Il procuratore generale Keith Ellison inasprisce le accuse contro tutti e quattro gli agenti coinvolti nella morte di George Floyd, ma la protesta non si placa.

“Arrivati a questo punto non possiamo più solo piangere le nostre vittime, riunirci e supplicare per un cambiamento, quello che abbiamo visto accadere davanti alle telecamere, davanti ai nostri occhi…non è più accettabile, il mondo intero è rimasto indignato per quello che è successo, la gente scende in piazza per “pretendere” una risoluzione definitiva, non possiamo più aspettare. Tamika Mallory, ex co-presidente Nazionale della manifestazione che si è svolta nel 2017 a Washington chaimata ” Women’s March in Washington D.C”(La marcia delle donne di Washington) e co-fondatrice dell’organizzazione per i diritti degli immigrati e per la prevenzione della violenza “Until Fredoom”

 

AMY GOODMAN: Questa è “Democracy Now” e Io sono Amy Goodman, sono qui con Nermeen Shaikh. Mentre il procuratore generale Keith Ellison inasprisce le accuse contro tutti e quattro gli agenti coinvolti nella morte di George Floyd, la rivolta continua: da Minneapolis a Louisville kentucly, fino a Houston in Texas e a Los Angeles.

Andiamo ora dall’attivista Tamika Mallory per discutere degli ultimi sviluppi circa la morte di Breonna Taylor e non solo.

L’ex co-presidente Nazionale della manifestazione che si è svolta nel 2017 a Washington “Women’s March in Washington D.C” (La marcia delle donne di Washington) Tamaka Mallory anche co-fondatrice dell’organizzazione “Until Fredoom”si unisce a noi da New York City, dopo aver partecipato alle proteste a Houston, Louisville e Minneapolis, dove ha tenuto un discorso importante che è diventato virale.

Ecco parte del discorso diventato virale.

“Non accusate noi di sciacallaggio, siete voi i veri sciacalli; voi avete derubato gli afroamericani, voi avete espropriato i nativi d’America delle proprie terre e li avete uccisi e saccheggiati quando siete venuti qui per la prima volta, quindi saccheggiare è quello che fate da sempre. Noi….la violenza l’abbiamo imparata da voi”.

 

AMY GOODMAN: Bene, Tamika Mallory si unisce a noi da New York, di ritorno proprio ora dalla commemorazione per George Floyd. Buongiorno, Tamika, ti diamo il benvenuto a Democracy Now!

Parliamo degli ultimi sviluppi, delle accuse mosse contro tutti e quattro gli ufficiali coinvolti nella vicenda e quali significati assumono.

TAMIKA MALLORY: Buongiorno. Grazie mille per avermi invitato.

Eccoci qui, come ha detto Nekima, la mia collega, siamo sicuramente soddisfatte di poter constatare che tutti e quattro gli ufficiali sono stati ritenuti colpevoli della morte di Floyd, e naturalmente siamo anche entusiasti che le accuse contro Chauvin (uno degli accusati NdT) siano state inasprite; tuttavia, sappiamo che questo non basta. Dobbiamo fare in modo di rimanere impegnati in questo movimento e continuare a sollecitare e combattere per le condanne definitive, perché troppo spesso abbiamo visto agenti accusati ma che la fanno franca, salvati da un sistema che non è progettato per incriminare o additare degli agenti di polizia come responsabili di abusi verso delle minoranze.

NERMEEN SHAIKH: Beh, Tamika, diverse persone, da Trayvon Martin a Eric Garner etc., hanno sottolineato che queste proteste sono molto differenti da precedenti manifestazioni contro la violenza della polizia nei confronti di soggetti afroamericani e non solo.

Innanzitutto, queste proteste si sono diffuse molto rapidamente negli Stati Uniti, ma anche in tutto il mondo, dalla Nuova Zelanda al Brasile alla Francia, e anche con molta intensità: molti manifestanti hanno dichiarato di non aver mai assistito a un tale sfogo di dolore e di rabbia così esteso.

Ora,.. lei pensa che l’intensità e la portata di queste proteste, come alcuni dicono, possano effettivamente portare a un cambiamento sostanziale? Lei ha detto che non possiamo più contare solo sulle accuse mosse contro gli agenti, ma dobbiamo seguire i casi fino alla condanna definitiva. Pensa che sia probabile che la portata di queste proteste, a differenza di quelle che le hanno precedute, possa effettivamente renderlo possibile?

TAMIKA MALLORY: Certamente, ha ragione. Le proteste a cui assistiamo oggi e il modo in cui le persone si stanno dedicando alla causa è molto forte. Credo che abbiamo visto qualcosa di simile quando George Zimmerman è stato dichiarato non colpevole della morte di Trayvon Martin.

Abbiamo visto una vera e propria energia in tutto il Paese, dove il movimento “Black Lives Matter” si è scatenato. Ma, naturalmente, in questo particolare momento, si è intensificata. E penso che da Trayvon Martin, e anche da casi precedenti, fino ad arrivare a oggi, tutto è tornato a galla, e si sente quell’ energia, il desiderio di giustizia racchiuso in ognuno di noi è riemerso innescando questa catena di proteste oltre oceano.

Nell’ultimo mese, mese e mezzo, sappiamo che le persone sono state letteralmente traumatizzate non da uno, non due, ma da tre diversi episodi, dove so per certo di esserne stata io in primis toccata personalmente.

Ahmaud Arbery – si vede chiaramente nel video che Ahmaud è stato ucciso, ed è stato ucciso dopo essere stato bloccato da due auto diverse e i conducenti gli hanno sparato con un fucile da caccia (come fosse selvaggina): era uscito di casa solo per fare una corsa, per allenarsi un po’ come faceva ogni mattina ma …non è più tornato a casa.

Poi Breonna Taylor. Breonna Taylor: una giovane donna di 26 anni, un paramedico, in prima fila durante l’emergenza COVID-19, (oltre 100.000 americani morti per mano di un’amministrazione incompetente) uccisa a marzo, secondo i rapporti, da alcuni agenti, durante un’ operazione antidroga.

E in fine ma non in ordine di importanza arriviamo a George Floyd, in cui lo vediamo morire sotto i nostri occhi: percepiamo letteralmente la sua vita lasciare il suo corpo.

La differenza, per me, nella situazione di Eric Garner è che in quel caso, mentre viene soffocato, c’è stato un affollamento intorno alla scena che non ci ha permesso di vedere la sua vita spegnersi attraverso i suoi occhi come nel caso di Floyd.

Nel video di Floyd vediamo un uomo chiaramente ammanettato, a terra che sta soffocando, come ha dichiarato l’avvocato Ben Crump: è stato torturato, letteralmente soffocato da un agente che ha cercato di ucciderlo, e ci è riuscito.

Lo shock si è accumulato giorno dopo giorno in ogni singolo individuo in tutto il paese e in tutto il mondo: non è più solo una protesta di un movimento afroamericana, ma , stiamo assistendo a una nazione che ha preso coscienza che gli eventi registrati dalle telecamere, non sono stati solo degli incidenti: Ahmaud Arbery non è stato un incidente! Chi può più crederlo? non è più accettabile! Non possiamo continuare a riunirci per chiedere giustizia, piangendo e supplicando per un cambiamento, ora noi lo pretendiamo. La gente è scesa in piazza, la situazione deve cambiare.

NERMEEN SHAIKH: E, Tamika, credo che i nostro animi, come lei ha sottolineato, siano stati esacerbati dalla portata della militarizzazione che vediamo nelle nostre strade. Tutti a New York se ne sono resi conto, e si vede. È chiaro, sirene delle volanti della polizia costantemente accese, elicotteri che sorvolano i nostri cieli in tutta la città, e poi anche equipaggiamento indossato da questi poliziotti…. Che dire…. sembrano più paramilitari pronti alla guerra con tutta quella attrezzature indosso. Ora, a New York, centinaia di membri dello staff del sindaco Bill de Blasio hanno chiesto di smettere di finanziare la polizia, dopo quello che hanno visto qui, la risposta del Dipartimento di Polizia di New York alle proteste. Può rispondere a questo, alla domanda se la polizia, non solo a New York ma in tutti gli Stati Uniti, debba essere definanziata?

TAMIKA MALLORY: Certamente, io sostengo al 100% il taglio ai fondi della polizia. L’unica cosa che sappiamo di certo dell’America e del suo capitalismo è che il denaro è tutto ciò che conta, il denaro è il potere.

Se oggi girando per le strade di New York e di tutto il Paese, non ci fossero questi “atti vandalici” (che noi non sosteniamo assolutamente) ma che sono atti di forza che servono per far capire che è stato proprio il vandalismo ciò che ha scatenato il bisogno di una riconciliazione e di rimediare a quello che è successo… e vedremo come possiamo fare per calmare le cose dopo la violenza che si è verificata in primo luogo contro George Floyd, dove si sarebbe dovuto agire rapidamente per affrontarla prima che la gente scendesse in strada, e solo in seguito i manifestanti hanno iniziato questi atti vandalici – alcune persone, casi rari, eppure è successo.

Quindi, la stessa cosa vale quando parliamo del dipartimento di polizia e, ancora una volta, di come questo sistema funziona basato e intriso di capitalismo. Se si difende una persona, si difende un’azienda, si difende un’istituzione come il dipartimento di polizia, si ottiene una rivolta contro di esso. E io sono completamente d’accordo.

Credo che non sia possibile ottenere questo accordo con il sindaco di New York, il sindaco Bill de Blasio ha un forte interesse, vuole a tutti i costi evitare di fronteggiare la questione e non credo che le darà la minima attenzione. Forse i suoi collaboratori possono aiutarci, e penso che sia fantastico che siano stati abbastanza coraggiosi da farsi avanti e fare qualcosa per conto delle loro comunità. Tuttavia, questo sindaco non ci ha dimostrato lo stesso coraggio, di voler tenere testa al dipartimento di polizia. Ci sono voluti cinque anni per far licenziare Daniel Pantaleo dopo aver strangolato a morte Eric Garner, e nel manuale della polizia si dice che una presa per soffocamento è inopportuna, e di fatto è illegale in quella situazione. Ma ci sono voluti comunque cinque anni, più manifestanti come me, Kirsten Foy dell’Arco della Giustizia, Carmen – non Carmen Perez, mi dispiace – Mysonne Linen, Linda Sarsour e tanti altri, per andare a un dibattito presidenziale e doverlo effettivamente chiamare durante il dibattito per assicurarsi che non potesse andare in giro per questo paese a mettere in piedi le sue relazioni tra polizia e comunità di New York che in realtà non esistono. E quindi, volete sapere la verità, non sono affatto fiduciosa in questo sindaco, purtroppo, non credo che lo farà. L’ho visto, ultimamente attivarsi riguardo al tema del distanziamento sociale, ma credo che ancora non abbia quello che serve per tenere testa al commissario Shea e alla polizia di New York, e in particolare al sindacato locale.

AMY GOODMAN: Tamika Mallory, ho due domande da farle. Una è il gas lacrimogeno dei manifestanti, questa questione critica, queste due piaghe del razzismo e della brutalità della polizia e la pandemia, e il fatto che i manifestanti di tutto il Paese vengono gassati – gas lacrimogeni, spray al pepe – e il coronavirus è una malattia respiratoria, e sta colpendo in particolare le comunità di colore, che sono i leader di queste proteste in tutto il Paese – cosa significa? E l’altra domanda ha a che fare con la militarizzazione della polizia in tutto il paese, il ronzio di un elicottero dei manifestanti a Washington, tutti i livelli che nascondono la loro affiliazione alla sicurezza, che si parli di Guardia Nazionale, Bureau of Prisons, tutti insieme alla polizia, e l’intera battaglia per sapere se l’esercito sarà coinvolto nella repressione delle proteste, e cosa ne pensate di persone come Mattis, l’ex segretario della difesa, il generale [John] Allen e altri, che ora stanno condannando Trump per quello che sta succedendo in questo momento, portando l’esercito nelle strade. E Esper, non è chiaro da che parte stia. Lo ha condannato, poi si è ravveduto. Ha avuto un diverbio con Trump, e poi dice che lo sostiene. Non è chiaro. Ma cosa ne pensa di queste due questioni?

TAMIKA MALLORY: Allora, penso al gas lacrimogeno e ai modi in cui reprimono le proteste – i proiettili di gomma, di cui ho fatto esperienza a Minneapolis, e ne so molto perché molti dei miei amici e colleghi hanno vissuto la stessa esperienza per le strade di Ferguson, dove hanno sparato e ucciso Mike Brown e l’hanno lasciato lì per quattro ore steso a terra, affinché l’intera comunità lo vedesse e ne fosse traumatizzata. So che l’America è sempre stata militarizzata in termini di forze di polizia. E lo abbiamo detto. Infatti, c’è una campagna chiamata “fine della militarizzazione della polizia”, che la gente sta sostenendo per presentarla al Congresso. E così, abbiamo lanciato l’allarme su tutte queste cose. Non è una novità.

Per quanto riguarda quello che vediamo accadere con l’amministrazione Trump: lui ha continuato ad essere un presidente dell’ordine pubblico. L’ha detto. E questo faceva parte del suo programma. Quindi sapevamo benissimo cosa avrebbe fatto appena ne avesse avuto l’opportunità. È anche estremamente irrispettoso – e la sua retorica è razzista. La sua retorica è pericolosa. In effetti, è a causa delle sue azioni e dichiarazioni che la gente è in strada e la rabbia è aumentata. Credo che questo presidente abbia quasi incitato gran parte degli eventi che vediamo accadere oggi. Non sa, né gli interessa, come le persone stanno manifestando o cosa chiedano. Vuole solamente militarizzare le strade e le piazze per mostrare che è un presidente che sa mantenere l’ordine politico perché credo che neanche sappia lo scopo di tutto ciò, soprattutto in questo caso. Sono felice di vedere che qualcuno ha il coraggio di opporsi, solo uno in realtà – é stato abbastanza coraggioso da parlare, perché “sbagliare” è sbagliato. E se sei una persona di buoni principi morali, dovresti dire la verità a chi è al potere. E così, questo è ciò che abbiamo visto accadere, e sono molto, molto grata a coloro che l’hanno fatto. Vorrei che l’avessero fatto prima, quando l’hanno saputo – perché, come ha detto Maya Angelou, quando qualcuno ti mostra chi è, credigli. E ora sappiamo che possiamo davvero credere che Donald Trump è proprio chi ha detto di essere. E ora arriva il mese di novembre, e spero che la gente si prepari a fare ciò che è necessario per riprendersi il nostro Paese.

AMY GOODMAN: Tamika Mallory, vogliamo ringraziarla per essere stata con noi, attivista ed ex co-presidente nazionale della Marcia delle donne del 2017 a Washington, co-fondatrice dell’organizzazione per la giustizia sociale Until Freedom. Ha parlato di Breonna Taylor. Ci occuperemo in modo più approfondito del suo caso. Quando torneremo, andremo a Louisville, Kentucky, dove migliaia di persone stanno protestando, per più di una settimana, chiedendo giustizia non solo per George Floyd, ma anche per due afroamericani uccisi dalla polizia a Louisville, tra cui Breonna Taylor, uccisa a colpi di pistola nella sua stessa casa. Restate con noi.

 

Traduzione dall’inglese di Michele Giammarini

L’articolo originale può essere letto qui