Ispirato da un articolo di “Le Monde Diplomatique” del giugno 2015: “Alle frontiere del reale”.

Honoré de Balzac, nelle “Illusioni perdute” (1843), afferma: “ci sono due storie, la storia ufficiale, mentitrice, e la storia segreta, dove sono le vere cause degli avvenimenti”.

Allora no, io non sono in guerra!”. Grido di non essere in guerra con alcuna nazione e con alcun clan! Non accetto in alcun modo l’ordine dei nostri governanti, che ci dicono che siamo in guerra.

Operare per la pace e per il benessere di ognuno, migliorare le condizioni di vita per tutti ha sempre fatto parte del mio progetto, della mia parte in questa società umana. E’ la missione di sempre più persone a tutte le latitudini di questo pianeta.

Antoine de Saint-Exupéry, nel “Piccolo Principe”, scrive: “non si vede bene che con il cuore”, e fa dire alla volpe: “diventi responsabile per tutto quello che hai addomesticato”.

E in effetti, più conosco le persone e approfondisco le nostre relazioni, più mi sento responsabile per loro e meno mi sono indifferenti. Piango alla vista o al pensiero di un bambino ferito dalle armi, dalla fame o dall’inazione e indifferenza. La realtà esterna non è più affidabile e si dubita anche della realtà interiore, per mancanza d’amore verso se stessi, prigionieri della vendetta e delle risposte violente.

Ma ciò può essere messo in discussione, come d’altronde tutto ciò che accade e che ci circonda. A posteriori, riflettete sull’invasione dell’Iraq da parte americana per cui, dopo la morte di migliaia di civili innocenti e del loro capo di Stato, qualificato come “dittatore” dai dirigenti americani e dei Paesi NATO, sappiamo ora quanto enorme è stata la menzogna, e quanto i media in modo parziale e falso hanno venduto le loro menzogne. Nella realtà non c’erano altro che il loro petrolio e le loro risorse a interessarci, ora è chiaro a tutti che non esistevano “armi di distruzione di massa”.

Dall’11 settembre 2011 a oggi abbiamo assistito a una radicalizzazione delle tendenze, ad una grande escalation di violenza fisica ed economica e a un’immensa, orribile farsa dei cui atti le vittime sono sempre nello stesso campo: civili, famiglie, bambini. I mercanti d’armi e i ladri di risorse restano sempre al riparo.

Siamo in guerra”, dicono loro, come un gioco, da lontano, rinchiusi e superprotetti nelle loro fortezze, intorno a un tavolo che riunisce i potenti convitati. E’ come un’opera teatrale che gli spettatori osservano, e che fa soffrire sia lontano da noi che qui, a Parigi, a Bruxelles, a Nizza…
Balzac parlava di “illusioni perdute”, ed è proprio ciò di cui si tratta:
le nostre libertà di cittadini, la nostra sicurezza di lavoratori, le nostre protezioni sociali, il diritto al lavoro, all’alloggio, agli studi e alla sanità, e soprattutto alla giustizia… diventano man mano, silenziosamente, delle illusioni perdute.

I suicidi sono in aumento come non mai, anche nel personale ospedaliero, e la pillola della felicità fa aumentare la quotazione in borsa delle industrie che la producono. In tutti i continenti, in tutti i paesi, del Nord come del Sud, ci fanno dimenticare la nostra rivolta. Con le violenze e le lotte di clan noi stessi rinunciamo al nostro livello di vita per rassegnarci alla sopravvivenza.

Ma come me, molti altri dicono “io non sono in guerra” oltre la sopravvivenza e agiscono per superare il dolore e la sofferenza in noi e attorno a noi.

Facciamo dunque sentire le nostre voci, in modo nonviolento ma determinato: “Noi rifiutiamo le guerre, vogliamo costruire un futuro bello e senza violenza per tutti”.

Traduzione dal francese di Diego Guardiani