Mercoledi’ 2 ottobre 2019 anche a Viterbo, per iniziativa del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”, è stata celebrata come ogni anno la “Giornata internazionale della nonviolenza” promossa dall’Onu nell’anniversario della nascita di Gandhi.

La celebrazione si è svolta in piazzale Gramsci, dinanzi alla lapide che ricorda alcune vittime innocenti della barbarie nazista.
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha tenuto il discorso commemorativo (discorso svolto parlando a braccio in vivo dialogo con i presenti, del quale di seguito riportiamo una sintesi ricostruita a memoria poche ore dopo).

Dinanzi a questo cippo e a questa lapide che ricordano tre vittime innocenti che proprio in questo luogo furono assassinate dai nazisti, noi oggi rinnoviamo la nostra opposizione a tutte le uccisioni e a tutte le violenze, il nostro impegno in difesa della vita, della dignita’ e dei diritti di tutti gli esseri umani. Noi oggi celebriamo qui, come tante altre persone stanno facendo in tutto il mondo, la Giornata internazionale della nonviolenza, nell’anniversario della nascita del Mahatma Gandhi, e nel ricordo di tutte le vittime della violenza, e di tutte le persone costruttrici di pace e di liberazione che alla violenza e all’iniquità si sono opposte, dalla più lontana antichità fino ad ora, e tra esse ricordiamo il nostro amico, maestro e compagno nell’impegno nonviolento di solidarietà e di liberazione don Dante Bernini, che ci ha lasciato lo scorso venerdì ma di cui vive e vivrà nel nostro ricordo la luminosa testimonianza.

La nonviolenza, diciamolo ancora una volta, è innanzitutto una prassi: è la lotta contro la violenza; è un appello e un’azione: azione che educa e libera e salva, ed appello che suscita l’umanità dell’umanità. La nonviolenza è un concetto e un campo di ragionamenti e di convincimenti complesso e pluridimensionale, non dogmatico ma persuaso, non astratto ma sperimentale, fallibilista e aperto, esistenzialmente vissuto, da inverare nelle relazioni di ascolto e di aiuto, e nelle concrete formazioni sociali, nel concreto svolgimento storico dei conflitti e della civiltà, dell’umanizzazione dell’umanità. La nonviolenza è proposta pratica di azione concreta contro la violenza: proposta di azione personale e di azione collettiva, morale e politica. La nonviolenza è esperienza storica disseminata e germogliante lungo l’intera vicenda umana e sempre più intensa, estesa e chiarificata nel progredire dell’autocomprensione dell’umanità.

Se è merito di Gandhi aver dato un contributo fondamentale alla nonviolenza in termini di definizione e tematizzazione teorica e – soprattutto, e necessariamente – di sperimentazione effettuale, molte altre esperienze di pensiero e azione nel corso dei secoli la nonviolenza hanno elaborato e praticato: in primo luogo il movimento operaio; le resistenze antirazziste, anticolonialiste, antimperialiste ed antifasciste; tutti i movimenti di liberazione, e soprattutto il movimento di liberazione delle donne, le cui riflessioni e le cui lotte costituiscono la corrente calda e il maggior inveramento storico e teoretico della nonviolenza. La nonviolenza è l’orizzonte concettuale ed operativo in cui si collocano tutte le lotte di liberazione dell’umanità, tutte le esperienze di solidarietà che i diritti di ogni essere umano riconoscono e difendono e promuovono, tutte le iniziative di rispetto, tutela e risanamento del mondo vivente.
La nonviolenza è il fondamento primo e decisiva la modalità concreta e coerente di tutte le esperienze di resistenza ad ogni abuso e ad ogni devastazione, ad ogni dittatura e ad ogni totalitarismo comunque essi si mascherino. La nonviolenza è la politica prima, la politica dell’umanità.

E questa giornata voluta dall’Onu non solo per dare solenne ed impegnativo riconoscimento istituzionale al lascito gandhiano, ma anche per vivamente esortare l’umanità intera a porsi alla sequela del Mahatma, ebbene, questa giornata sia sempre più, di anno in anno, indicazione e sprone all’agire concreto e coerente per il bene comune dell’umanità, alla responsabilità che il mondo intero abbraccia, alla condivisione del bene e dei beni.

Nel ricordo di Mohandas Gandhi, di Laura Conti, di Luce Fabbri, di don Dante Bernini come di innumerevoli altre ed altri testimoni dell’umanità come dovrebbe essere; alla scuola di Rosa Luxemburg e di Virginia Woolf, di Simone Weil e di Hannah Arendt, che della nonviolenza in cammino sono state nel XX secolo tra le figure di riferimento più nitide e più aggettanti; ogni persona senziente e pensante si impegni qui e adesso a contrastare ogni violenza, a salvare tutte le vite; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; in difesa della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani; in difesa dell’intero mondo vivente casa comune dell’umanità.

E qui e adesso, nel nostro paese, innanzitutto si adoperi ogni persona di volontà buona, ogni associazione solidale ed ogni istituzione democratica, per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo e per far cessare la schiavitù, la segregazione e la persecuzione razzista. Ripetiamo ancora una volta quali siano i più urgenti doveri, basilari e indispensabili, da realizzare immediatamente in Italia:

  1. tornare alla legalità che salva le vite: abrogare immediatamente tutte le misure razziste e persecutorie imposte dal governo razzista recentemente caduto (ma anche le altre imposte dai governi precedenti che hanno aperto la strada all’inabissamento nella brutalità di quest’ultimo anno);
  2. tornare al primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto: ripristinare l’adempimento del dovere di soccorrere chi è in pericolo;
  3. distinguere il bene dal male: che siano processati nei tribunali della Repubblica i responsabili di crimini contro l’umanità e di attentato contro la Costituzione;
  4. tornare alla Costituzione: ripristinare la legalità costituzionale che il governo della disumanità da poco caduto ha impunemente infranto per oltre un anno;
  5. una persona, un voto: riconoscere il diritto di voto e tutti gli altri diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che vivono in Italia, facendo cessare l’effettuale regime di apartheid di cui sono vittima milioni di nostri effettivi conterranei;
  6. far cessare la strage nel Mediterraneo: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

La nonviolenza è in cammino.
La nonviolenza è il cammino.
Agisci nei confronti delle altre persone così come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.
Sii tu l’umanità come dovrebbe essere.

Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo


Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo è una struttura nonviolenta attiva dagli anni ’70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E’ la struttura nonviolenta che oltre trent’anni fa ha coordinato per l’Italia la più ampia campagna di solidarietà con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza e’ in cammino” che e’ possibile ricevere gratuitamente abbonandosi attraverso il sito www.peacelink.it