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A due anni esatti dall’arresto di Julian Assange, prelevato con forza dalla polizia londinese presso l’Ambasciata dell’Ecuador a seguito del tradimento del Presidente Lenin Moreno, torniamo a manifestare per chiederne la scarcerazione.

Nonostante la sentenza di primo grado, avvenuta il 4 gennaio di quest’anno, abbia respinto la richiesta di estradizione degli Stati Uniti d’America contro il giornalista e cofondatore di WikiLeaks, Julian Assange continua ad essere detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh.

Le condizioni fisiche e mentali di Assange sono critiche; rischia fino a 175 anni di carcere per avere svolto il suo lavoro volto al nostro diritto all’informazione. Gli Stati Uniti lo accusano di spionaggio per aver diffuso informazioni classificate, creando al contempo un clima da guerra fredda, come è sotto gli occhi di tutti.

Chiedere la libertà di Assange significa difendere la nostra libertà, la quale passa inevitabilmente dal nostro diritto ad una corretta informazione.

A questo fine porteremo più di duemila firme cartacee già raccolte. Il miglior lavoro che si possa fare per questa campagna di libertà va svolto parlando di Assange con i cittadini, chiedendo loro di aderire firmando per la sua liberazione.

Ritroviamoci domenica 11 aprile, alle ore 16.30, in piazza del Liberty davanti al Consolato britannico di Milano.

Chiediamo a tutti i partecipanti il rispetto delle misure di sicurezza sanitaria e al contempo informiamo dell’obbligo di portare con sé il modulo di autocertificazione, previsto per la partecipazione a presidi e varie manifestazioni.

Comitato per la liberazione di Julian Assange