Esce il 4 febbraio in tutte le librerie, per Round Robin editrice, I sogni e gli spari, il saggio scritto da Emiliano Sbaraglia che parte da una domanda: Cosa rappresenta l’anno 1977 nel corso della storia più recente del nostro paese? Per molti l’inizio di una deriva armata senza ritorno, per altri l’anticipazione di una nuova epoca, segnata dal trionfo dell’individualismo e di un modello politico senza più riferimenti né valori.

In questo libro l’autore ricostruisce gli eventi principali dell’annus brevis, con l’intenzione di fornire gli elementi utili per una visione complessiva del periodo, con particolare attenzione a quell’energia creativa troppo presto soffocata e dunque incompiuta, ma che ancora oggi, a quarant’anni di distanza, a tratti sembra riemergere tra le pieghe dell’espressione culturale contemporanea.

Un testo rivolto soprattutto a chi nel ’77 non c’era, a coloro che non l’hanno vissuto perché non erano ancora nati o che, come l’autore, avevano i calzoncini ancora troppo corti per ricordarsene ed esserne in qualche modo testimoni o protagonisti.

Emiliano Sbaraglia (1971) insegna materie letterarie a Roma. Tra i fondatori dell’associazione di scrittori “Piccoli maestri”, è conduttore e redattore culturale di RadioArticolo1. Tra le sue pubblicazioni Cento domande a Piero Gobetti. Un’intervista immaginata (2003), La scuola siamo noi (2007), Il bambino della spiaggia (2009), Ideario Berlinguer (2014). Per round robin ha pubblicato La scuola è aperta a tutti? Diario di un educatore (2014).

Tragico ed esaltante, utopico e maledetto.
Il 1977: un anno troppo breve per essere vissuto fino in fondo