Un anno costituente, patti territoriali, scuole ancorate nei quartieri, più personale, più relazioni, più comunicazione, più spazi e tanto coinvolgimento dei bambini, bambine, ragazzi e ragazze: un patto di comunità che si occupa del benessere mentale, fisico ed emotivo innanzitutto dei più piccoli, ma anche degli adulti che devono farsene carico. Ecco la Scuola che finalmente sconfina…

Oggi è stato consegnato al sindaco di Milano Giuseppe Sala il documento con le proposte per la scuola del futuro raccolte a partire dal convegno dello scorso 10 maggio organizzato dal movimento ‘E tu da che parte stai?’ . Dopo un flash mob di sedie vuote che riportavano una scuola chiusa e solitaria, una delegazione rappresentativa composta da un dirigente, una maestra, un genitore, due bambini in età scolare e l’assessore all’Edilizia Scolastica Paolo Limonta ha incontrato il sindaco, chiedendogli di attivarsi prima possibile per attuare questo ‘documento saggio e praticabile’, come ha sottolineato il preside.

Il progetto “La Scuola Sconfinata di tutte e tutti” elabora alcune proposte di ampio respiro, come proporre che il prossimo anno scolastico debba assumere la natura di ‘anno costituente’, cui demandare l’individuazione di nuove pratiche, nuovi scambi e nuove funzioni della scuola e altre più contingenti e immediate, come immaginare una grande festa di tutta la città il giorno della ripresa della scuola a settembre, perché il ritorno in classe deve essere una vera e propria celebrazione che coinvolga tutta la comunità.

I promotori indicano 12 punti per sconfinare:

  • riportare la scuola pubblica al centro dell’interesse collettivo;
  • coinvolgere bambini, bambine, ragazzi e ragazze nella progettazione educativa;
  • rispettare le loro esigenze di socialità fisica, i rituali e la memoria delle esperienze:
  • rispettare i loro bisogni differenziati, con un’attenzione rinnovata e imprescindibile a coloro che hanno disabilità, sono non italofoni, “invisibili”, “dispersi”, in situazione di povertà educativa;
  • ridurre il rapporto numerico tra educatori e bambini e ragazzi e incrementare le relazioni di vicinanza;
  • prevedere la compresenza dei docenti e la coprogettazione;
  • attivare la formazione di tutti gli adulti coinvolti, garantendo spazi e tempi adeguati;
  • creare o rafforzare le reti educative territoriali di quartiere;
  • individuare e progettare nuovi spazi educativi;
  • agire precocemente affinché le nostre scelte e il nostro stile di vita siano orientati a creare condizioni di salute e benessere mentale, emotivo e fisico per tutti e tutte.
  • prevedere una didattica collaborativa, esperienziale, maieutica e rinunciare al concetto di punizione
  • rafforzare la relazione e la comunicazione generativa tra tutti gli attori della comunità scolastica (dirigenti, docenti, educatori, educatrici, genitori, personale Ata).

Il documento consegnato chiede al sindaco di assumere una serie di impegni molto concreti, come la costruzione di un tavolo cittadino e di tavoli di Municipio. Chiede di mettere le risorse, mappare gli spazi interni ed esterni alle scuole e convogliare i progetti a sostegno delle attività per le scuole, affinché le risorse economiche e di personale siano ricondotte in un unico fondo straordinario per gestire adeguatamente l’avvio delle attività scolastiche. Chiede anche di sollecitare il governo sulle risorse economiche adeguate a garantire il pieno organico per l’inizio dell’A.S. 2020/2021 e per l’edilizia scolastica.

“Dobbiamo risarcire le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi per tutto quello che è stato loro tolto a causa dell’emergenza coronavirus – ha spiegato Antonella Meiani, cofondatrice del movimento “E tu da che parte stai?” e maestra elementare – e anche per quello che non avevano prima dell’emergenza.

Dobbiamo ripensare, riprogettare, ridefinire, ricreare la scuola come cuore pulsante dei quartieri e delle città. Allargandola, scomponendola, aumentandola, facendola sconfinare dentro e fuori l’edificio scolastico; una scuola in presenza e non più a distanza, ancora più capace di creare comunità, di formare nuove cittadine e cittadini, di promuovere una visione salutogenica”.

“Questa scuola – sostiene Annabella Coiro a nome di tutte le persone che hanno contribuito all’elaborazione del progetto – deve interloquire con la città e ha bisogno di un’Amministrazione Comunale che si faccia carico di promuovere e di garantire la cornice istituzionale e i finanziamenti per costruire un vero e proprio patto di comunità in cui docenti, dirigenti, genitori, istituzioni, associazioni definiscano insieme un progetto di territorio in una città che abbia a cuore il benessere mentale, emotivo e fisico innanzitutto dei suoi cittadini più piccoli”.

Non sono solo parole: a condurre questa scuola sconfinata ci sono dirigenti, maestri, docenti universitari e tante donne e uomini del mondo dell’educazione. E stanno già lavorando per aprire a settembre, sconfinando…