalmente pacifico,” dichiara Zanin.

Nonostante la situazione a Kabul si stia stabilizzando, permane però l’incertezza e la preoccupazione nella popolazione civile. “Ci sono molte persone nel nostro ospedale che sono nate dopo l’intervento della NATO, hanno quindi conosciuto solo un Afghanistan semi liberale e si trovano per la prima volta a toccare con mano le politiche dei talebani. C’è quindi grande incertezza e preoccupazione,” spiega Zanin.

Su chi è rimasto vittima delle violenze di questi giorni ci sono invece ben pochi dubbi. “Il 90-95% dei nostri ricoverati sono civili,” conclude Zanin.