Abbiamo recentemente incontrato con grande piacere Gunter Pauli, economista, imprenditore e autore di successo, già docente presso il Politecnico di Torino con l’incarico di fornire le basi culturali dell’approccio progettuale sistemico, noto soprattutto per essere stato l’ideatore e il fondatore della Blue Economy: un’economia che trae ispirazione dalla natura attraverso lo studio e l’imitazione delle caratteristiche e dei comportamenti delle specie viventi per migliorare ed innovare le tecniche di produzione.

Blu come gli oceani e il cielo, ma anche come la terra vista dallo spazio, come dice Pauli, che identifica un modello di economia basato sulla sostenibilità della biosfera nella sua interezza. Così come rimarcato da Zeri, Zero Emissions Research and Initiatives, una rete internazionale di scienziati, economisti e studiosi da lui fondata nel 1994 con lo scopo di trovare soluzioni innovative e sostenibili alle continue sfide che l’economia pone.

Dato l’approccio sistemico e quindi di tipo circolare dell’economia blu, in cui gli elementi rinascono a nuova vita o vengono efficientati per utilizzarli contemporaneamente in diversi ambiti, non stupisce il fatto che Pauli sia recentemente molto impegnato a promuovere l’ultilizzo di un’infrastruttura che potrebbe fornire una connessione internet che ha letteralmente la velocità della luce! Lo abbiamo intervistato per voi per farci spiegare come la tecnologia Li-Fi potrebbe essere in grado di generare lavoro e migliorare le nostre condizioni di vita, in un momento storico così critico e grazie ad un’ifrastruttura già esistente: quella appunto della luce.

Dott. Pauli, potrebbe farci capire in breve in cosa consiste la tecnologia “Li-Fi”?

Come potremmo immaginare, “Li” sta per “luce” (dall’inglese “light”, N.d.R.) e “Fi” per “fedeltà” (dall’ingl. “fidelity”, N.d.R.), abbiamo bisogno della luce: la luce è vita! Non dimentichiamoci che le prime parole di Dio, secondo il libro della Genesi, furono: “Sia fatta la luce”. Non sorprende che la luce sia qualcosa di più del solo sole che splende su di noi, la luce è in realtà un’opportunità unica per comunicare. Sin dall’invenzione della lampada a LED, abbiamo la possibilità di utilizzare la luce per trasmettere dati e geolocalizzare. Le nuove lampade a LED chiamate “LED di terza generazione” producono solo l’1% di calore convertendo il 99% dell’energia in luce. Pertanto abbiamo la capacità di inviare informazioni in formato digitale.

La luce è un’onda costituita da fotoni e noi possiamo usare queste particelle tittilanti: quando hai questa catena di lampi molto rapidi puoi tradurre qualsiasi informazione in un semplice codice Morse. La digitalizzazione converte qualsiasi informazione in una catena di 0 e 1. Il codice Morse attraverso lampi di luce tittilanti è una conversione facile per una trasmissione molto veloce. Quindi possiamo usare la luce per inviare messaggi in codice Morse, oppure possiamo usare la luce per localizzare un oggetto in modo molto preciso. Oggi, quando si desidera avere l’onda radio per la trasmissione dei dati, si ottiene una licenza dal Governo. Tuttavia, il numero di onde radio disponibili è molto limitato, forse un migliaio. Al contrario, ci sono più di un miliardo di frequenze di luce: quindi abbiamo una frequenze di luce illimitate, totalmente democratizzate, ovunque disponibili, sia per la trasmissione di dati che per la geolocalizzazione.

Il potere di questa tecnologia collaudata è che quasi tutti possono iniziare a inviare dati con la luce: basta avere un emettitore e un ricevitore in grado di convertire i dati in codice Morse. È imbarazzantemente semplice poiché ogni lampadina, ogni punto di luce all’interno o all’esterno possono essere potenziati con un microchip che esegue questa conversione. Dirò di più: chiunque abbia un telefono ha già parti sensibili alla luce installate per emettere e ricevere dati. Un telefono è perfettamente attrezzato oggi per comunicare con la luce. I telefoni hanno una luce a infrarossi, due telecamere che sono fatte per catturare la luce e collegate a tutti i meccanismi interni del telefono, lo schermo con 5 o anche 7 lampade a LED, che possono essere rafforzate per emettere e ricevere, infine il telefono ha una torcia che può essere dotata di un codice per la sicurezza. Ciò significa che tra 100 milioni di scintillii al secondo, uno fornirà un codice segreto. Ora se vuoi hackerarlo, devi catturare quel raggio di luce, ma per fare ciò provochi una disconnessione e causi un guasto. Allora, qual è il nostro messaggio? Ogni luce ha la capacità di inviare informazioni e, se la luce è collegata a una rete tramite un filo di rame o un cavo in fibra ottica, entrambi in grado di fornire elettricità, è possibile individuare esattamente dove ti trovi, ciò significa che avere la geolocalizzazione o GPS. Allo stesso tempo possiamo trasmettere dati alla velocità della luce. Quindi tutte le luci hanno il potenziale per trasformarsi in un satellite. Non è fantastico?

Quali sono i principali vantaggi di questa tecnologia rispetto al Wi-Fi e al 5G?

La migliore infrastruttura distribuita e prontamente disponibile al mondo è quella della luce. Perché uno dovrebbe investire e sovvenzionare il 5G con miliardi, come le aziende private e i governi stanno facendo in tutto il mondo? Se la connettività, la velocità e la protezione dei dati sono davvero la priorità, allora è necessario cambiare la lampadina, cosa c’è di più facile? Quindi il primo vantaggio è l’utilizzo di un’infrastruttura già esistente.

Il secondo è che è ad alta velocità. Non dobbiamo tornare a scuola per imparare che la luce è veloce: quindi abbiamo una connessione veloce. Il potenziale supera di gran lunga la capacità delle onde radio. Quando oggi il 5G offre forse un centinaio di megabit, forse un gigabit, in laboratorio le prestazioni della velocità di trasmissione e del volume di Li-Fi sono già di 252 gigabit al secondo. Entro 3 anni prevediamo 3 terabit al secondo! Quindi francamente non capisco tutto il clamore tra chi è a favore e chi contro il 5G. Sia i consumatori che i Governi dovrebbero perseguire la tecnologia migliore! E quando parliamo del meglio, la luce offre l’opzione migliore. L’Italia ha investito massicciamente in reti in fibra ottica con una capacità di 10 terabit e solo la tecnologia basata sulla luce ha la capacità di connettersi alla velocità della luce e garantire che la casa, l’ufficio o l’ospedale possano continuare a funzionare a quella velocità.

Il terzo vantaggio risolve un problema di cui l’Europa è molto preoccupata: la protezione dei dati personali. Se oggi sei connesso tramite la tua comunicazione wireless, tutti i tuoi dati vengono ceduti. Anche se l’Unione Europea ha regole chiare, ad ogni clic sul web, ogni cittadino europeo si rinuncia a questa protezione e consente ai suoi dati di essere utilizzati e venduti. Se ho una connessione Li-Fi mi connetto tramite luce e non con un’onda radio: quando gestisci le tue informazioni su una rete Li-Fi, i dati rimangono tuoi. Ciò significa che decidi di condividere le informazioni o meno con terze parti. Se invece gestisci le tue informazioni su una rete mobile, non hai il diritto di decidere. Gli accordi tra gli operatori telefonici e, ad esempio Google, vengono stipulati senza il tuo consenso. Se operi su Li-Fi hai il potere di decidere.

Il quarto vantaggio (e potrei continuare per anni sui vantaggi, ma concentriamoci su quattro), è che quando ho un’onda radio è molto facile hackerare i dati. Il Wi-Fi e tutti gli altri sistemi wireless non sono stati progettati per essere sicuri, ma progettati per essere facili. In realtà usano un’onda radio che è la stessa di quella di un forno a microonde in cucina. Se invece utilizzo una connessione via luce, l’unico modo in cui posso hackerare le comunicazioni è stare tra il mittente e il destinatario, ma se lo faccio, tale connessione si interrompe. E questo per me è davvero la chiave: noi europei diamo valore alla privacy dei nostri dati, sappiamo che veniamo hackerati e che i nostri dati vengono rubati, il Li-Fi ci consente di proteggere i nostri dati, quindi perché non lo stiamo usando?

Quali i vantaggi per quanto riguarda la salute?

La salute è la cosa più preziosa che abbiamo e sebbene nella scienza occidentale tradizionale nessuno abbia dimostrato che il 5G sta causando rischi per la salute, tuttavia l’OMS ha riconosciuto che esiste una parte della popolazione altamente sensibile alle onde radio.

Come mai l’industria ha persino confessato all’audizione al Senato degli Stati Uniti del 2019 di non aver mai studiato l’impatto delle onde radio sulla biologia? Se non ha mai studiato l’impatto sulla vita, allora non ha forse senso prendere precauzioni? Nel mio libro “100 domande in 100 pagine” il nostro team ha consultato più di un centinaio di scienziati. Perché l’unico modo per comprendere la tecnologia e l’opportunità che offre è avere una visione chiara del contesto.

Ecco perché non capisco il presente dibattito sul 5G: chiunque abbia domande viene attaccato: forse non è neppure più permesso sollevare dubbi in una società che si dichiara democratica? Stanno vietando alle persone di porre domande legittime, perché alcuni hanno deciso che, poiché non è dimostrato che il Wi-Fi sia dannoso, hanno la libertà di operare. L’OMS suggerisce oggi che il limite di esposizione alle onde radio è di 0,61 volt per metro quadrato. Sfortunatamente, qualsiasi società che ha introdotto l’IoT è oltre il limite. Quindi, non sto dicendo che, poiché abbiamo superato il limite tutti si ammalano, chiedo soltanto che venga applicato il principio di precauzione.

Ma dopotutto, perché dovrei curarmi del principio di precauzione quando so che esiste una tecnologia molto più efficace che non solleva alcun dubbio per la salute? Non sono io a decidere cosa è bene e cosa è male, sono qui per ricordare che abbiamo il diritto di applicare tecnologie migliori. E se non puoi porre una domanda, allora hai minato la democrazia e quindi dobbiamo sollevarci per non impegnarci in infiniti dibattiti in cui sono in gioco interessi commerciali.

Qual è lo stadio di maturità della tecnologia dal punto di vista della funzionalità e dei dispositivi attuali?

Se vuoi installare il Li-Fi domani, puoi: è pronto, disponibile, puoi acquistarlo! Devi però cambiare la tua lampadina per avere questo effetto titillante di cui sopra e hai bisogno di un ricevitore ma questo è tutto. E poiché il telefono è stato realizzato da un’azienda che non vuole che tu usi il Li-Fi, devi disporre di un piccolo dispositivo delle dimensioni di una USB e con questo puoi essere collegato ovunque con la luce.

Il sistema è molto semplice: hai luce, hai connettività, non hai luce, non hai connettività. Ma funziona anche la luce a infrarossi e questa è una luce che non vedi. Non dimentichiamoci: ci sono più posti al mondo dove c’è luce ed elettricità, che posti dove ci sono antenne per telefoni cellulari. Ricordiamo anche che in città come Milano, Roma, Parigi ci aspettiamo di avere un milione di dispositivi su ogni chilometro quadrato che devono essere collegati alle onde radio. Quante frequenze ha la luce? Un miliardo.

Quindi, smettiamo di discutere: per la maggior parte delle connessioni stabili, la luce può offrire dieci punti di connessione per dispositivo IoT (Internet delle Cose)! Con la densità che stiamo creando (per il 5G, N.d.R.) con mille frequenze hai bisogno di mille persone su una frequenza. Cosa succederà? Cattiva connessione. D’altra parte ho un miliardo di frequenze di luce e ho un milione di dispositivi: questo implica che ogni dispositivo avrà la possibilità di collegarsi a oltre un migliaio di connessioni. È semplicemente incredibile che tutti noi vogliamo collegarci ad un’antenna! Dato che non sappiamo davvero quale sia l’impatto della potenza combinata di tutte queste antenne e dispositivi e poiché sappiamo che queste reti sono sovraccariche, sappiamo anche dovremo installare sempre più antenne. Se desideriamo evitare interferenze tra questi milioni di dispositivi per chilometro quadrato, allora dovremo aggiungere un numero esagerato di antenne, consumando più energia, più densità della forza di trasmissione, più energia, più emissioni di carbonio e più di tutto. Questo sistema rappresenta oggi uno dei più drastici consumi di energia.

È necessario un contatto diretto tra l’emettitore e l’oggetto ricevente?

Il 5G ha bisogno di connessione diretta e visiva, così come pure il Li-Fi, mentre il 3G e il 4G non ne hanno bisogno. Tuttavia, c’è un vantaggio con la luce: posso creare specchi. Con il suono e le onde radio invece, non è possibile. Ciò significa che se non ho una connessione diretta poiché c’è un grande pilastro di fronte a me, allora avrò uno specchio che lo circonda permettendo la connessione. Questa tecnologia di mirroring è semplice e diventa parte del design degli interni.

Negli spazi aperti si utilizzerà la luce pubblica, quindi ogni palo della luce diventerà non solo un satellite, ma anche parte della colonna portante della connessione internet. I test sono stati tutti condotti in Francia, che è leader in questo campo e la Cina sta rapidamente guadagnando terreno; mentre i nostri amici statunitensi non sono molto interessati.

Potrà mai sostituire le onde radio, anche all’aperto?

Non sono interessato a superare la tecnologia ad onde radio, perché è stata molto funzionale per oltre un secolo. Questa tecnologia non è stata inventata per sostituire o addirittura eliminare le onde radio. Lo scopo principale è offrire alle persone che non hanno un servizio di qualità e che meritano effettivamente di essere connesse, la possibilità di usufruire con grande semplicità della connettività. Potrebbe essere una persona nonvedente all’interno di una metropolitana con l’impossibilità di geolocalizzare esattamente al centimetro il luogo in cui si trova; o un minatore in una profonda miniera d’oro in Cile o in Sudafrica che ha una connettività con la luce sul suo elmetto dotato di lampadina; oppure ancora potrebbe essere lo studente in una scuola collegata alla corrente elettrica ad avere finalmente l’alta velocità mentre si prepara per una tesi di dottorato.

Oggi possiamo garantire a tutti i bambini una connettività di 100 megabit al secondo nelle loro scuole a un prezzo inferiore rispetto alla connettività con 5G. A seconda del caso, laddove vi sono lampioni, è possibile equipaggiarli col Li-Fi e fornire una connettività molto migliore di quella col Wi-MAX o col Wi-Fi. Ma se non c’è l’illuminazione stradale e ti trovi nella foresta, allora ovviamente è meglio avere una connessione radio. Penso però che il nostro obiettivo principale sia l’elevata efficienza energetica rispetto a un router e alle antenne. Il sistema di illuminazione che stiamo utilizzando consente di ridurre i consumi energetici dell’80%.

Quindi, perché dovremmo insistere sull’utilizzo di un’energia 5 volte maggiore quando disponiamo per molte applicazioni del Li-Fi che consuma 5 volte meno energia poiché, attraverso vecchie lampadine, è in grado di passare a una combinazione efficiente di luce, dati e geolocalizzazione? Si vuole davvero insistere nello sperperare risorse energetiche? Ci sono quindi molte applicazioni per il Li-Fi, ma se il Wi-Fi è già stato installato, non deve essere sradicato dalle pareti e sostituito con uno nuovo, finché è in funzione.

Quali sono i luoghi nel mondo che stanno già implementando il Li-Fi? Il Li-Fi potrebbe aiutarci a superare quest’ultima crisi?

Francia, Giappone, Corea, Brasile, Argentina, Cina, India… ci sono dozzine di paesi che stanno implementando il Li-Fi e c’è uno standard: l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni ha concordato uno standard mondiale per Li-Fi.

Dobbiamo dare delle risposte, in modo che tutti possano unirsi e comprendere qual è il contesto, ciò che è in gioco e quali grandi opportunità ci sono col Li-Fi per generare lavoro e migliorare la qualità della vita. Si è stimato che il Li-Fi nella piattaforma francese che sarà attiva solo in alcune città per il momento, sarà in grado di generare almeno 100 nuove aziende entro 12 mesi. Quindi dobbiamo renderci conto che tutti i progetti sono possibilità per nuove industrie – che sono più competitive, generano più posti di lavoro e fanno circolare denaro nell’economia locale – innescando così una crescita nell’economia locale.