Convocazione semestrale di SMAT SpA in merito all’attuazione del Piano d’AMBITO

Con la deliberazione n. 00621/64 del 31 marzo 2016 il Consiglio comunale  di Torino  ha preso atto del Piano d’ambito dell’ATO3 Torinese per il periodo 2016-2033. Un emendamento dei consiglieri Bertola, Trombotto e Appendino, accolto dalla maggioranza, ha  deliberato al punto 1 bis) di:

“convocare, semestralmente, la Società “SMAT S.p.A. presso le competenti commissioni consiliari della Città di Torino, al fine di relazionare:

  1. a) sullo stato di realizzazione degli interventi di grande infrastrutturazione previsti nel Piano d’Ambito aggiornato (periodo 2016-2033) di cui al citato punto 1), evidenziando per ciascun intervento infrastrutturale le forme di finanziamento utilizzate a copertura, nonché l’incidenza dell’autofinanziamento da tariffa;
  2. b) sullo stato di applicazione dell’articolo 95 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 (misurazione dei prelievi idrici) e del Regolamento regionale 15/R dell’11 dicembre 2006 (aree di salvaguardia) a tutela e risparmio della risorsa idrica;”

Un’audizione sul Piano Industriale Smat ha avuto luogo il 24 ottobre 2016 e in quell’occasione nessuna informazione è stata fornita da SMAT in merito all’appalto del 1° Lotto del Collettore Mediano che ha poi dovuto revocare (v. sotto). E’ trascorso un anno prima della seconda audizione SMAT del 24 ottobre 2017  dedicata però esclusivamente alla “situazione di crisi idrica nell’area metropolitana torinese”.

Sono emersi nel frattempo i seguenti fatti, che non hanno ancora trovato spiegazioni soddisfacenti:

1. a) Interventi di grande infrastrutturazione per i quali il Piano d’Ambito prevede finanziamenti per oltre € 500 milioni, finanziati per il 76% da tariffa

2. Collettore mediano – l’appalto del 1° lotto è stato revocato il 25.9.2017 dall’allora Amministratore Delegato SMAT senza motivazione alcuna.

Ai danni provocati da due anni di ritardo nella realizzazione di un’opera definita come urgente per scongiurare possibili sanzioni UE, si aggiungono notevoli danni economici per le grandi quantità di tempo e denaro impiegati nella predisposizione del progetto, nelle procedure, e nell’indennizzo da riconoscere al “mancato” vincitore della gara.

La risposta del 18 dicembre scorso dell’Assessore Unia ad un’Interpellanza in merito, non solo non offre elementi di chiarezza ma sembra al contrario voler nascondere gravi responsabilità aziendali, che producono un notevole danno economico all’azienda stessa e ai cittadini-utenti che hanno già pagato in tariffa parte dei costi di quest’opera che non c’è.

3. Acquedotto Valle Orco: sembra che la progettazione non sia nemmeno iniziata, benchè lo stanziamento di € 153.140.000 figuri dal 2005 tra gli investimenti del Piano d’Ambito.

4. Impianto di Potabilizzazione: idem come sopra, per uno stanziamento di € 96.785.000              

5. Acquedotto della Val di Susa: a fine 2017 doveva essere finalmente completato, per una spesa totale di € 105.020.000. Ma quanti e quali Comuni sono a tutt’oggi collegati?

1. b) Spreco idrico : dopo lunghe polemiche sulla correttezza dei dati, SMAT ha ammesso da 80 a 92 milioni di metri cubi d’acqua sprecati ogni anno, senza ragionevole giustificazione.

Si ricorda che il prelievo d’acqua, per qualsiasi uso, non deve eccedere il reale fabbisogno (uso efficiente della risorsa) e che ciascun punto di prelievo, a qualunque uso sia destinato, deve essere dotato di un misuratore della portata prelevata[1] per evitare emungimenti dannosi alla falda.[2] Non è dato sapere se e quanti altri misuratori di prelievo siano stati installati dopo quelli dichiarati nel Piano d’Ambito 2009 che prevedeva di applicare i suddetti misuratori su 548 sorgenti e 622 pozzi, negli anni 2008-2012, per un importo di € 5.850.000. Nulla in merito si evince dal Piano d’Ambito 2016-2033.

Quanto alla definizione delle aree di salvaguardia, dal Piano d’Ambito 2016-2033 risultano definite solo 253 aree di salvaguardia  al costo medio di € 122.000 ciascuna, e che in futuro proseguiranno “gli studi per la definizione delle aree di salvaguardia (30-40 studi l’anno)”. Con questo ritmo alla scadenza della proroga dell’affidamento, nel 2033, resteranno ancora 696 aree da definire, avendo speso appena  € 1.436.000, pari allo 0,09% del totale degli investimenti previsti.

1. c) Tariffa. Le voci di cui sopra concorrono alla formazione della tariffa dell’acqua che, in base alla legge italiana e europea, deve coprire tutti i costi (investimenti e gestione) del Servizio Idrico Integrato.

Sindaca, Assessori competenti e consiglieri comunali dovrebbero verificare seriamente se gli investimenti previsti fin dal 2009, ma non realizzati, hanno concorso alla definizione della tariffa e sono quindi già stati pagati in tutto o in parte dagli utenti. Investimenti che ora vengono presentati come nuovi da rifinanziare con la tariffa dei prossimi anni.

Così come dovrebbero verificare non le parole ma i documenti  a base della richiesta SMAT  di conguaglio per oltre € 46.000.000,  richiesta giudicata illegittima dal Giudice di Pace di Torino che ha condannato  SMAT a restituirli agli utenti.

Ci attendiamo da Sindaca, Giunta e Consiglio comunale che non lascino passare altro tempo per l’audizione semestrale di SMAT stabilita dalla deliberazione citata. E chiediamo fin d’ora che in tale occasione sia concessa la parola anche al Comitato Acqua Pubblica Torino.

 

[1] Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 – “Norme in materia ambientale” – CAPO II –  TUTELA QUANTITATIVA DELLA RISORSA E RISPARMIO IDRICO – ART. 95 –   (pianificazione del bilancio idrico): 3. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della parte terza del presente decreto, le regioni definiscono, (…) gli obblighi di installazione e manutenzione in regolare stato di funzionamento di idonei dispositivi per la misurazione delle portate e dei volumi d’acqua pubblica derivati, in corrispondenza dei punti di prelievo e, ove presente, di restituzione, nonché gli obblighi e le modalità di trasmissione dei risultati delle misurazioni dell’Autorità concedente per il loro successivo inoltro alla regione ed alle Autorità di bacino competenti. (…)
[2]  V. anche Regolamento Regionale 7/R del 2007

Comitato Acqua Pubblica Torino