We don’t need another hero” (non ci serve un altro eroe) cantava Tina Turner nel 1985 e continuava più o meno dicendo che questa volta non possiamo commettere gli stessi errori e si chiedeva: quando mai cambieremo? Risuona dentro di me con una canzone altrettanto famosa della fine degli anni ’50, interpretata dalla drammatica e penetrante voce di Marlene Dietrich (Sag mir, wo die Blumen sind – Dove sono finiti tutti i fiori).

Sempre donne, donne che chiedono di smetterla con le guerre, con la sopraffazione, con la difesa delle proprie ragioni, con l’odio. Continua la mia associazione libera di immagini e appare Severn-Cullis-Suzuki che a Rio nel 1992 era poco più di una ragazzina e chiedeva con intensità ai potenti del mondo di essere coerenti con le loro parole e di salvaguardare il futuro delle nuove generazioni. E allora tuona nella mia testa la forza di Greta Thumberg che oggi, col suo esempio diffuso mondialmente attraverso i social media, muove le coscienze di una nuova generazione planetaria. Lei non parla direttamente delle guerre, ma parla di equità e parla della sopravvivenza del pianeta e del futuro rubato alle nuove generazioni e, in qualche modo, presagisce come Cassandra di non essere ascoltata e le grandi disgrazie che avverranno se le politiche mondiali non cambieranno la loro direzione distruttiva. Sempre donne, giovanissime donne in difesa della vita. Di tutta la vita.

Ho letto la lettera postuma di Lorenzo Orsetti e il mio cuore si è riempito di sentimenti contrastanti. Il suo messaggio è di liberazione e di speranza, non c’è dubbio ma non riesco a perdere un certo retrogusto arcaico che mi intristisce. Lorenzo era un cuoco fiorentino ed è morto da soldato in Siria combattendo contro le milizie dell’Is. Cercava, spinto chissà da quale costellazione familiare, una causa di giustizia, uguaglianza e libertà per cui lottare e sicuramente i Curdi al suo fianco hanno saputo dare grande nutrimento ai suoi sentimenti. Sempre guidata da libera associazione, poi mi passano velocemente di fronte agli occhi le immagini dei ragazzini palestinesi che si facevano saltare nei supermercati israeliani, anche loro in cerca di libertà, di giustizia, di uguaglianza. Libertà, giustizia e uguaglianza sempre negate. Chissà cosa avrebbero scritto in una loro lettera prima di indossare il giubbotto pieno di esplosivo.

E allora penso e sento che ci staremo veramente incamminando verso un diverso destino, quando il nostro sentimento verso noi stessi e verso gli altri sarà diretto a prendere contatto con quel quid luminoso e pieno di speranza che ciascuno di noi, da qualche parte, custodisce. Quando saremo in grado di toccarci dentro l’un l’altro, anche se la situazione nella quale siamo immersi in quel momento non è di estrema emergenza e immediato pericolo di vita. I nostri destini individuali, per quanto non lo si voglia vedere, sono legati in modo indissolubile e si portano dietro tutto ciò che esiste intorno a noi. Le guerre, la mancanza di equità, la ripresa della proliferazione nucleare militare, come anche lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali e della vita del pianeta, portano in sé il segno mortifero dell’incapacità di riconoscere se stessi negli altri e di trattarsi con “amore e compassione”.

Quando capirete? Quando mai cambieremo?

Quando davvero non avremo più bisogno di altri eroi.

Nota: Potete trovare le canzoni con i loro testi e gli interventi citati sottotitolati in italiano ai seguenti links:

Tina Turner – We don’t need another hero https://www.youtube.com/watch?v=NVPq-_t-ANw

Marlene Dietrich – Sag mir wo die Blumen sind https://www.youtube.com/watch?v=aLAxbQxyJSQ

Severn Cullis-Suzuki a Rio 1992 https://www.youtube.com/watch?v=34G8P48pQPY

Greta Thumberg al COP24 in Polonia 2018 https://www.youtube.com/watch?v=oDZWpmYj38U