“È inaccettabile che degli stranieri vengano qui a saccheggiare le nostre ricchezze”: parola di Theo Rakotovao, star della canzone del Madagascar, da anni portavoce delle rivendicazioni del suo popolo, i Mikea.

Il territorio nel quale la comunità vive, la foresta spinosa della regione di Atsimo-Andrefana, nel sud-ovest dell’isola, è minacciata dalla multinazionale australiana Base Toliara, che ha ottenuto dal governo le autorizzazioni per avviare attività estrattive entro fine anno. L’area è ricca di ilmenite, impiegato nella produzione di vernici.

Ieri Rakotovao ha guidato una manifestazione di protesta nella capitale Antananarivo: “Questa terra è nostra” ha detto il cantante, che come nome d’arte ha scelto proprio “Mikea”: “Quando i malgasci tagliano gli alberi, vengono criticati perché ‘la foresta va protettà. Ma quando le multinazionali minacciano queste aree con i bulldozer, la radioattività o fuoriuscite di sostanze chimiche, nessuno dice niente”.

Base Toliara, parte del gruppo Toliara Sands, da vari anni ha avviato lo sfruttamento di siti estrattivi all’interno dell’area protetta in cui vivono i Mikea per ottenere l’ilmenite e altri minerali. Il risultato: decine di ettari di foresta di baobab distrutti.

Organizzazioni ambientaliste locali hanno denunciato l’inquinamento del suolo, dell’aria e dell’acqua, assieme al rilascio di sostanze radioattive derivanti dall’estrazione dei minerali. I Mikea, da secoli residenti in questa regione, dediti all’agricoltura, alla pastorizia e alla raccolta dei frutti, si sono ritrovati senza terre.

Per portare a termine il piano, la multinazionale ha bisogno però del via libera delle comunità locali. Per convincerle, sta promettendo piani più attenti all’ecosistema e posti di lavoro.

Un gruppo di pescatori, allevatori e coltivatori Mikea ha però già chiesto ai ministri delle Miniere e dell’Ambiente un incontro per ribadire il proprio rifiuto. L’auspicio della comunità sarebbe che il presidente del Madagascar, Andry Rajoelina, che ha ottenuto molti voti nella regione alle elezioni di novembre, annulli la concessione alla multinazionale.

(Alf/Dire)