Il Quantitative Easing doveva essere una misura di emergenza. Ma il ritorno alla normalità ha peggiorato ulteriormente la situazione. I rubinetti monetari devono essere aperti per i debitori piuttosto che per le banche creditrici.

di Ellen Brown, 21 febbraio 2019
L’articolo originale si trova qui

 

 

Il Quantitative Easing (QE, emissione straordinaria di moneta da parte di una banca centrale -NdT) doveva essere una misura di emergenza. In seguito alla crisi del credito del 2008-09, la Federal Reserve aveva “attenuato” la contrazione dell’offerta di moneta pompando miliardi di dollari in nuove riserve bancarie. Dopo la crisi, si sapeva che la Fed avrebbe “normalizzato” le condizioni ritirando le riserve in eccesso attraverso il “quantitative tightening” (QT, chiusura dei rubinetti monetari, -NdT) – innalzando i tassi di interesse e vendendo sul mercato i titoli che aveva acquistato con le nuove riserve.

La Fed ha messo in atto inesorabilmente il QT fino al 2018, nonostante una severa reazione da parte dei mercati in autunno. A dicembre, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha dichiarato che il QT sarebbe rimasto in modalità “pilota automatico”, cioè che la Fed avrebbe continuato ad aumentare i tassi di interesse e a vendere 50 miliardi di dollari al mese in titoli fino a raggiungere il suo obiettivo. Ma i mercati hanno protestato rumorosamente per questa mossa, con il Nasdaq Composite Index che ha perso il 22% dal suo massimo di fine estate.

Peggio ancora, erano in aumento le insolvenze sui prestiti al consumo. Dicembre 2018 è stata la prima volta in due anni in cui tutti i tipi di prestiti e tutte le principali aree statistiche metropolitane hanno mostrato un tasso di insolvenza più elevato, mese su mese.
Il debito dei consumatori – incluso il debito di auto, studenti e carte di credito – viene generalmente raggruppato e venduto sotto forma di titoli garantiti da attività, simili ai rischiosi titoli garantiti da ipoteca che fecero crollare il mercato nel 2008, dopo che la Fed aveva progressivamente alzato i tassi di interesse.

Il presidente Powell ha evidentemente ricevuto il messaggio. A gennaio egli ha improvvisamente cambiato rotta e ha annunciato che il QT sarebbe stato fermato se necessario. Il 4 febbraio, Mary Daly, presidente della Federal Reserve Bank di San Francisco, ha dichiarato che stanno pensando di andare molto oltre. “Si possono attuare politiche monetarie usando il tasso di interesse come strumento principale e l’emissione di nuova moneta come strumento secondario, da usare più prontamente”, ha detto. Cioè: QE e QT non sarebbero più misure di emergenza, ma sarebbero strumenti di routine nella gestione dell’offerta di moneta. In un articolo del 13 febbraio su Seeking Alpha intitolato “Quantitative Easing on Demand”, Mark Grant ha scritto:

“Se la Fed deciderà di perseguire questa strategia, cambierà radicalmente il modo in cui opera il sistema finanziario negli USA, e penso che pochissime istituzioni o persone apprezzino ciò che sta accadendo o che cosa significherà per i mercati, tutti i mercati”.

problema: deflazione del debito

La Fed si sta rendendo conto che non può riportare il suo bilancio alla “normalità”. Deve continuare a pompare nuovi soldi nel sistema bancario per evitare una recessione. Ciò allarma naturalmente gli osservatori della Fed preoccupati per l’iperinflazione. Ma, se correttamente orientato, il QE non deve necessariamente creare inflazione indesiderata. I rubinetti monetari devono semplicemente essere mirati ai debitori piuttosto che alle banche creditrici. In effetti, le regolari iniezioni di nuovi capitali direttamente nell’economia possono essere proprio ciò di cui l’economia ha bisogno per sfuggire al ciclo di boom and bust che lo ha caratterizzato per due secoli. Mark Grant ha concluso il suo articolo citando Abraham Lincoln: “Il governo dovrebbe creare, emettere e diffondere tutta la valuta e i crediti necessari per soddisfare il potere di spesa del governo e il potere d’acquisto dei consumatori. Con l’adozione di questi principi, ai contribuenti verranno risparmiate immense somme di interesse. Il denaro cesserà di essere padrone e diventare il servitore dell’umanità”.

Pare che questa citazione sia apocrifa, ma il principio è ancora valido: i nuovi soldi devono essere regolarmente aggiunti alla massa monetaria per evitare il peso schiacciante del debito (da interesse bancario -NdT) e consentire all’economia di raggiungere il suo vero potenziale produttivo. Sono necessarie regolari iniezioni di nuovi capitali per evitare quello che gli economisti temono ancor più dell’inflazione: quella specie di “deflazione del debito” che fece crollare l’economia negli anni ’30.

La maggior parte del denaro oggi viene creato dalle banche quando fanno prestiti. Quando i mutuatari sovraesposti pagano vecchi prestiti senza acquistarne di nuovi, l’offerta di moneta si “sgonfia” o diminuisce. Così diminuisce anche la domanda e le imprese prive di clienti chiudono, in quel tipo di spirale mortale che si autoalimenta, visto nella Grande Depressione.

Come osserva l’economista australiano Steve Keen, oggi il livello del debito privato è troppo alto, ed è per questo che si stanno verificando così pochi prestiti. Ma gli economisti tradizionali pensano che il tasso di crescita del debito privato sia irrilevante rispetto alla politica macroeconomica, poiché si ritiene che il prestito ridistribuisca semplicemente il potere di spesa dai risparmiatori agli investitori. La teoria economica convenzionale afferma che le banche sono meri intermediari, che riciclano denaro esistente piuttosto che creare potere di spesa a pieno titolo. Ma questo non è vero, dice il Prof. Keen. Le banche creano effettivamente nuovi soldi quando fanno prestiti. Egli cita la Bank of England, che nella sua relazione trimestrale del 2014 dichiara:

“Le banche non agiscono semplicemente come intermediari, prestando i soldi che i risparmiatori depositano in banca, e neppure “moltiplicano” la moneta della banca centrale per creare nuovi prestiti e depositi. . . . Nell’economia moderna, la maggior parte del denaro assume la forma di depositi bancari. Ma il modo in cui vengono creati quei depositi bancari è spesso frainteso: il modo principale è attraverso i prestiti fatti dalle banche commerciali. Ogni volta che una banca effettua un prestito, essa contemporaneamente crea un corrispondente deposito nel conto bancario del mutuatario, così creando nuovi soldi (dal nulla)”.

I prestiti creano depositi e i depositi costituiscono la maggior parte dell’offerta di moneta. Il denaro oggi è creato dalle banche e viene iscritto come passivo nei loro bilanci (mentre l’equivalente prestito viene iscritto in attivo -NdT). Perciò il bilancio delle banche è inizialmente in pareggio, e poi va in attivo grazie agli interessi che il mutuatario paga. Ma l’interesse richiesto dalle banche non era stato creato nel prestito originale, semplicemente non esiste. Perciò, fuori del sistema bancario, esiste un debito (l’interesse) che non è matematicamente estinguibile se non ricorrendo a nuovi prestiti (con ulteriori interessi). Quindi il debito cresce più velocemente dell’offerta di moneta. E quando i mutuatari, sovraindebitati, smettono di sottoscrivere nuovi prestiti necessari per rimborsare i vecchi prestiti, le banche non possono più creare nuovo denaro. Il risultato è la deflazione del debito – una riduzione del denaro necessario per stimolare l’attività economica e la crescita, causata dal debito. Da qui la necessità di iniettare nuovi capitali per colmare il divario tra il debito e il denaro disponibile per ripagarlo (ma ciò funzionerebbe solo se la banca centrale fornisse il nuovo denaro ai debitori, non alle banche -NdT).

Tuttavia, il denaro creato tramite QE fino ad oggi non è andato ai consumatori, dove deve andare se si vuole colmare questa lacuna. Piuttosto, è andato alle banche, che lo hanno incanalato nei mercati speculativi finanziari. Nomi Prins definisce questo “denaro oscuro” – le migliaia di miliardi di dollari che circolano annualmente all’interno e intorno a mercati azionari, obbligazionari e derivati ​​globali, generati dalle banche centrali quando creano denaro elettronico acquistando obbligazioni e azioni. Scrive Nomi: “Questi oscuri flussi di denaro si estendono in tutto il mondo secondo uno schema di potere, influenza e, ovviamente, ricchezza per gruppi selezionati”. Lei mostra graficamente che l’aumento del denaro oscuro è direttamente correlato con l’aumento dei mercati finanziari.

Il QE ha funzionato per colmare i debiti delle banche e sostenere il mercato azionario, ma non ha mai alleggerito i debiti di consumatori, imprese e governi; e sono proprio questi debiti a scatenare quel tipo di deflazione del debito che può abbattere l’economia. Keen conclude che “non c’è verso di esortare le banche a ‘intermediare’ per porre fine alla restrizione del credito che è la vera causa del Grande Malessere.” L’unico modo per ridurre l’onere del debito privato senza causare una depressione, dice, è un Giubileo Moderno o “QE per la Gente”.

Riduzione del debito finanziata con QE

Nell’antichità, come osserva il Prof. Michael Hudson, i debiti venivano regolarmente perdonati quando un nuovo governante saliva al trono. I governanti e i loro consiglieri sapevano che il debito a interesse cresceva più rapidamente dell’offerta di moneta e che la riduzione del debito era necessaria per evitare il collasso economico per una schiacciante marea di debiti. La crescita economica è aritmetica e non può tenere il passo con la crescita esponenziale del debito da interessi composti.

Oggi i consumatori hanno bisogno di questo tipo di sgravio del debito, ma la semplice cancellazione dei debiti, come si faceva nell’antichità, non funzionerebbe perché i debiti non sono dovuti al governo.  Sono dovuti a banche e investitori privati ​​che dovrebbero sopportare la perdita. L’alternativa suggerita da Keen e altri è quella di colmare il divario del debito con una forma di QE che non andrebbe nei conti delle riserve bancarie ma digitalmente nei conti bancari del pubblico in generale. I debitori potrebbero quindi utilizzare i soldi per pagare i loro debiti. Infatti Keen dice che il QE dovrebbe anzitutto servire per pagare i debiti, e anche i non debitori riceverebbero un’iniezione di denaro.

Se gestite correttamente, queste iniezioni di denaro non creerebbero inflazione (si veda il mio precedente articolo qui). I soldi vengono creati come prestiti e si estinguono quando vengono pagati, quindi i soldi usati per pagare il debito si estinguono insieme al debito. E le iniezioni di denaro non utilizzate per pagare il debito contribuirebbero a colmare il divario tra la produttività reale e quella potenziale, consentendo alla domanda e all’offerta di crescere insieme, mantenendo i prezzi stabili.

Una regolare iniezione di denaro nei conti bancari personali è stata definita “reddito di base universale”, ma sarebbe meglio definirla un “dividendo nazionale” – qualcosa a cui tutti i cittadini hanno ugualmente diritto, indipendentemente dallo status economico o dalla capacità di lavorare. Servirebbe come una rete di sicurezza per le persone che vivono stipendio dopo stipendio, ma servirebbe anche come politica macroeconomica, stimolando la domanda e la produttività, mantenendo in movimento le ruote dell’economia reale.

Il denaro potrebbe così diventare un servitore dell’umanità, venendo trasformato da strumento di oppressione a mezzo per assicurare la prosperità comune. Ma prima la banca centrale deve diventare un servitore pubblico. Deve diventare ente di utilità pubblica, che risponda ai bisogni della gente e dell’economia reale.

 

Traduzione dall’inglese di Leopoldo Salmaso