Intervista di Perfecto Caparas

Fran Watson, Direttrice del Wrongful Conviction Clinic, Indiana University Robert H. McKinney School of Law

Pressenza intervista la Prof.ssa Fran Watson,  di Diritto all’Indiana University Robert H. McKinney School of Law. Ha fondato e dirige il Wrongful Conviction Clinic, membro fondatore dell’Innocent Network. Utilizzando la scienza del DNA, i lunghi anni di patrocinio in tribunale della Prof.ssa Watson hanno portato all’assoluzione, tra gli altri, di Darryl Pinkins e Roosevelt Glenn. Il programma della CBS News  ha presentato la sua storia nel febbraio 2017. Nota per la sua trentennale attività giudiziale, legislativa e multilivello per detenuti condannati ingiustamente, il 25 marzo 2021 la Prof.ssa Watson ha ricevuto l’Inspirational Faculty Woman Award dall’Office for Women and the Division of Student Affairs dell’Indiana University Purdue University Indianapolis (IUPUI).

Perfecto Caparas: Quale esperienza l’ha spinta a dedicare la sua vita alla causa della lotta per le persone condannate ingiustamente?

Fran Watson: Sono cresciuta negli anni ‘60 negli Stati Uniti, un periodo di cambiamento. Mi sono diplomata al liceo nel 1973. A causa delle guerre culturali in corso nel Paese, ho cominciato a voler cambiare il mondo in meglio. L’ingiustizia sociale era evidente in America. Quello che non capivo  facoltà di legge è che il tessuto del sistema giudiziario penale soffriva molto a causa dell razzismo e la mancanza di risorse. Ho studiato giustizia penale, penitenziaria e lavori sociali. Sono arrivata al tema delle condanne ingiuste partendo da questo background.

PC: Quali ostacoli ha affrontato? Come li ha superati?

FW: Il contenzioso è un duro lavoro. Portare addosso le speranze di libertà dei popoli è un fardello che accetto. Gli ostacoli si superano con il duro lavoro, la concentrazione e il sostegno da parte di famiglia e amici.

PC: Quali sono le sue osservazioni e opinioni riguardo i pilastri del sistema giudiziario penale statunitense, ossia le forze dell’ordine, le prigioni, il procedimento, i tribunali, e la comunità?

FW: Le forze dell’ordine sono corrotte e militariste. I sindacati di polizia sono forti e proteggono i loro membri quando questi commettono evidenti illeciti. I tribunali soffrono perché hanno bisogno di finanziamenti e tentano quindi di accumulare quanti più casi possibili, anziché garantire un focus sulla cura delle persone.

Le prigioni private sono orribili. Il Paese dovrebbe vergognarsi se permettiamo alle multinazionali di lucrare sui detenuti e le loro famiglie, come sta avvenendo.

PC: Quali problemi e sfide affliggono il sistema giudiziario penale statunitense? Quali misure di intervento sono necessarie per affrontarli?

FW: Dovremmo abolire le prigioni private. I giudici dovrebbero essere eletti attraverso elezioni, non tramite nomine politiche. Gli uffici del procuratore e del pubblico ministero dovrebbero essere finanziati adeguatamente. I casi recuperabili esaminati ed lavorati.

PC: Come professoressa di diritto civile e come avvocatessa per i diritti civili, quanto è reattiva, secondo lei, l’educazione legale ai problemi e alle sfide che affliggono il sistema giudiziario penale? Che ne pensa della professione legale? Quanto è reattiva a questi problemi e sfide? Quali riforme devono essere intraprese nel campo dell’educazione giuridica e anche in quello della professione legale?

FW: L’educazione legale deve concentrarsi di più sulla formazione degli studenti per la figura di avvocato in contrasto con l’attuale focus sulle dottrine del diritto. Credo che l’educazione legale induca gli studenti a rispettare le norme vigenti più che a contestarle. La professione legale compie molti nobili sforzi tramite le associazioni degli avvocati e organizzazioni simili. Ma i bisogni dei poveri e delle minoranze non vengono soddisfatti.

PC: Qual è la sua idea per il nostro sistema giudiziario penale statunitense? Come la si può realizzare?

FW: Mi dispiace, ma al momento la mia idea è vaga. Vedo le sfide che mi aspettano. Forse iniziare con lo sbarazzarsi delle prigioni private e mettere a punto programmi di rilascio?

PC: Qual è il contributo e l’eredità che vorreste lasciare alla comunità legale e alla società in generale?

FW: Trovo conforto nei tanti clienti che ho rappresentato negli anni e nella consapevolezza che, con i loro cari, hanno apprezzato gli sforzi fatti per loro. Sono anche orgogliosa degli studenti che fanno tesoro delle mie lezioni e continuo a mettere questo sapere al servizio delle esigenze legali altrui.

 

Traduzione dall’inglese di Enrica Marchi. Revisione di Flavia Negozio.