Alla stazione di Padova, oggi, storie di ordinaria follia. Un treno ha 80 minuti di ritardo. Un altro 65. Altri SOLO una mezz’oretta o ADDIRITTURA meno.

Il treno tedesco Venezia-Monaco parte alle 14:18 in perfetto orario. Salgo.
Senza alcun preavviso, a 2 minuti dalla stazione di Verona Porta Nuova, l’interfono ci informa che, a causa di uno sciopero, il treno si fermerà in questa stazione: si proseguirà con autobus ‘pronti’ nel piazzale antistante.

All’uscita nel piazzale nulla di nulla: il gregge incomincia a ondeggiare. Chi incomincia a girovagare, chi torna indietro (ma ormai in una stazione dei treni trovi ogni tipo di bottega tranne una biglietteria con persone in carne ed ossa). Allora, fuori di nuovo a chiedere a vari autisti di bus; uno di loro mi indirizza alla loro biglietteria.
Qui i responsabili dicono che non ne sanno nulla perché il servizio alternativo dei treni dipende direttamente da Trenitalia.
Dentro di nuovo in stazione treni: scorgo un ufficio informazioni con coda chilometrica e rinuncio.
Nel tabellone cerco il treno successivo per Bolzano e lo trovo (altra compagnia = altro biglietto) ma arriverebbe 2 ore dopo l’arrivo previsto per quello stoppato; forse è meglio l’autobus alternativo, ma trovarlo!

Incrocio una donna in divisa e chiedo a lei. Dice che fuori c’è personale di TRENORD in divisa verde; dico che no; lei insiste. Vado e non c’è assolutamente nessuno. Torno dentro e per fortuna rivedo la stessa donna; ripeto che fuori non c’è niente di niente. Lei, gentile, esce con me e resta interdetta. Chiama qualcuno al cellulare, poi si sposta all’estrema sinistra del piazzale e mi indica, in fondo in fondo, un autobus rosso scuro: niente divise verdi, niente cartelli, ma lei mi dice di andare là.
Chiedo: “e la gente che si è dispersa e non parla italiano?”
Lei si stringe nelle spalle.
Vado e davvero c’è una fila di autobus:
– uno che va a Rovereto-Trento-Bolzano
– altri per Innsbruck e Monaco.
Salgo e mi dicono che bisogna aspettare i passeggeri dispersi. Aspetto a lungo e poi mi metto a scrivere questa cronaca.

Ecco, sono le 15.40, un po’ di passeggeri hanno trovato l’autobus (e gli altri?). Nessuno è venuto a controllare con uno straccio di lista…
Si parte: this is Italy!

16:33. Siamo arrivati con due minuti di ritardo sul tempo previsto… Già, ma a Rovereto invece che a Bolzano.
17:26: Siamo appena usciti da Trento. Se tutto va bene arrivo alla stazione di Bolzano con tre ore di ritardo. Dovevo proseguire per Merano ma chi di dovere mi informa che l’incontro salta, e questa cosa ha messo nei casini altre tre persone.

Pazienza: lo sciopero è sciopero, ma qui il problema è la totale improvvisazione dei trasporti alternativi che, nella mia pur modesta esperienza, le Ferrovie dello Stato gestivano con ordine ed efficienza.
Adesso non sai neppure con chi prendertela, e meno male, perché siamo nel favoloso mondo del Mercato e questo, come insegna il pensiero unico neoliberista, è il Miglior Mondo Possibile: lamentarsi sarebbe reato di blasfemìa.