I banchieri svizzeri hanno una paura matta dell’iniziativa (referendum propositivo) “Moneta Intera” con cui i cittadini intendono riappropriarsi della sovranità monetaria. I cittadini non accettano più la moneta “dimezzata” dal signoraggio[1] bancario, i cittadini vogliono la “moneta intera”.

E come reagiscono i banchieri? Per mezzo dei loro lacché (politici, burocrati e pennivendoli) i banchieri stanno boicottando in ogni modo l’iniziativa referendaria che è fissata per il 10 giugno 2018. Soprattutto inondano i media mainstream con notizie false e tendenziose, e manipolano persino l’informazione ufficiale, secondo lo stile classico di ogni ‘dittatura dolce’.

Il comitato promotore svizzero ha protestato pubblicamente e si appresta a sporgere denuncia formale contro l’Amministrazione federale delle finanze.

Questo referendum si sta combattendo ad armi assolutamente impari ma, qualunque sarà il suo esito, costituirà un punto di partenza per il risveglio dell’umanità intera su un tema così fondamentale. Infatti la schiavitù monetaria è la madre di tutte le altre schiavitù che la propaganda della Dittatura Dolce riesce così abilmente a camuffare, al punto da renderle apparentemente desiderabili.

 

[1] Signoraggio è la differenza fra il costo per produrre una moneta e il suo valore dichiarato.
Se la moneta è un pezzo d’oro puro, di peso controllato, e il suo valore corrisponde esattamente al suo peso, allora il signoraggio è uguale a zero.
Se invece la moneta è un foglietto di carta colorata (o addirittura un aggregato di elettroni in un sistema computerizzato), allora il signoraggio è prossimo al 100%, e misura l’entità del furto operato dalle banche private ai danni delle comunità nazionali.
Notare che pezzo, peso, peseta, mark, piastra, dracma, dirham, yuan, e altri nomi di monete riflettono tutti lo stesso concetto che fonda e giustifica il valore di una moneta.