E’ passata la mezzanotte nell’Ambasciata del Venezuela a Washington DC e ci aspettiamo che i servizi segreti e la polizia arrivino domani per arrestarci e sfrattarci nel nome del governo del colpo di stato illegale che stanno cercando di attuare. Stiamo rendendo pubblica la nostra corrispondenza con il Dipartimento di Stato in modo che rimanga traccia del fatto che gli è stato detto che il Collettivo di Protezione dell’Ambasciata non sta facendo nulla di illegale e che cercheremo di denunciare i responsabili di qualsiasi arresto illegale.

Abbiamo detto al Dipartimento di Stato che se entrano nell’Ambasciata venezuelana violano il diritto internazionale e se arrestano membri del Collettivo per sconfinamento o ingresso illegale, si tratterà di arresti illegali. I membri del Collettivo si trovano nell’ambasciata con il permesso del governo eletto del Venezuela.

In due messaggi di oggi al Dipartimento di Stato, il Collettivo ha spiegato che non stiamo violando la legge e se ci sono arresti illegali continueremo l’azione legale contro le persone responsabili di aver ordinato o effettuato arresti.

Lo abbiamo chiarito per iscritto al Dipartimento di Stato anche prima del 24 aprile, ma lo abbiamo ribadito oggi dopo che i Servizi Segreti sono arrivati all’ambasciata e hanno fotografato l’esterno dell’edificio per prepararsi a entrare illegalmente ed effettuare arresti illegali.

Stasera, quando il Collettivo ha tenuto un incredibile forum con John Kiriakou, un ex funzionario della CIA che ha parlato di un “punto di vista interno del cambio di regime USA”, fuori c’erano i Servizi Segreti e la polizia di Washington. Questo atto di intimidazione, oltre alla minaccia di arresto, ha coinvolto anche i giornalisti, ad alcuni dei quali sono stati chiesti documenti d’identità e accrediti. Guarda il forum con John Kiriakou qui. Durante questo forum sia io che Mara Verheyden-Hilliard, il nostro avvocato della Partnership for Civil Justice, abbiamo reso pubblici i punti sotto riportati, c’era infatti una registrazione video delle nostre preoccupazioni relative alle minacce della polizia del Dipartimento di Stato e all’illegalità di eventuali arresti di membri del Collettivo.

Non ci siamo intimiditi perché i membri del Collettivo non stanno violando NESSUNA legge.

Nel mio secondo messaggio al Dipartimento di Stato, nell’oggetto ho scritto: “Qualsiasi arresto nell’ambasciata venezuelana sarebbe illegale” e poi:

I membri del Collettivo di Protezione dell’Ambasciata stanno scrivendo per mettere espressamente in chiaro e garantire che tutto il personale sia messo al corrente che qualsiasi arresto di persone all’interno dell’ambasciata costituirebbe un atto illegale. Capiamo, dalle nostre comunicazioni con

Non solo siamo qui su invito di persone legalmente responsabili degli uffici, ma anche come persone con diritti legali ai sensi delle leggi sulla locazione di Washington DC.

Riterremo responsabile chiunque ordini o compia azioni illegali contro di noi.

Non abbiamo ricevuto alcuna notifica di sfratto nè la possibilità di contestare un eventuale tentativo di sfratto, così come richiesto dalla legge.

Un precedente messaggio al Dipartimento di Stato si è incentrato su tre questioni:

  1. Gli Stati Uniti violerebbero il diritto internazionale se entrassero nell’ambasciata e non la proteggessero dal subentro del governo fantoccio fraudolento che gli Stati Uniti stanno cercando di instaurare, nonostante il governo legittimo democraticamente eletto del Presidente Maduro.
  2. L’elezione del Presidente Maduro è avvenuta in un contesto in cui più di 150 osservatori internazionali hanno convenuto all’unanimità che le elezioni erano legittime secondo gli standard internazionali.
  3. L’autoproclamazione del presidente fantoccio statunitense Juan Guaido ha violato la Costituzione venezuelana in molteplici modi.

Il Dipartimento di Stato è a conoscenza del fatto che se entrerà nell’ambasciata violerà la legge. Di seguito sono riportati i messaggi che ho inviato al Dipartimento di Stato.

Faccio parte del Collettivo di Protezione dell’Ambasciata. Siamo all’interno dell’ambasciata con il permesso del governo del Venezuela. Non siamo entrati illegalmente e non siamo intrusi.

Oggi abbiamo visto i Servizi Segreti fuori a fare fotografie e ho parlato con gli agenti che ci hanno detto di rimanere in contatto con David Noordeloos, che mi ha detto di contattarla.

Sto scrivendo per capire i vostri piani. Fungerò da collegamento di polizia tra il Collettivo e le forze dell’ordine se decidete di avvicinarvi all’ambasciata per allontanarci.

Ho condiviso con Noordeloos le seguenti informazioni che indicano che entrare nell’ambasciata sarebbe una violazione del diritto internazionale, Juan Guaido non è il presidente ad interim e ha violato il diritto venezuelano e non ha alcuna autorità governativa. Inoltre, Nicolas Maduro è il presidente legittimamente eletto del Venezuela ed è riconosciuto dalle Nazioni Unite e dalla grande maggioranza dei governi mondiali. Spero che il governo degli Stati Uniti rispetterà il diritto internazionale, il diritto venezuelano e la sovranità del Venezuela.

Kevin Zeese

La prego di far sapere ai responsabili politici che esiste un governo legittimo del Venezuela che è stato democraticamente eletto. Il governo Maduro è riconosciuto dalle Nazioni Unite. Siamo nell’ambasciata con il permesso di quel governo. Qualsiasi violazione da parte delle autorità statunitensi o del falso governo o dell’opposizione illegale violerebbe la legge.

Il mondo intero sa che riconoscere Juan Guaido è una farsa. Non ha il potere del governo venezuelano, non può rilasciare passaporti o visti, negoziare accordi e letteralmente non funziona come un governo.

Le informazioni che seguono chiariscono che invadere l’ambasciata equivarrebbe a invadere il territorio venezuelano e sarebbe una violazione della legge.

Il diritto internazionale protegge le ambasciate straniere negli Stati Uniti

D’accordo all’Articolo 22 della Convenzione di Vienna del 1961 sulle Relazioni diplomatiche, le ambasciate straniere dovrebbero essere protette dal governo degli Stati Uniti e il loro spazio non dovrebbe essere da lui violato. In particolare, il diritto internazionale stabilisce che:

  1. Gli uffici della missione sono inviolabili. Gli agenti dello Stato ospitante non possono accedervi, se non con il consenso del capo della missione.
  2. Lo Stato ospitante ha il particolare dovere di adottare ogni appropriata misura per proteggere gli uffici della missione contro qualsiasi intrusione o danno e per impedire qualsiasi disturbo alla pace della stessa o lesione della sua dignità.
  3. Gli uffici della missione, il loro arredamento e gli altri beni che vi si trovano, nonché i mezzi di trasporto della missione sono immuni da perquisizione, requisizione, sequestro o esecuzione.

L’amministrazione Trump violerebbe la Convenzione di Vienna se consentisse il sequestro illegale dell’ambasciata del Venezuela. Il Collettivo per la Protezione elettorale sostiene il popolo venezuelano assumendosi la responsabilità di garantire che l’articolo 22 della Convenzione di Vienna non sia violato.

Il governo eletto del Presidente Maduro rimane al potere

Il governo del presidente Nicolás Maduro è stato rieletto il 20 maggio 2018 in risposta alla richiesta dell’opposizione di elezioni anticipate. Le elezioni si sono svolte in conformità con la Costituzione venezuelana, in consultazione con i partiti dell’opposizione e secondo quanto stabilito dal Consiglio Elettorale nazionale, una sezione indipendente del governo venezuelano.

Sedici partiti hanno partecipato alle elezioni, con sei candidati in lizza per la presidenza. Il presidente Maduro ha vinto con ampio margine, ottenendo 6.248.864 voti, il 67,84%; seguito da Henri Falcón con 1.927.958, il 20,93%; Javier Bertucci con 1.015.895, il 10,82%; e Reinaldo Quijada, che ha ottenuto 36.246 voti, lo 0,39% del totale. Un totale di 9.389.056 persone hanno votato, il 46% degli aventi diritto di voto.

Il processo elettorale è stato seguito da oltre 150 osservatori elettorali. Tra questi, 14 commissioni elettorali di otto paesi, tra cui il Consiglio degli esperti elettorali dell’America Latina, due missioni elettorali tecniche e 18 giornalisti provenienti da diverse parti del mondo. Secondo gli osservatori internazionali, “le elezioni sono state molto trasparenti e conformi ai parametri internazionali e alla legislazione nazionale.”

In una lettera all’Unione europea in cui si correggono alcune delle false dichiarazioni rese in merito alle elezioni, osservatori elettorali hanno scritto: “Siamo stati unanimi nel concludere che le elezioni si sono svolte in modo corretto, che le condizioni elettorali non sono state parziali, che le irregolarità reali sono state eccezionalmente poche e di natura assai secondaria.”

Le apparecchiature per le votazioni sono state controllate prima e subito dopo le elezioni. Il Venezuela fa qualcosa che nessun altro paese al mondo fa, un Audit pubblico dei cittadini del 52-54% delle apparecchiature di voto in ogni distretto. L’Audit dei Cittadini è seguito dai media, dal pubblico e da tutti i partiti di opposizione che firmano gli audit. Gli audit hanno dimostrato che i risultati elettorali rispecchiano in modo accurato la volontà degli elettori.

L’illegittima auto-candidatura di Juan Guaidó ha violato la legge venezuelana

L’autoproclamazione di Juan Guaidó come presidente ad interim ha violato la Costituzione venezuelana. Il linguaggio della Costituzione Venezuelana è chiaro riguardo al momento in cui il presidente dell’Assemblea nazionale può diventare presidente e nessuna delle condizioni della Costituzione è stata soddisfatta.

L’opposizione fa riferimento all’Articolo 233 della Costituzione, che consente al presidente dell’Assemblea nazionale di fungere da presidente ad interim solo se il presidente eletto non si è ancora insediato. L’autoproclamazione di Guaidó è avvenuta dopo l’insediamento del presidente Maduro.

L’articolo 233 consente al presidente dell’Assemblea nazionale di diventare presidente solo se il presidente eletto:

“diventa permanentemente indisponibile a causa di uno dei seguenti eventi: morte, dimissioni, destituzione per decisione del Tribunale Supremo di Giustizia [equivalente all’impeachment], invalidità fisica o mentale permanente certificata da una commissione medica designata dal Tribunale Supremo di Giustizia con l’approvazione dell’Assemblea Nazionale, abbandono della sua posizione, debitamente dichiarata dall’Assemblea Nazionale, e richiamo a voto popolare..”

Nessuna di queste condizioni si è verificata.

Se Guaidó si fosse trovato nelle condizioni di cui sopra, l’articolo 233 gli avrebbe consentito di prestare servizio solo per 30 giorni consecutivi in attesa dell’elezione e dell’insediamento del nuovo presidente. L’autoproclamazione e l’insediamento fraudolento di Guaidó si è verificato più di 30 giorni fa e non sono state programmate elezioni.

In una conferenza stampa, Elliot Abrams, il rappresentante speciale degli Stati Uniti per il Venezuela, non ha potuto spiegare queste violazioni della legge da parte di Guaidó e ha ammesso che Guaidó non è “in grado di esercitare i poteri dell’ufficio perché Maduro è ancora lì”. Anche Abrams ammette che Guaidó non è il presidente. Pertanto, non ha alcuna autorità sull’ambasciata venezuelana.

Se gli Stati Uniti dovessero violare la proprietà dell’ambasciata venezuelana, questa invierà un messaggio a tutti i paesi del mondo per dire che negli Stati Uniti le loro ambasciate non sono protette dal diritto internazionale. Gli Stati Uniti vogliono un colpo di stato con l’installazione di un governo fantoccio e sono disposti a violare la legge per farlo. Questo è un messaggio che gli Stati Uniti non dovrebbero inviare ai governi di tutto il mondo.

Stiamo rendendo pubblica questa corrispondenza in modo che ci sia una dimostrazione aperta che il Dipartimento di Stato è stato messo al corrente e che le loro minacce di arrestare ed espellere illegalmente membri del Collettivo da un edificio dove ci troviamo come inquilini o ospiti con il permesso del governo venezuelano, sono pubbliche. Siamo pronti a ricevere all’ambasciata i servizi segreti e la polizia di Washington domani e non ci sentiamo intimiditi dalle loro minacce. Sappiamo che non stiamo violando nessuna legge.


Kevin Zeese è direttore di Popular Resistance

Traduzione dall’inglese di Matilde Mirabella

L’articolo originale può essere letto qui