41 anni senza Valerio, 41 anni con Valerio, ogni giorno.

Il 22 febbraio era un’occasione che la nostra città non poteva perdere, ma il protrarsi dell’emergenza sanitaria ha messo in discussione il corteo per ricordare Valerio Verbano.

Valerio Verbano fu ucciso davanti ai suoi genitori da tre coetanei armati il 22 febbraio 1980. Siamo a Roma, in particolare al Tufello. In quegli anni Verbano faceva ancora il liceo, l’Archimede, e portava avanti il suo metodico e dettagliato dossier sulla scena politica romana degli anni ‘70 in un’attenta attività di controinformazione. Nel suo mirino finirono anche i fascisti, probabilmente coloro che gli tolsero la vita. Ad oggi le indagini sono ancora aperte, e ogni anno le piazze e le strade di Roma si riempiono per Valerio.

Nonostante ciò, le compagnə del collettivo Oltreaniene e le realtà sociali del Tufello, Astra e LabPuzzle, hanno reso possibile un corteo, in presenza, nel rispetto delle norme e della collaborazione mediante un vademecum contenente precise misure da rispettare con l’invito alla responsabilità e alla consapevolezza collettiva.

Il successo è stato, prima di tutto, merito dell’impegno e dell’attenzione di tuttə, in quella che può essere considerata come la seconda più grande manifestazione antifascista nazionale, dopo il 25 aprile.

Nelle piazze che comunemente abbiamo organizzato come rete “Roma in Piazza” siamo statə capaci di gestire al meglio il nostro stare insieme, ponendo molta attenzione sulle norme di sicurezza e di tutela necessarie. Non abbiamo registrato, nelle molteplici occasioni che ci hanno visto manifestare insieme, persone contagiate o focolai partiti dalle nostre piazze. – dichiara il Csa Astra sulla pagina Facebook.

Quest’anno, da un’intuizione delle Compagn3 del Tufello, è stato trovato un modo di coinvolgere anche quelle zone in cui il corteo non è potuto arrivare, lasciando le parole di Carla Verbano, tratte dal suo libro “Sia folgorante la fine” (Carla Verbano e Alessandro Capponi, 2010). Sono stati selezionati venti passi, disposti in dieci punti diversi della zona e raccolti in una mappa.

Il vuoto lasciato dalla realtà alienante delle distanze di sicurezza, è stato colmato, prima ancora che dal corteo, dai muri del quartiere che sono, così, riusciti a toccare il cuore di residenti e passanti. In questo modo, i muri diventano uno dei tanti strumenti per coltivare la memoria attiva.

La giornata di ieri è iniziata proprio da questa idea: l’idea di fornire alle persone i mezzi di partecipazione, il senso di appartenenza a una comunità che non ti abbandona, come non ha abbandonato Carla e Sardo Verbano nel corso degli anni.

Alle 8:30 davanti casa di Valerio, in Via Montebianco, le madri e i giovani studenti si sono riuniti in un primo incontro di lettura dei testi che hanno formato il percorso sopra descritto; poi i fiori sotto la targa di Valerio, le due bandiere, rosse, nuove, proprio come faceva Carla ogni anno.

Successivamente alle ore 11, spostandoci tra i lotti del Tufello, l’inaugurazione del murale di Jorit, in via delle Isole Curzolane. Il sorriso di Valerio “quasi giocondesco” come l’ha definito l’Assessore alla Cultura Christian Raimo. Merito dell’artista Jorit che, in collaborazione con Csa Astra e Palestra Popolare Valerio Verbano, ha realizzato un ritratto capace di far fermare il traffico. Jorit raffigura le persone in base a quella che è la sua idea del mondo o del mondo come dovrebbe essere, e le strisce rosse sui volti rappresentano il concetto della Human tribe, del senso di appartenenza alla comunità.

Mentre parla davanti ai giornalisti, Jorit ha gli occhi che brillano, racconta di un quartiere in cui si è sentito subito a casa per le persone, per le scritte sui muri che ti accolgono, per la memoria delle lotte sociali. Spiega che, in queste settimane di lavoro, ha dovuto più volte ripassare la vernice perché le pareti di tufo assorbono e le persone, dai balconi e dalle finestre, gli facevano compagnia mettendo la musica o scambiandoci quattro chiacchiere. Ha le scarpe tutte sporche di vernice e indossa la felpa della Palestra Popolare Valerio Verbano.

La Palestra, dovete sapere, non è solo un luogo per fare attività fisica ma un vero e proprio punto di riferimento per il quartiere, che è riuscito a non fermarsi, neanche in questi mesi di emergenza sanitaria. Ha permesso alle persone di svolgere attività fisica in sicurezza spostando i corsi nei parchi pubblici, come il Parco delle Valli, consentendo, così, un sano equilibrio tra il rispetto delle misure di isolamento e confinamento in casa e la possibilità di condividere e di fare movimento in compagnia.

In attesa di una riapertura, la palestra Verbano si ritrova a dover finanziare da sola la riparazione di un tetto danneggiato dalle intense piogge di quest’inverno, piogge che hanno causato l’allagamento in più parti della struttura. È per questo si è dato inizio a un crowdfounding per poter riparare al più presto il danno; in fondo all’articolo troverete i loro contatti per chi volesse prendere parte alla raccolta fondi.

Dopo l’intervista, alle ore 16:30 ci ritroviamo in centinaia sotto casa di Valerio per dare inizio al corteo, poi via via diventiamo migliaia, migliaia di persone di tutte le età. Dentro di noi Valerio e con noi il sentimento di libertà, inconfondibile, è quello che nasce dalla partecipazione.

Questo è Valerio. La presenza in tutti noi, il viscerale rifiuto dell’indifferenza e il coraggio di prendere una posizione, di vivere a pieno il senso di appartenenza alla nostra epoca, di aprire gli occhi; come affermava Carla Pintucci “Valerio non va visto come un simbolo ma in chiave di querida presencia”.

È per questo motivo che ieri le voci del corteo urlavano all’unisono dei problemi reali che stanno affliggendo oggi la nostra società, a partire dalla situazione delle carceri, sovraffollate e in stato di disfacimento. A un anno di distanza dalle proteste di Modena per la diffusione del virus e per la decisione dello Stato di sospendere i colloqui, ancora nessuno sviluppo. Va sottolineato il recente focolaio nel carcere di Rebibbia che sta attualmente coinvolgendo 110 detenuti positivi al Covid-19.

Per arrivare alle leggi antiaborto in Polonia e all’affissione dei manifesti antiabortisti comparsi nel quartiere a inizio febbraio, una lotta quotidiana per le donne di tutto il mondo. Fino all’arresto di Pablo Hasél, il rapper spagnolo condannato a 9 mesi di carcere con l’accusa di “apologia del terrorismo” e vilipendio alla Corona.

La prima misura antivirale dell’antifascismo deve essere quella contro l’indifferenza.

Intorno alle 19 il corteo si ferma davanti al centro sociale Astra, il percorso si conclude con la proiezione di un’intervista esclusiva che Carla ci ha lasciato, coronata dai fuochi d’artificio sparati dai rappresentanti del liceo Archimede, il vecchio liceo di Valerio, dal tetto di un edificio in via Capraia. Termina il corteo, un anno fa saremmo stati tutti a pizza Sempione a bere birra e ascoltare il concerto, quest’anno, invece, è finito tutto in silenzio e in ordine, ma con i cuori pieni. La forza è stata nel non fermarsi ma nel sapersi adattare alle necessità del momento. Così e per sempre.

Valerio vive.

Zoe Votta

RACCOLTA FONDI PER IL TETTO DELLA PALESTRA POPOLARE VALERIO VERBANO

Iban: IT39J0521603218000000001135

Intestazione: A.S.D. Tufello Combat

Causale: Sottoscrizione lavori tetto.