Ad Asti, e oggi anche in altre città italiane, è attivo l’Albergo Etico, una struttura interamente gestita e servita da giovani ragazzi e ragazze con la sindrome di down, che qui riescono a diventare indipendenti e superare quei vincoli imposti dalla società. Ma c’è di più. In città si è creata nel tempo una rete di imprese, bar, pizzerie, alberghi e ristoranti che credono nel potere dell’accoglienza e nella capacità dei ragazzi con disabilità intellettiva di lavorare, testimoniando storie possibili e autentiche di cambiamento che rappresentano un esempio per tutti.

Nel cuore della città di Asti ha sede da diversi anni l’Hotel Albergo Etico, un’antica casa di ringhiera che conserva ancora il fascino delle residenze di un tempo e della tradizione enologica di questi territori. Una grande casa illuminata dal sorriso dei ragazzi e delle ragazze con disabilità intellettiva che qui lavorano e che accoglie con calore e umanità i turisti che giungono in questo luogo. L’albergo è un esempio concreto che dimostra che affrontare i problemi legati alla “diversità” sia possibile.

Il percorso verso l’integrazione della disabilità è iniziato con la storia di Niccolò, ragazzo con la Sindrome di Down al termine del suo percorso scolastico presso l’istituto alberghiero locale che un giorno ha trovato lavoro presso il ristorante Tacabanda di Asti, gestito dallo chef Antonio De Benedetto. Doveva trattarsi di un semplice stage di qualche mese ma la presenza di Niccolò ha dato l’input per proseguire insieme quest’esperienza di crescita e, da quel momento, l’accoglienza di ragazzi con disabilità non si è mai più fermata.

Oggi Niccolò ha un regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato e fa il tutor di altri ragazzi. Il suo esempio è diventato il simbolo del ristorante, di un movimento, di un processo di cambiamento che sta trasformando la città nei confronti dei ragazzi con disabilità che qui hanno la possibilità di crescere e acquistare maggior autonomia.

Così l’associazione “Download Albergo Etico”, ora cooperativa sociale, ha dato vita a un luogo dove il turismo di qualità diventa un tramite per creare inclusione. L’esperienza di inserimento lavorativo all’interno del ristorante e dell’hotel viene conosciuta in tutto il Paese e si innesca un processo che porta ad Asti famiglie provenienti da tutta Italia per conoscere il progetto “Albergo Etico” che racchiude tutte le iniziative indirizzate ai ragazzi con disabilità.

Il suo obiettivo è duplice: collocare stabilmente i giovani nel mondo del lavoro garantendo l’indipendenza della persona e allo stesso tempo favorire l’apprendimento esperienziale e formativo attraverso un coinvolgimento diretto.

Come si legge dalla descrizione del progetto, nel tempo iniziano a collaborare altri professionisti del settore, imprese agroalimentari, bar, gelaterie, pizzerie, ristoranti, centri benessere e alberghi che sposano la sua filosofia, aiutando a generare ambiti di formazione diversificati. La rete che si è creata favorisce un processo formativo basato sul “learning by doing” ovvero “imparare facendo”.

All’interno dell’Hotel i ragazzi lavorano e vengono accolti per brevi periodi. Qui hanno la possibilità di frequentare l’”Accademia dell’Indipendenza”, un percorso di tre anni di formazione/lavoro dove possono acquisire la propria autonomia gradualmente, apprendendo tutte le mansioni esercitate nell’hotel e nel ristorante e replicandole nel proprio contesto famigliare.

Il progetto negli anni è stato esportato in diverse altre città tra cui Roma, Pistoia e anche all’estero, dimostrando che anche una piccola città come Asti può rappresentare un esempio virtuoso conosciuto e replicato in tutto il mondo.

Come si legge sul sito, «il settore turistico è un canale privilegiato per l’inserimento lavorativo di persone con disabilità intellettiva. La struttura alberghiera, con la reception, gli uffici, la sala ristorante, la sala bar, la sala delle colazioni, la cucina,  le camere del personale è il luogo di apprendimento ideale, proprio perché il più vicino al concetto di casa, l’unico in cui queste persone spesso si sentono a loro agio».

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