Thomas Sankara il 15 Ottobre del 1987 veniva ucciso, la sua figura è fondamentale per capire la storia del neocolonialismo odierno e gli effetti di vicende che nessuno vorrebbe affrontare, ricordare e rovesciare.
Sulla memoria si gioca una partita importante. La storia, si sa, non è un elenco di fatti storici raccontati da una voce neutrale, ma è una storia scritta da chi detiene il potere di determinare che questa sia la “storia unica”. Questa a modo suo racconta e non racconta, cambia cornice, mette in ombra alcuni dettagli e altri li mette più in luce.
Negli ultimi anni nel mondo sono in atto processi di decolonizzazione fisica delle città, attraverso la distruzione dei simboli che rappresentano il potere schiavista, coloniale, patriarcale e razzista. Le azioni dei movimenti della resistenza indigena in Sud America, quelle del movimento #blacklivesmatter mettono in campo pratiche di riscrittura della memoria collettiva, abbattendo, sostituendo, deturpando le statue.
Decolonizzare la memoria, decolonizzando le città.
A Milano la statua di Indro Montanelli ha dato occasione di aprire un varco attraverso il quale guardare con occhi diversi al passato colonialista del nostro paese, per riconoscerne gli orrori, perché la memoria ci serva a fare in modo che la storia non si ripeta.
Quando il movimento Non Una di Meno ha colorato di rosa quella statua, per colpire e distruggere la celebrazione dell’immagine di Montanelli, dipinto sempre e solo come uno dei più celebri giornalisti italiani, abbiamo ricordato che il colonialismo è stupro; e poi ancora pochi mesi fa, il movimento #blacklivesmatter ha mostrato che esiste un’altra storia, che parla di colonizzazione, schiavitù, oppressione, sfruttamento, stupro, sterminio.
Durante l’Abba Cup, abbiamo decorato il campetto da basket del parco Sempione:
ora il perimetro del campo è segnato da una grande scritta BLACK LIVES MATTER e i messaggi che i giocatori NBA indossano mentre giocano le partite: freedom, equality, power to the people, I can’t breathe, no justice no peace.
Il nostro è un invito ad attraversare con noi quel varco, e far parlare la città.
Vogliamo tenere aperto quel varco. Vogliamo mostrare che c’è un legame compromesso tra il passato e la memoria: vogliamo dare significato ai simboli, perché i monumenti, cosi come la storia, appartengono a tutti.
Vogliamo aprire strade che mostrino altri mondi, altre storie, che apra un processo di costruzione di memoria collettiva a partire dalla risignificazione dei simboli necessari a giustificare o mascherare un passato razzista, sessista, assassino.
Questa è una chiamata alle arti, per dare il via a una campagna di detournment artistico per decolonizzare la città.

Domenica 18 Ottobre ai Giardini Pubblici di Porta Venezia (ingresso del PAC – Via Palestro 14) poseremo una statua dedicata a Thomas Sankara.

Evento organizzato da Abba Vive:

Ore 16.00: musica in piazza e posa della statua
Ore 17.00: Incontro pubblico:
– Mor Talla Seck, Black Diaspora Art
Presenta la statua.
– Michel Koffi
“La battaglia Panafricanista contro il post-colonialismo francese.
L’eredità di Thomas Sankara alla luce delle vicende contemporanee dell’Africa Occidentale.”
– Aliou Diop dell’associazione Sunugal, organizzatore del Sankara Day: “Thomas Sankara, una biografia rivoluzionaria.”
– Cristiana Fiamingo, Professoressa della facoltà di Mediazione Culturale a Milano: risignificare il passato coloniale.
– Patrizia Baioro dell’associazione Codai: “Il franco CFA e il suo ruolo al tempo del dominio post-coloniale.”