Dopo il MUOS di Niscemi, verrà realizzato in Sicilia un altro megacentro di telecomunicazioni satellitari delle forze armate USA. Il Dipartimento della Difesa ha infatti chiesto al Congresso degli Stati Uniti d’America l’autorizzazione alla spesa di 77 milioni e 400 mila dollari per costruire all’interno della stazione aeronavale di Sigonella una “infrastruttura di telecomunicazione a più piani che comprenda pure una facility per le informazioni sensibili e riservate (Sensitive Compartmented Information Facility – SCIF)”.
“La nuova stazione di telecomunicazioni nella NAS – Naval Air Station di Sigonella consentirà di effettuare più sicure e affidabili telecomunicazioni vocali e dati, classificate e non classificate, alle unità navali, sottomarine, aeree e terrestri della Marina militare USA, in supporto delle sue operazioni reali e delle esercitazioni in tutto il mondo, nonché a quelle della coalizione alleata che intervengono nei teatri operativi”, spiega il Pentagono nella richiesta di stanziamento fondi per l’anno fiscale 2019-2020. “La nuova facility fornirà anche un’area per le telecomunicazioni satellitari, un’area per le attrezzature di sicurezza criptografica e per i sistemi meccanici e di generazione di energia elettrica. Questo progetto è finalizzato a rafforzare significativamente le capacità funzionali e il supporto operativo della base a favore dei sistemi strategici della Flotta USA. L’installazione di terminali multibanda della Marina militare all’interno del nuovo edificio miglioreranno l’efficienza del sistema”.
Secondo la scheda progettuale presentata dal Dipartimento della Difesa, la nuova infrastruttura di Sigonella includerà oltre al centro di telecomunicazioni, alcune aree per la manutenzione e l’addestramento, spazi amministrativi, caveu di sicurezza e per la protezione del cablaggio, magazzini, un piano per le aree operative, una multimedia room con capacità di video-teleconferenza e un’area protetta interna. “L’edificio verrà protetto contro tutte le interferenze elettromagnetiche e Tempest (in gergo militare le modalità di protezione e sicurezza dei materiali e delle apparecchiature di telecomunicazioni che emettono radiazioni elettromagnetiche – EMR, NdA)”, riporta il Dipartimento.
“I sistemi di controllo dell’infrastruttura includeranno quelli per la cybersecurity in accordo con i criteri odierni previsti dalla Difesa. I sistemi informativi comprenderanno le apparecchiature per le telefonate di sicurezza e non, per la trasmissione dei dati classificati e non, per le comunicazioni televisive via cable. Si prevedono inoltre apparecchiature per la radiofrequenza, le video-teleconferenze e la diffusione radio. Questo progetto risponderà alle caratteristiche di protezione anti-terrorismo, antisisma e antincendio, fornitura elettrica no stop, conversione delle frequenze, ecc.”.
Accanto al nuovo centro di telecomunicazioni sorgerà pure un parcheggio per 200 veicoli circa. Complessivamente le infrastrutture occuperanno una superficie di 6.607 metri quadri, contro i 2.685 metri quadri attualmente occupati dall’odierno centro di telecomunicazioni.
“Quando il nuovo progetto sarà completato, verranno demoliti alcuni edifici esistenti all’interno della base (si tratta di quelli identificati con i numeri 581, 585, 580, 579, 750, 580TR4, 580TR3 e 580TR2) e le funzioni che adesso vi sono ospitate saranno ricollocate nella nuova facility”, aggiunge il Dipartimento della Difesa. L’assegnazione del contratto lavori è prevista entro l’agosto 2020, mentre la realizzazione dovrebbe concludersi entro l’aprile 2024. “Le apparecchiature C4I ed elettroniche associate a questo progetto saranno fornite da altri capitoli finanziari”, spiegano i militari USA. Nello specifico si prevede uno stanziamento aggiuntivo di 57 milioni di dollari entro il 2023.
“La stazione di telecomunicazione esistente a NAS Sigonella è stata costruita nel 1966”, spiegano ancora i vertici militari USA. “L’edificio è di dimensioni assai ridotte e non soddisfa i bisogni delle odierne tecnologie. Sono stati effettuati adeguamenti negli anni nel tentativo di accrescere le capacità di telecomunicazione e ridurre i gap dei sistemi elettrici e meccanici. Per i frequenti ammodernamenti delle attrezzature di comunicazione e delle tecnologie informatiche, sono stati richiesti diversi lavori nei locali nella facility che hanno comportato alti costi e lo spreco di tempo utile.
Con i costanti progressi nella tecnologia, ulteriori adeguamenti e nuovi spazi operativi saranno ancora richiesti. L’eventuale riconfigurazione dell’edificio esistente avrà come conseguenza la distribuzione inadeguata del personale e ulteriori costi aggiuntivi. Verrà inoltre limitato lo svolgimento delle attività operative della base e si comprometterà la rapidità delle sue missioni”. Da qui, secondo il Pentagono, l’esigenza di provvedere immediatamente alla costruzione di un novo di centro di telecomunicazioni a Sigonella.
Davvero singolari poi le altre motivazioni addotte per giustificare il finanziamento del progetto. “L’inadeguatezza degli edifici esistenti causa carenza nella sicurezza dei locali”, spiega il Dipartimento USA. “Nel corso dei mesi invernali, gatti selvatici e ratti trovano ingresso nell’edificio attraverso le condotte e le tubature. Questi roditori strappano a morsi i cavi delle fibre ottiche, rompono gli isolanti dall’esterno e poi divorano le fibre, interrompendo così le comunicazioni. Inoltre essi diffondono germi e malattie in tutto l’edifico rendendolo insalubre. L’edificio è connesso inoltre al sistema fognario dell’Aeronautica militare italiana e spesso subisce gli effetti delle eventuali perdite e le acque nere traboccano al suo interno. L’area delle telecomunicazioni è connessa alla rete di distribuzione idrica dell’Aeronautica italiana. L’acqua non è potabile e non è utilizzabile neanche per lavarsi le mani, mentre la fornitura non è costante. E’ necessario acquistare così acqua imbottigliata per poter bere e lavarsi le mani”. Come dire, cioè, che i piccoli roditori e le fogne di Sigonella mettono costantemente sotto scacco la potenza militare e nucleare più potente della Terra….
Dalla scheda progettuale si evince un altro dato a testimonianza che quello previsto a Sigonella non è un mero ammodernamento del centro di telecomunicazione esistente ma un suo rilevante potenziamento. Entro la fine del 2023, infatti, con la nuova facility il personale statunitense di stanza nella grande stazione aeronavale siciliana raggiungerà le 3.322 unità contro le 3.021 unità censite il 30 settembre 2018 (l’aumento previsto è dunque del +10%). Inoltre, il valore degli immobili di proprietà USA a Sigonella, stimato lo scorso anno in 925.329.000 dollari, grazie ai progetti previsti nei prossimi quattro si attesterà a 1.260.087.000 dollari. Rilevante anche la descrizione fatta dal Pentagono sulle principali funzioni svolte dalla grande base siciliana.
“Sigonella è la maggiore installazione della US Navy nel Mediterraneo centrale ed è utilizzata per il supporto logistico della Sesta Flotta e come base per lo schieramento degli aerei per la guerra ai sottomarini (ASW). A Sigonella è assegnato anche uno squadrone per il trasporto aereo della Marina nel teatro mediterraneo, per missioni di trasporto carichi a bordo delle unità navali in transito. La base opera in supporto ai velivoli tattici di stanza nelle portaerei, ai voli cargo dell’Air Mobility Command (AMC) e ai voli passeggeri del Military Airlift Command (MAC) dagli Stati Uniti d’America. Assicura inoltre l’interfaccia logistica con la vicina baia di Augusta, utilizzata quale pontile e deposito carburante e munizioni della NATO. Supporta infine gli squadroni elicotteri da combattimento e sorveglianza”. I vertici militari di Washington omettono tuttavia di ricordare come NAS Sigonella sia da tempo pure una delle principali basi mondiali per le operazioni dei droni killer e d’intelligence delle forze armate USA…