L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, accoglie con favore la nuova legge adottata dal Turkmenistan che contribuirà ad assicurare la registrazione delle nascite di tutti i bambini nati nel Paese. La legge in materia di atti di stato civile, entrata in vigore a luglio, aiuterà a prevenire l’emergere di nuovi casi di apolidia tra i bambini nati da genitori privi di documenti regolari o la cui nazionalità non è definita.

La nuova normativa costituisce l’ultimo di una serie di progressi significativi compiuti dal Turkmenistan al fine di prevenire e ridurre l’apolidia nel Paese, tra cui l’adozione di un ambizioso Piano d’azione nazionale per porre fine all’apolidia (2019-2024) formalmente approvato dal Presidente del Turkmenistan a gennaio dell’anno scorso.

Negli ultimi 15 anni, la nazionalità turkmena è stata concessa a circa 23.000 rifugiati e apolidi. La cifra comprende circa 10.000 apolidi che hanno acquisito la cittadinanza per naturalizzazione da quando, nel 2011, il Paese ha aderito alla Convenzione del 1954 sullo status delle persone apolidi.

“Elogiamo i progressi compiuti dal Turkmenistan per onorare l’impegno volto a contrastare l’apolidia. Tali misure fanno seguito a una serie di passi avanti fatti nella regione per porre fine al problema”, ha dichiarato Yasuko Oda, Rappresentante UNHCR per l’Asia Centrale.

L’anno scorso, la Repubblica kirghisa è divenuta il primo Paese al mondo a porre fine a tutti i casi di apolidia noti sul proprio territorio, il Kazakistan ha modificato le proprie normative per assicurare la registrazione universale delle nascite, e il Tajikistan ha promulgato una legge speciale di amnistia a termine a favore di apolidi e cittadini di Paesi terzi affinché potessero regolarizzare il proprio status.

Ad aprile di quest’anno, anche l’Uzbekistan ha promulgato una nuova legge in materia che permetterà di concedere la cittadinanza a circa 50.000 apolidi.

“Nell’ambito della campagna globale #iBelong per a porre fine all’apolidia entro il 2024, l’UNHCR ha lavorato in stretta collaborazione con governi e partner in tutta la regione per prevenire e ridurre l’apolidia”, ha dichiarato Yasuko Oda.

“Grazie agli sforzi congiunti di governi, UNHCR e società civile, dal 2014 in Asia Centrale circa 79.000 apolidi hanno acquisito una nazionalità. È noto come nella regione vi siano ancora quasi 117.000 persone apolidi, ma si stima che la cifra reale sia più elevata”.

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