Venerdì 1° marzo ore 21,  Spazio Gloria, Circolo Arci Xanadù
via Varesina 72,  Como

Una sfida ambiziosa: comprare il cinema per garantirne la continuità e lo sviluppo. È questo il messaggio da ieri ufficiale: l’Associazione di promozione sociale Arci Xanadù intende promuovere l’acquisto “collettivo” del Cinema Gloria per fare in modo che il progetto culturale portato avanti in questi ultimi dodici non si fermi.

Con la coscienza che negli anni «questo posto non ha espresso tutto quello che può dare» e cioè che il progetto ha ancora molte possibilità di sviluppo, ma anche che in questo stesso periodo ha contribuito in modo determinante alla cultura (e all’animazione del territorio), venerdì 1° marzo verrà lanciato l’appello per questa nuova «impresa eccezionale», ovviamente con un incontro pubblico allo Spazio Gloria. Un po’ spettacolo, un po’ assemblea, un po’ autocoscienza collettiva, la serata si preannuncia ricca di stimoli.

Fin da subito, si può dire che questa nuova “follia” del Gloria è circondata da molto affetto e molta simpatia; la prova sta non solo nei numerosi nomi di artisti e artiste che a livello nazionale hanno già manifestato il loro sostegno (tra gli altri: i registi Marco Bellocchio, Mario Martone, Roberta Torre, i musicisti Moni Ovadia, Alessio Lega, Cisco, i Gang, Massimo Zamboni, il disegnatore Zerocalcare, che ha regalato il manifesto dell’iniziativa…), ma anche nel clima della conferenza stampa di ieri, dove i molti professionisti dell’informazione si sono profusi in consigli e suggerimenti per portare avanti nel modo migliore la campagna.

Enzo D’Antuono, presidente del circolo Arci Xanadù, che in questi anni ha gestito lo Spazio Gloria, si è dimostrato abbastanza ottimista; i tempi sono stretti, ma non strettissimi: 15 mesi per mettere insieme i circa 750mila euro necessari (di cui circa 350mila da reperire tramite crowdfunding, con una sorta di “azionariato popolare”). Si parte il 1° marzo appunto, una verifica il 10 giugno 2019 per assicurarsi che i conti alla fine possano tornare, e poi una corsa per arrivare alla fine di maggio 2020 quando scadrà il contratto di affitto con l’attuale proprietà.

Un periodo che sarà ovviamente costellato da incontri, spettacoli, nuovi appuntamenti di approfondimento e – soprattutto – da una continua messa a punto del progetto “in corso d’opera”.

Non sembrano esserci alternative: se Como e il suo territorio vuole conservarsi l’ultimo cinema “indipendente” se ne deve prendere cura fino in fondo.

Fabio Cani

 

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