Si aggravano le condizioni di Mirta Rosa Guerrero, meglio conosciuta come Shakira. Durante il periodo di recupero dovuto alla seconda operazione in meno di sei mesi, Mirta ha avuto un incidente in carcere. A causa di un pavimento bagnato è scivolata, cadendo poi su una ferita  eseguita undici giorni prima in un intervento chirurgico e causando così l’apertura di uno dei punti di sutura. A due ore dell’accaduto  Mirta Rosa è stata visitata da un medico, ma non un chirurgo. Dinanzi a questa negazione della giustizia verso una dei prigionieri politici di Gerardo Morales la difesa di Guerrero presenterà un nuovo habeas corpus, chiedoendo che venga concessa la detenzione domiciliare fino alla fine del periodo post-operatorio.

Mirta Guerrero fu operata per la prima volta in agosto. Le fu eseguito un intervento addominale e collocata una rete interna. Dopo tre giorni di ricovero nell’ospedale Lavalle di San Salvador de Jujuy venne dimessa e trasferita di nuovo in prigione. Dall’intervento Shakira ha sofferto di dolori costanti. I suoi avvocati hanno presentato ripetute richieste di ricovero in ospedale in modo da poter terminare gli esami richiesti dai medici, ma tutte le richieste non hanno mai ricevuto risposta dalle autorità penitenziarie, il che ha portato a istanze giudiziarie davanti al giudice ma nemmeno lui ha saputo risolvere il problema.

Due mesi dopo, Shakira chiese di vedere il direttore della prigione per lamentarsi dei maltrattamenti subiti durante i trasferimenti alle udienze di un processo contro di lei, ma il funzionario rifiutò di riceverla. Stanca delle continue vessazioni, cercò di impiccarsi in bagno con un asciugamano e fu salvata dalle sue compagne.

Nella prigione di Alto Comedero, Shakira non ha avuto le giuste condizioni per superare il periodo post-operatorio, costringendola a praticare attività fisiche che erano totalmente controindicate per quel periodo, causando anche un nuovo intervento chirurgico, avvenuto l’undici dicembre.

Di fronte a questa situazione, la sua difesa ha presentato una richiesta di detenzione domiciliare fino alla fine del periodo post-operatorio. La richiesta è stata respinta dal giudice Jorge Zurueta. L’avvocato Facundo Vargas Duran ha quindi presentato ricorso il 19 dicembre, ma la Corte d’appello, nonostante avesse 48 ore per risolvere il ricorso, non ha dato risposta. La difesa presenterà questo pomeriggio un nuovo habeas corpus riguardante la situazione di negazione di giustizia e l’incidente che si è verificato questa mattina, che aggrava le condizioni di salute della Guerrero.

“Questa è una misura precauzionale per garantire la salute di Mirta, di cui abbiamo segnalato il deterioramento. Ciò che è accaduto questa mattina realizza ciò che già avevamo detto, ossia che la prigione non è il luogo adeguato guarire da questa seconda operazione”, ha spiegato Vargas Duran.

A sua volta, l’avvocato ha dichiarato che “l’habeas corpus è regolato dall’articolo 40 della Costituzione provinciale. La Camera d’Appello non ha risolto il ricorso tempestivamente, quando la Magna Carta di Jujuy stabilisce scadenze molto brevi in questi casi. Inoltre, non hanno nemmeno sollevato la richiesta presentata martedì presso la Camera. Quando il periodo di 48 ore scade, vi è una situazione di diniego di giustizia. Stiamo reclamando qualcosa di fondamentale ed essenziale, ossia che si occupino della salute della mia assistita, aggravata dalle condizioni irregolari della sua detenzione”.

Oltre all’aver subito due operazioni in meno di due mesi a causa delle vessazioni subite in carcere, i medici le hanno detto che dopo questo intervento non potrà più diventare madre nuovamente perché, se rimanesse incinta, la sua vita potrebbe essere a rischio.

Il Comitato per la liberazione di Milagro Sala ha iniziato questa settimana colloqui con la Chiesa affinché si occupinodella situazione di Mirta Rosa Guerrero in quanto problema umanitario. Gli organismi per i diritti umani hanno accompagnato la richiesta.