Questa mattina è stata convocata dal Comitato Reddito-Casa-Lavoro Catania una conferenza stampa davanti la palazzina abitata dalle famiglie in emergenza abitativa. Obiettivo era quello di illustrare la vicenda dell’organismo sociale in città, per ribaltare la rappresentazione data dalla Digos etnea che, come scriveva già il Comitato nella nota di convocazione della conferenza, “ha l’unico scopo di gettare fango, creare confusione e screditare il lavoro del Comitato Reddito-Casa-Lavoro che unisce tanti e tante famiglie e singoli in difficoltà, che hanno trovato insieme la forza di non farsi schiacciare da una società ingiusta”.

Inoltre, nella stessa nota, aggiungevano di volere raccontare la verità sul loro operato in favore delle famiglie disagiate al fine di smontare “pezzo dopo pezzo, una storia alquanto fantasiosa che trasforma la protesta per i  ‘buonispesa’ in azioni ‘anarco-antagoniste’, che non sappiamo – dicono – manco cosa voglia dire”.

Sulla questione, sorta all’ombra della città dell’Elefante in pieno pandemia, Pressenza aveva dato notizia sulla questione “Buono Famiglia” e sulla insufficienza delle risorse destinate alla problematica, aggravata a causa dell’emergenza coronavirus.

Nel comunicato diramato poche ore fa sui social, a seguito dell’avvenuta Conferenza Stampa di stamani,  il Comitato “Reddito-Casa-Lavoro” (da diversi anni attivo nell’ambito del disagio sociale al quale vi aderiscono “un centinaio di famiglie”) afferma di avere smentito categoricamente “ogni parte di una nota stampa diffusa dalla #digos ai danni dell’azione del nostro #comitato”.

Ma sintetizziamo il fatto prima di rinviare al comunicato: nella giornata del 22 del mese scorso il Comitato manifestava in piazza, unitamente a diversi nuclei familiari, per aprire una vertenza con l’autorità locale sulla questione dei buoni spesa. L’azione di protesta pare avere trovato un positivo riscontro, quanto meno nell’ottenimento da parte dell’assessore ai servizi sociali di un incontro “tenutosi poi martedì 30 giugno ed ancora venerdì 3 luglio”. Tutto ciò contrasterebbe – invece – con quanto sembra essere stato riportatore della nota ufficiale contestata dal Comitato, nella quale si affermerebbe di aver “fatto andar via i presenti scontenti e a mani vuote”.

In sostanza, dal Comitato specificano di non voler far passare un’iniziativa di lotta  come una “azione di #giovaniscalmanati: “Ci basta dire che l’età media quel giorno era di 40 anni. Diverse immagini ed articoli testimoniano la varietà di età e composizione, proprio perché purtroppo le difficoltà le viviamo tutti. Isolare e denunciare i più giovani, è un tentativo vano, nel comitato come in ogni famiglia, i più giovani sono i più coccolati”.

Comunicato Comitato Reddito-Casa-Lavoro Catania