Da mesi Mondo in Cammino stava programmando una missione a Popasna nel Donbass e, grazie ad una fidata signora  ucraina residente in Italia, aveva ottenuto i permessi per recarsi in loco, con la garanzia della scorta e della protezione fisica. Oltre al presidente Massimo Bonfatti, avrebbero dovuto partecipare altri 3 soci di Mondo in cammino. Lo scopo era quello di valutare dal vivo le condizioni delle popolazioni locali e la possibilità di aiuti umanitari rivolti soprattutto ai bambini e ai profughi. La missione era prevista dal primo al 12 settembre prossimo.

Giovedì 18/07/19 sulle varie pagine gestite dal presidente dell’ODV, sono arrivati messaggi da parte di una utente residente a Donetsk, nella separatista e autoproclamata Repubblica di Donetsk, riportante un articolo del giornale online “lnr.today” (ripreso poi da diversi altri media) con il seguente articolo: “Nel Donbass militanti dell’esercito nazionale ucraino vogliono prendere in ostaggio volontari italiani per vendicare la sentenza italiana contro Markiv”. Nel sottotitolo: “Un Gruppo dell’organizzazione Mondo in cammino arriverà nella zona in missione umanitaria”. L’articolo riportava pari pari il post Facebook di un famoso nazionalista ucraino apparso alcune ore prima. Nel post veniva riportato il nominativo del presidente Massimo Bonfatti e degli altri membri, lo scopo della missione e gli intenti, ovvero un attacco armato al Gruppo di volontari, considerando come opzioni il sequestro e la detenzione delle persone fino alla distruzione fisica del gruppo. Il tutto per vendicare il verdetto del 12 luglio scorso della Corte d’Assise di Pavia  che ha condannato a 24 anni di carcere Vitaly Markiv,  l’ex soldato 30enne della Guardia Nazionale Ucraina, per l’agguato nel Donbass in cui persero la vita il fotogiornalista italiano Andy Rocchelli e il giornalista russo Andrej Mironov.

Subito forte la presa di posizione dell’attivista per i diritti umani Oksana Chelysheva che si è messa in contatto con Eva Schmidt dell’ Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani: “…ho conosciuto  il presidente di questo gruppo umanitario, Massimo Bonfatti, mentre lavorava a Beslan. Massimo gestisce un’organizzazione di beneficienza presente in Ucraina fin dal disastro di Chernobyl. Dopo aver trovato questa notizia davvero allarmante, sono entrata in contatto con Massimo, soprattutto perché le fonti hanno fornito informazioni molto concrete sui membri del gruppo che prevede di visitare l’Ucraina. Controllando le fonti ho anche trovato un rapporto simile sulla pagina web

https://lnr.today/vsu-sobralis-mstit-za-osuzhdennyh-v-italii-sosluzhivtsev/: è ancora più allarmante poiché questa fonte afferma che il piano per catturare gli italiani non esclude la loro uccisione. Massimo Bonfatti ha confermato il piano di viaggio in Ucraina e la composizione del gruppo, avvallando la mia fondata preoccupazione. Dalla nostra comunicazione, so che Massimo e Mondo In Cammino hanno preso sul serio l’avvertimento e hanno già preso la decisione di posticipare il viaggio in Ucraina. Spero che Massimo si rivolga alle autorità italiane perché si tratta davvero di una grave minaccia,  soprattutto nell’attuale situazione in Ucraina. Spero che il tuo ufficio sia in contatto con Massimo Bonfatti e che tu possa fare qualcosa per verificare con Lugansk come sono venuti in possesso di queste informazioni”.

Questi i fatti. Ora tutte le ipotesi sono possibili. Il post del nazionalista ucraino ha provocato indubbiamente una campagna di indignazione che viene, però, usata dalle opposte parti in conflitto per accuse reciproche.

Senza entrare nel merito, Mondo in cammino sostiene che:

  • sono state violate le informazioni private inviate per l’accreditamento della missione nei vari Ministeri e nelle Ambasciate coinvolte e, forse, anche le schede telefoniche e la corrispondenza e-mail. Sono stati resi noti, al di fuori dei canali di sicurezza, i nominativi e forse anche i passaporti dei componenti la missione umanitaria C’è sicuramente una “talpa” nei vari uffici ucraini: questa è una grande preoccupazione non solo per Mondo in Cammino, ma per tutte le associazioni di volontariato che svolgono progetti in tutta l’Ucraina
  • al momento non sono da escludere episodi di emulazione da parte di esaltati di entrambi i fronti per lanciarsi accuse reciproche.

Per tale motivo il Presidente dell’ODV, ha deciso di “motu proprio”, la sospensione di tutte le missioni in Ucraina previste per il prossimo futuro, a tutela di tutti i volontari di Mondo in Cammino, e di tutte le persone coinvolte, fino a che non saranno ristabilite le garanzie di sicurezza da parte delle Autorità competenti.

Mondo in Cammino Onlus