Lo scorso settembre, mentre facevo colazione, ho ascoltato “Il robot gigante e la moglie dell’autore”, un racconto breve scritto da Adam-Troy Castro. Sebbene fossi sempre stato curioso di conoscere la sua vita in Florida, sua moglie Judi e il suo “trio di caotici gatti paladini”, la storia di un gigantesco robot assassino nel bel mezzo di una città ha raddoppiato la mia curiosità e mi ha suscitato molte domande. Ho destinato la storia a un workshop che conduco presso il GMHC.

Dopo un’attenta riflessione in merito, ho deciso di contattare Adam-Troy Castro per una breve intervista. Ho incrociato le dita e ho inviato un’e-mail. Lui mi ha risposto, dicendo che sarebbe stato felice di parlare con me.

Adam, grazie mille per aver trovato il tempo.

JS: In classe ci siamo interrogati sul significato del robot gigante. Alcuni dei miei studenti hanno detto che il robot è la pandemia; altri hanno detto che è un riferimento alla brutalità della polizia; altri ancora hanno detto che si trattava della morte sempre là fuori ad aspettare qualcuno di noi. Questa storia è un’allegoria? Aveva intenzione di affrontare questi temi quando ha scritto la storia? Come si sente quando la gente assegna un significato a un suo personaggio?

ATC: Trovo queste interpretazioni affascinanti, e devo versare acqua sull’entusiasmo dello studente che ha interpretato il robot come controfigura della pandemia. Per quanto questa teoria sia intelligente, è impossibile se si considera il tempo necessario per scrivere un racconto, venderlo e far sì che il racconto si faccia strada attraverso il canale di pubblicazione e poi veda la stampa: nel caso della rivista che ha pubblicato questo racconto l’intero processo ha preso più di un anno; in altre parole, ho scritto il racconto alla fine del 2019, prima che la pandemia vedesse la luce nell’occhio crudele del destino. Il racconto non è un’allegoria specifica per nulla, se non per la morte che incombe su tutti noi, che tutti dobbiamo ignorare per poter affrontare la vita nel tempo che abbiamo, anche se qui entrano in scena le minacce incombenti che di necessità diventano rumori di fondo mentre viviamo nella loro ombra: uragani in Florida (dove vivo io), terremoti a San Francisco. Il COVID è solo un’altra minaccia per tutti noi, credo.

JS: Lei ha scritto: “Non capivo allora che ogni volta che il robot gigante selezionava qualcuno, veniva fatto un considerevole versamento alla tesoreria della città e che una parte di esso era destinato ai familiari della vittima…”. È una critica a un sistema in cui scambiamo la morte per denaro?

ATC: Questo è il modo in cui il mondo è stato costruito, un pretesto per arginare la minaccia dell’accettazione di uno status quo, che influisce su molti dei pericoli di cui dobbiamo preoccuparci, dove c’è sempre qualcuno che ci guadagna. Pensate tra l’altro alle compagnie petrolifere che negano contemporaneamente il cambiamento climatico e si vantano con i loro azionisti del fatto che il passaggio aperto a nord-ovest significa grandi opportunità per nuove rotte marittime, combattendo l’adozione di nuove fonti di energia anche quando i mari si alzano e gli azionisti più ricchi acquistano terreni nei luoghi che rimarranno. La mia frase è solo per rendere un po’ grottesca la cosa: sì, certo, uccide qualcuno ogni giorno, ma guarda come sono basse le tasse!

JS: La sua storia mi ha fatto pensare che siamo abituati alla violenza. Le va di fare un commento su questo?

ATC: Non siamo abituati alla violenza. Siamo abituati a una violenza che colpisce il prossimo. Nessuno il cui figlio sia stato ucciso in una sparatoria di massa in una scuola è contrario a una qualche forma di controllo delle armi, ma il resto di noi invia pensieri e preghiere e poi, nel giro di pochi minuti, sposta l’attenzione sulla puntata serale de Il cantante mascherato. Ogni episodio diventa molto rapidamente qualcosa che è successo a qualcun altro, che è un altro tema di questa storia.

JS: Parliamo della voce della moglie dell’autore che interrompe continuamente la narrazione. Oltre a essere un grande strumento narrativo e un richiamo allo scopo dei workshop, non credi che sia anche la voce della coscienza, la voce dell’etica che lo scrittore deve avere?

ATC: Si tratta, almeno nella prima sezione, di una trascrizione più o meno accurata delle obiezioni che mia moglie Judi (non Judy) ha sollevato quando le ho descritto la premessa di questa storia. Judi è una formidabile story editor che ha portato molte storie passabili al livello successivo, con le sue domande logiche; qui, si è trovata dalla parte del lettore che vuole una spiegazione facilmente digeribile (“È il messaggero di una flotta d’invasione aliena!”) e una conclusione altrettanto pepata (“Una coraggiosa banda di ribelli arriva alla sala di controllo e la fa saltare in aria!”). Nella storia, la sua voce – e le mie risposte – svolge un ruolo essenziale in ogni pagina, mettendo nero su bianco, attraverso domande e risposte dirette, ciò di cui la storia non parla, quali sono le domande senza risposta che non contano e a quali questioni il lettore deve davvero pensare. È un monito a non soccombere a varie facili spiegazioni. Trovo particolarmente utile quando mi chiede se la storia riguarda davvero l’incontro del narratore con la ragazza sexy fuori dal club. La nostra conversazione spiegherà perché non ho potuto fare di questa ipotesi una risoluzione, perché ho dovuto rompere con mia moglie solo per poi dire: “Ok, non è questo ciò di cui la storia tratta”.

JS: La fine è sorprendente ed edificante in un mondo segnato dalla tragedia. Perché?

ATC: Perché tutti noi viviamo con la spada di Damocle sulla testa. Nella mia vita avrei potuto morire qualche volta e si tratta di tutte storie vere: quella volta che gli ingranaggi del luna park si sono inceppati e hanno fermato il meccanismo in movimento, mandando me e gli altri passeggeri a volare nello spazio; quella volta che un carico di mattoni è caduto da tre piani e si è frantumato ai miei piedi, mentre passavo di lì; quella volta che una macchina ha colpito la metà posteriore della mia auto invece che la parte anteriore dove ero seduto; le volte – più volte – in cui un’auto guidata da un idiota ha cercato ciecamente di occupare lo spazio che occupavo io con mio scooter; la volta, proprio l’anno scorso, in cui una risacca mi ha trascinato via dalla spiaggia, e ho dovuto lottare fino allo sfinimento per sentire di nuovo sotto i piedi la morbida distesa di sabbia. Ognuno di questi incidenti, con lievi differenze, avrebbe potuto provocare la mia morte, senza preavviso, e in questi giorni questo rischio si moltiplica per la frequenza con cui mi trovo in pubblico e cammino tra le “goccioline d’acqua” di una persona, piuttosto che di un’altra. E ci devono essere altri episodi di cui non sono nemmeno a conoscenza, i giorni in cui devo essere stato in piedi su una banchina della metropolitana esposto a un tizio che lottava contro la tentazione di dare una spinta a un estraneo a caso, le volte in cui un autista distratto si è svegliato poco prima che il suo veicolo finisse nella mia corsia. Pensate per trenta secondi e vi verrà in mente un numero qualsiasi di incidenti simili nella vostra vita. Tutti vivono tempo preso in prestito, siamo beneficiari di un’occasione provvidenziale che ci ha risparmiati ancora e ancora e ancora. La differenza è che possiamo vedere alcune di queste minacce incombere a lungo, e alla fine bisogna dedicare parte della propria energia solo a… vivere.

JS: Molte grazie. Sì, dobbiamo dedicare le nostre energie al solo… vivere.

 

 

Traduzione dall’inglese di Flavia Negozio. Revisione: Silvia Nocera

——————————————————————————–

Adam-Troy Castro ha venduto il suo primo saggio alla rivista Spy nel 1987. I suoi ventisei libri fino ad oggi includono quattro romanzi di Spider-Man, tre romanzi sul suo investigatore del futuro Andrea Cort, profondamente disturbato, e sei romanzi di medie dimensioni sulle avventure del giovane Gustav Gloom. Le opere di Adam hanno vinto il Philip K. Dick Award e il Seiun (Giappone), e sono state nominate per otto Nebulas, tre Stokers, due Hugos, un World Fantasy Award e, a livello internazionale, l’Ignotus (Spagna), il Grand Prix de l’Imaginaire (Francia) e il Kurd-Laßwitz Preis (Germania). La sua ultima uscita è stata la raccolta audio My Wife Hates Time Travel And Other Stories (Skyboat Media), che presenta tredici ore della sua narrativa, tra cui le nuove storie “The Hour In Between” e “Big Stupe and the Buried Big Glowing Booger”. Adam vive in Florida con la moglie Judi e un trio di caotici gatti paladini.