Oggi viene firmato il Protocollo operativo in materia di accoglienza ed integrazione degli immigrati nella piana di Gioia Tauro, i cui contenuti erano stati anticipati nell’incontro del 15 marzo al la Prefettura di Reggio Calabria.

Purtroppo, nonostante le dichiarazioni di principio, continua a permanere un’impostazione per noi inaccettabile, come ribadito alla vigilia dello sgombero del 6 marzo a San Ferdinando. A criticare duramente le modalità di quello sgombero non è stata solo l’USB, spesso strumentalmente accusata di voler difendere la vergogna della baraccopoli, ma anche tre autorevoli relatori speciali dell’Onu.

Non accettiamo e non accetteremo mai alcuna azione che consideri i lavoratori, perché quello per noi sono, esclusivamente come “migranti” da assistere, privati della loro dignità, discriminati in base al tipo di documento posseduto, sempre che un documento ce l’abbiano.

Lo scopo di USB è il superamento del campo, dell’accentramento, della ghettizzazionee non crediamo sia possibile l’integrazione attraverso ricette come quella dei moduli abitativi. Tra l’altro si è parlato di distribuire i moduli in più territori ma non ci è stato dato modo di capire quali comuni abbiano accettato questa proposta, visto che nella bozza ne sono indicati solo tre. E poi: dove saranno collocati? Come saranno gestiti?

È insomma una proposta che non va affatto verso l’integrazione, bensì verso lo smantellamento di un grande ghetto per crearne altri più piccoli e diffusi nel territorio.

Non ci piace inoltre l’idea delle “navette per i neri” quando il trasporto da potenziare è tutto il trasporto pubblico locale, soprattutto in un territorio dove il problema della mobilità interna grava anche su lavoratori e studenti italiani.

Nonostante le nostre osservazioni rimane una impostazione che rende per noi impossibile sottoscrivere il protocollo. Continuerà però il nostro impegno nel cercare di fare sindacato in un settore così difficile, per sostenere le ragioni dei lavoratori nel territorio della Piana di Gioia Tauro.

USB continuerà quindi a fornire assistenza legale per tutto quello che riguarda permessi di soggiorno, iscrizioni anagrafiche, ricongiungimenti familiari e quant’altro, nonché tutela dei diritti del lavoro, controllo delle buste paga, verifica dei contratti, assistenza nelle eventuali vertenze con i datori di lavoro.

USB ritiene che le soluzioni emergenziali portate avanti finora siano un elemento frenante e non una reale attività propedeutica all’inserimento abitativo diffuso, e continuerà il suo impegno di sensibilizzazione e di coinvolgimento territoriale, in collaborazione con altre realtà associative laiche e religiose della Piana, finalizzato a favorire affitti e altre soluzioni che puntino all’inserimento nelle case vuote del territorio.

USB rimarca la necessità che le problematiche dei lavoratori stranieri presenti nella Piana di Gioia Tauro siano inserite in un quadro più complessivo territoriale, puntando a soluzioni che possano dar sollievo a disagi più generali, come ad esempio quello legato ai trasporti e alla mobilità, e non a disagi specifici dei migranti.

USB resta pronta al confronto per migliorare le condizioni dei braccianti della Piana di Gioia Tauro.

Coordinamento lavoro agricolo USB

USB Federazione Calabria