Ieri si è svolta una manifestazione della cittadinanza in favore delle persone senza dimora

Nonostante il freddo pungente i cittadini si sono radunati sotto il Comune di Torino per protestare contro le politiche sociali gravemente insufficienti del comune.

Sono emersi alcuni temi tra i quali il superamento dei dormitori, la cui gestione è – ovviamente – estremamente difficoltosa a causa di diverse problematiche.

Quella dei dormitori, quanto meno così concepiti, è una non soluzione che molto spesso e non a caso le persone senza dimora rifiutano.

Il non cominciare ad affrontare in modo certamente efficiente, o meglio efficace, ma anche a “misura di persona”, il problema dei senza dimora è una scelta politica irresponsabile che ricadrà sulle persone stesse e recherà disagio alla cittadinanza.

Tra le persone senza dimora ci sono anche coloro che sono stati “sparsi” per Torino dallo sgombero di via Germagnano, attuato senza serie alternative abitative.

Occorre non dimenticare che per l’integrazione delle persone Rom, Sinti, Caminanti, l’Europa ha inviato all’Italia 132 milioni di euro (nel sestennio 2014-2020 come risulta da questo documento ufficiale dell’UE ) di fondi strutturali suddivisi poi tra i vari PON (Piani Operativi Nazionali), fondi che per legge vengono ulteriormente integrati dall’Italia.

E’ da tempo che le associazioni Rom propongono soluzioni, che già vengono attuate altrove, ma tutt’ora questi suggerimenti vengono ignorati dalla Sindaca della Città Metropolitana.

Non smetteremo di ripeterlo: Torino ha avuto in disponibilità 387 milioni di euro per l’inclusione sociale di persone fragili.

Ci sono poi realtà non visibili alla cittadinanza, ovvero situazioni nelle quelli il degrado è inimmaginabile per chi non vede con i propri occhi.

Occorre che come base etica di qualunque politica sociale ci sia la dignità della persona, non si può sommariamente cacciare via delle persone semplicemente perché, il fatto che siano visibili, sia un’implicita denuncia della incapacità politica di una gestione umana e rispettosa di tragedie dell’esistenza che nessuno di noi vorrebbe vivere.

Impensabile continuare a proporre soluzioni che le stesse persone senza dimora rifiutano perché considerate non dignitose, perché sono a tutti gli effetti non soluzioni, che non risolvono alcunché.

Ora il Prefetto ha convocato un tavolo con la Sindaca e la Curia, che è stata chiarissima sugli aspetti riguardanti rispetto e dignità, in tutta sincerità ci sono dei timori: che sia una soluzione che non prende in considerazione l’esperienza e i consigli delle unità territoriali, delle associazioni, quantomeno quelle che da più tempo sono sul territorio, attuando strategie di scarsa efficacia, che non tengono conto del punto di vista dei senza dimora, che solo (o quasi) chi fa unità di strada conosce nel dettaglio.

Dall’altra la funzione non politica della Prefettura potrebbe far ben sperare che si possa trascendere da pressioni a cui sembra essere sempre più soggetta quest’amministrazione, condizionamenti che nulla hanno a che fare col bene comune, ma che anzi, in qualche modo sembrano depauperare Torino e la propria cittadinanza proprio dei beni comuni, cosa che denunciamo con grande preoccupazione, essendo consapevoli del limite dei “tecnici” e del primato della politica, e cosa di cui occorrerà, credo, tenere ben conto nella scelta del prossimo Sindaco.

Un sacrosanto tributo deve andare anche alle associazioni solidali, del terzo settore, che continuano con molte difficolta e una sempre più scarsa fiducia nelle politiche attuate in questa tornata amministrativa, a fare il possibile per alleviare le vere e proprie sofferenze di chi vive per strada.

Ho partecipato al giro di uno dei gruppi di persone che hanno sensibilizzato le persone senza dimora sul fatto che era in atto una manifestazione in loro favore.

Abbiamo incontrato una donna che aveva mal di denti e un uomo che non stava bene. Ho chiamato l’unità di R@inbow For Africa, che sapevo essere operativa quella sera, è intervenuta su entrambi i casi: la Dott.ssa Turotti ha visitato, prestato le prime cure e informato le persone su quali erano le possibilità di accesso alle cure.

Perché, e questo va detto, seppur con gli inevitabili problemi soprattutto in questo periodo di pandemia, il diritto alla cura, fortunatamente sancito dall’Art. 32 della Costituzione, è garantito per tutti.

Ho poi terminato il giro con il team di R@inbow For Africa, per cui, quando riesco, opero come volontario.

La mia giornata è finita a mezzanotte, letteralmente intirizzito dal freddo essendo fuori delle 17.00, però sono tornato in una casa calda, ho potuto fare una doccia calda e mettermi a dormire in un letto, cosa che le persone senza dimora non hanno potuto fare.